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Banchette
26 Novembre 2024 - 11:08
A Banchette è scoppiata una polemica che va ben oltre le mura della biblioteca comunale di piazzetta Borgonuovo. Una petizione su Change.org, lanciata dai consiglieri del gruppo "Uniti con voi per Banchette", denuncia apertamente l’inaccessibilità del primo piano della biblioteca per le persone con disabilità. Una questione che non è solo tecnica, ma simbolica: la cultura, che dovrebbe essere un diritto universale, diventa qui un privilegio riservato a chi può salire le scale.
La petizione, che in pochi giorni ha raccolto numerose firme, è un duro atto di accusa nei confronti dell’amministrazione guidata dal sindaco Mazza. Il documento chiede che il primo piano, attualmente non accessibile ai disabili, venga adeguato alle normative vigenti prima di essere considerato pienamente agibile. Non solo: i cittadini firmatari sottolineano che la situazione viola chiaramente il d.P.R. 503/1996, che impone l’abbattimento delle barriere architettoniche negli edifici pubblici.
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“Non possiamo accettare che uno spazio culturale, inaugurato con enfasi, sia in realtà precluso a una parte della popolazione”, si legge nel testo della petizione.
La questione è esplosa lo scorso 18 ottobre, quando il sindaco ha inaugurato il nuovo piano superiore della biblioteca. Presentato come un luogo per incontri culturali, postazioni di studio e attività per le scuole, lo spazio è però irraggiungibile per chi ha disabilità motorie. Nessun ascensore, nessun montascale. Solo una scala interna e una esterna, costruita come via di fuga per 30 mila euro, che però non è minimamente pensata per garantire accessibilità.
Un’inclusività negata
L’indignazione dei cittadini e del gruppo di opposizione è montata rapidamente. “Questa situazione è inaccettabile”, ha dichiarato il capogruppo Emanuele Splendore. “Se sei una persona disabile, quel piano non è per te. E non si può parlare di inclusività quando si discrimina apertamente una parte della cittadinanza”.
Emanuele Splendore
L’opposizione ha anche sottolineato come la biblioteca sia frequentata regolarmente da studenti delle scuole locali, alcuni dei quali potrebbero avere disabilità. L’esclusione di questi ragazzi da uno spazio pensato per la cultura rappresenta una discriminazione evidente e ingiustificabile.
Il sindaco Mazza e la sua giunta si difendono, sostenendo che, qualora ci fossero eventi che coinvolgano persone con disabilità, questi potrebbero essere spostati nel salone Pinchia, un altro spazio culturale della città. Ma questa proposta appare più come una giustificazione che come una soluzione. “È una toppa maldestra a una falla progettuale enorme”, ribadisce Splendore.
E la falla progettuale ha radici profonde. La biblioteca, oggetto di un progetto iniziato nel 2018, avrebbe dovuto beneficiare di una fideiussione di 550 mila euro. Di questi, solo 200 mila sono stati spesi per la biblioteca; il resto è stato destinato ad altre opere. Una scelta che l’opposizione definisce “politicamente discutibile”.
“Se avessero investito i fondi disponibili nella biblioteca, oggi avremmo uno spazio davvero inclusivo. Invece, hanno scelto di rimandare, rattoppare e ignorare”, ha aggiunto l’ex sindaco Maurizio Cieol.
Maurizio Cieol
L’inaccessibilità del primo piano è solo l’ultimo capitolo di una storia travagliata. La costruzione della scala esterna, necessaria per garantire una via di fuga, è stata completata solo nel 2023, cinque anni dopo l’avvio del progetto. E persino quella scala ha creato problemi: inizialmente atterrava su un terreno non di proprietà comunale, costringendo l’amministrazione a un ulteriore ritardo per acquisire la porzione di terra necessaria.
“Come si può parlare di buona gestione con una serie di errori così evidenti?”, accusa Splendore. La donazione del terreno è arrivata solo nel marzo 2023, a tre anni dall’inizio dei lavori e a cinque dalla fideiussione. E, dopo tutto questo tempo, la struttura rimane inaccessibile a una parte della popolazione.
La petizione su Change.org ha dato voce a un malcontento che covava da anni. Molti cittadini, firmando, hanno espresso la loro frustrazione per una situazione che considerano inaccettabile. “La cultura non può escludere”, ha scritto un firmatario. “Questa amministrazione parla di inclusività, ma non la pratica”, ha aggiunto un altro.
L’opposizione ha chiesto ufficialmente tutta la documentazione relativa al progetto e non esclude di agire per vie legali. “Il nostro compito è vigilare e difendere i diritti di tutti i cittadini, soprattutto di quelli più vulnerabili”, ha concluso Splendore.
Una comunità divisa
Mentre il sindaco e i suoi sostenitori continuano a parlare di un progetto simbolo di rinascita, la realtà racconta una storia diversa: quella di una comunità divisa tra chi si sente escluso e chi minimizza il problema. La biblioteca, invece di essere un luogo di incontro e condivisione, è diventata un simbolo di disuguaglianza.
E così, a Banchette, il dibattito su una scala diventa il simbolo di qualcosa di molto più grande: il diritto di tutti, senza eccezioni, a partecipare alla vita culturale della comunità. Un diritto che, per ora, rimane negato.
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