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Alluvione in Canavese: arriva lo stato d'emergenza, ma basterà per sanare la tragedia di settembre?

L'incubo dell'alluvione: stato d'emergenza approvato, ma per il Canavese è solo l’inizio della ricostruzione

Alluvione in Canavese

Alluvione in Canavese: arriva lo stato d'emergenza, ma basterà per sanare la tragedia di settembre?

A quasi tre mesi dagli eventi alluvionali che hanno colpito il Piemonte il 4 e 5 settembre, il Consiglio dei Ministri ha finalmente approvato la dichiarazione dello stato di emergenza per una durata di 12 mesi. Un provvedimento atteso con ansia dalle comunità locali, colpite da una tragedia che ha lasciato un segno indelebile sul territorio.

4,8 milioni di euro per le prime necessità...

Il decreto prevede uno stanziamento iniziale di 4,8 milioni di euro, destinato a fronteggiare le esigenze più urgenti e a supportare i comuni colpiti nell’avvio degli interventi di ricostruzione. Le risorse serviranno per ripristinare infrastrutture danneggiate, mettere in sicurezza aree a rischio e sostenere i cittadini che hanno subito gravi perdite.

Tra i comuni interessati dal provvedimento figurano Groscavallo, dove l’alluvione ha devastato la pista di sci di fondo e isolato un malgaro con il suo bestiame, e Ciriè, dove le infrastrutture idriche hanno subito gravi danni. La lista include anche località note per la loro fragilità territoriale, come Pont Canavese, Chialamberto e San Maurizio Canavese, testimoni di frane e inondazioni che hanno messo in ginocchio intere comunità.

L’importanza del dialogo tra istituzioni

Il presidente della Regione Piemonte, Alberto Cirio, e l’assessore alla Protezione Civile, Marco Gabusi, hanno espresso soddisfazione per il risultato, sottolineando il lavoro sinergico tra Regione, Protezione Civile e Governo. «L’accoglimento della nostra richiesta – dichiara Cirio – rappresenta un passo essenziale per affrontare i gravi danni subiti dai nostri territori. Proseguiremo con determinazione per garantire sicurezza e supporto alle comunità».

Gabusi ha evidenziato il ruolo cruciale della visita del Capo Dipartimento della Protezione Civile, avvenuta nei giorni successivi all’alluvione. «La sua attenzione e il suo sostegno hanno accelerato l’iter di approvazione. Questo dimostra quanto sia fondamentale il dialogo tra istituzioni per rispondere rapidamente ai bisogni dei cittadini».

Alluvione e problemi di messa in sicurezza del territorio

La memoria della tragedia di settembre...

L’alluvione di settembre ha colpito duramente il Piemonte, portando a danni strutturali e infrastrutturali di vasta portata. Come riportato da La Voce, i comuni hanno subito frane, esondazioni e crolli che hanno lasciato comunità isolate e distrutto attività economiche. Groscavallo è solo uno degli esempi simbolo: la pista di sci di fondo, un tempo attrazione turistica, è oggi impraticabile, mentre la strada che conduce alle vasche di captazione dell’acquedotto è ancora compromessa.

Interventi urgenti e ricostruzione

La dichiarazione dello stato di emergenza rappresenta un punto di partenza, ma le sfide restano enormi. I fondi stanziati saranno fondamentali per avviare i lavori più urgenti, ma molti comuni hanno già anticipato risorse proprie per far fronte alle prime necessità.

La speranza è che questa misura non solo aiuti a riparare i danni materiali, ma stimoli anche interventi di prevenzione per evitare che tragedie simili si ripetano. Con un territorio fragile come quello piemontese, la manutenzione e la pianificazione diventano imprescindibili per garantire la sicurezza dei cittadini.

Un territorio resiliente ma in attesa di risposte

Mentre il Piemonte si rialza, restano le cicatrici di un evento che ha messo a dura prova le sue comunità. La dichiarazione dello stato di emergenza è un passo importante, ma la ricostruzione richiederà tempo, risorse e un impegno costante da parte delle istituzioni. Le comunità, però, non perdono la speranza: con il sostegno dei fondi statali e l’aiuto reciproco, il Piemonte si prepara a scrivere una nuova pagina di resilienza.

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