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26 Novembre 2024 - 23:29
È Chiara Patracchini, chef del ristorante una stella Michelin La Credenza, ad aggiudicarsi il titolo di miglior pastry chef d’Italia nella guida Pasticceri e Pasticcerie di Gambero Rosso 2024. Per il settimo anno consecutivo la giovane pasticcera ciriacese riconferma la sua posizione all’interno della mini-guida in cui vengono raccontati i talenti più interessanti del settore.
Estremamente timida, è grazie alla sua tenacia che la giovane chef ha raggiunto traguardi impossibili soprattutto perché donna in un mondo, quello della ristorazione, ancora troppo maschile. È lei stessa a dirlo, pensando soprattutto a quanto sia stata penalizzata nelle sue esperienze lavorative proprio per il fatto di essere una donna.
Nata a Ciriè nel giugno dell’82 ha iniziato a 14 anni la sua prima esperienza lavorativa da cameriera. È stata poi aiuto cuoca nel 99. Ma il primo a scommettere sul suo talento è stato Giovanni Grasso chef Patron della Credenza di San Maurizio Canavese, un incontro che le ha per sempre cambiato la vita.
Ristorante La Credenza
Chiara, è ormai è il settimo anno che ti confermi miglior pastry chef d’Italia nella guida Pasticceri e Pasticcerie di Gambero Rosso. Cosa significa per te?
“Per me rimane un onore, un riconoscimento a tutti i sacrifici che ogni giorno faccio, facendomi capire che ogni passo è quello giusto, sempre innovativo, riconosciuto Ovunque vada e apprezzato da tutti”.
Come avviene la selezione?
“Sembra un mondo senza confini ma in realtà nel settore ci conosciamo tutti e se i clienti diffondono sui social o semplicemente con il passa parola che c’è una persona che merita di essere osservata dalla guida, non perdono tempo di verificare la veridicità dei giudizi”.
Quanto lavoro c’è dietro per raggiungere questo obiettivo?
“Un lavoro che non si ferma mai, credo nella curiosità e non pensare mai di sapere tutto o di essere arrivata. Amo sperimentare e continuare a studiare”.
Creazione di Chiara Patracchini "Bavarese aromatizzata earl grey, amarene sciroppate"
Da dove nasce l’amore per la pasticceria?
“Dico sempre che nella Vita molte cose non si spiegano, questa è una delle tante, amo dare amore e nei dolci esprimo quello che sono. E le persone lo percepiscono. Cosa c’è di più bello?”.
Come hai coltivato questa passione?
“Fin dai primi passi ho cercato soprattutto di arrivare a essere più completa, conoscere più cose e farle bene, accrescendo il mio bagaglio personale culinario e della tradizione
C’è stata molta gavetta?
“Per fortuna si, in molte cucine avendo comunque come base il ristorante la Credenza”.
È stato difficile raggiungere il suo livello?
“Sacrificio e dedizione, perseverando anche nei momenti più duri”.
Qual è stato il primo riconoscimento?
“Nel 2012 la guida identità golose fu la prima a rendere la mia figura riconosciuta in tutta Italia, dandomi l’opportunità di salire su un palco davanti a tanti nomi noti del settore”.
Quali ricordi hai di quel momento?
“Agitazione paura e incredulità. Il mio carattere timido non ha mai amato l’attenzione degli altri e quel
premio non era mai stato preso in considerazione. Eppure mi ha fatto crescere e credere di più in me stessa e in quello che creo”.
E dunque cosa c’è dietro la creazione di un dessert?
“Ogni dessert nasce da un’esperienza o da una emozione vissuta che diventa un messaggio da devolvere e condividere con gli altri. Qualunque cosa io faccia…mi dà stimoli …dal leggere un libro, da un viaggio, da un incontro casuale, da un momento di vita, una visita in un museo, un po’ quadro …
C’è una filosofia dietro i suoi piatti?
“Sì un filo conduttore c’è…il voler stupire con la semplicità e golosità e gusti legati alla nostra quotidianità del presente o del passato”.
Creazione di Chiara Patracchini “Tributo a un'opera d’arte” mousse cioccolato bianco, frutto della passione e mango
Quando è arrivata l’esperienza alla Credenza?
“Tutto nasce da più incontri incrociati, mio papà nel 1999 allenava a calcio i figli del Chef Patron Giovanni Grasso e dopo una mia brutta esperienza, l’ennesima lavorativa dove venivo sempre penalizzata dalla mia presenza femminile in cucina, lui si confida… chiedendogli il perché il mondo della cucina fosse così maschilista e lui la prese come una sfida e gli disse che per lui l’elemento fondamentale era solo La tenacia…così lo invitò a portami al ristorante per iniziare subito a lavorare. Da lì non mi sono più fermata.
Com’è lavorare lì?
“Siamo partiti come una famiglia che non si sceglie ma che sa stare insieme e apprezzare ogni secondo il proprio Lavoro, adesso siamo 40 dipendenti e sembriamo comunque un’azienda famigliare”.
Con i suoi colleghi?
“La condivisione e il crescere insieme ti lascia il segno e ogni giorno tra gocce di sudore e stanchezza riusciamo sempre a chiudere la giornata con un saluto, un sorriso o una birra”.
La Credenza è ristorante citato nelle vicende della saga dell’Alligatore di Massimo Carlotto, dalla cui penna ha avuto origine la pellicola “Arrivederci Amore Ciao”. Come è avvenuto?
“Avvenne che per caso l’editrice lo porto nel nostro ristorante e lui fu folgorato da ciò che mangio tanto da scrisse nel libro in stesura in quel periodo ogni piatto che appagò il suo palato”.
Cosa direbbe ad un giovane che vuole fare il suo percorso?
“Di non demordere, di crederci fino in fondo e di donare le proprie energie Per raggiungere l'obiettivo.
Sono sempre stata un autodidatta perché il sapere fosse il mio cibo quotidiano, ma ai miei tempi non esisteva l’insegnare in cucina ma lo rubavi con occhi, i movimenti l’uso del Coltello, le ricette. Una volta un libro di cucina costava 100€ minimo ora con un click Si può vedere tutto ciò che si vuole. Bisogna sfruttare questa fortuna. Adesso con tutto l’aiuto che c’è a livello interattivo il sapere è alla portata di tutti ma non lo utilizzano. Quindi approfittatene!”.
Quale consiglio daresti invece ad una donna che vuole fare questo nella vita?
“Credo che nella vita bisogna prendere una posizione, credere in sé stessi e non demordere. Una donna per fare carriera dovrà prendere grandi decisioni di vita, ma il vincente è colui che riconosce i suoi talenti naturali, lavora sodo per svilupparli in capacità e non si arrende perché sa cosa vuole”.
Cosa vede nel suo futuro?
“Mi auguro di avere tanto tempo perché amo la vita e non intendo fermarmi. Ma niente di preciso”.
C’è un sogno che custodisce?
“Farà ridere ma vorrei cucinare libera da tutto, semplicemente svegliarmi e creare”.
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