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Sharon Stone infiamma il Torino Film Festival con le sue dichiarazioni: "Gli uomini violenti vanno tenuti lontano"

L'attrice lancia un appello contro la violenza di genere e parla del futuro del cinema con l'intelligenza artificiale

Sharon Stone

Sharon Stone

Sharon Stone, ospite d'onore del Torino Film Festival, ha lanciato un messaggio potente e diretto contro la violenza sulle donne, alla vigilia della Giornata Internazionale per l'eliminazione della violenza di genere. Durante un incontro con la stampa, l'attrice americana ha parlato con passione, rivolgendosi sia agli uomini che alle donne con parole chiare e inequivocabili.

"Gli uomini violenti devono essere tenuti lontano dalle donne. Dobbiamo aiutarci a vicenda. Non possiamo limitarci a dire che le donne vanno aiutate, gli uomini bravi le devono aiutare", ha dichiarato Stone, affiancata dal direttore del festival Giulio Base. "Gli uomini devono essere consapevoli che molti non sono uomini per bene, non si può continuare a fare finta. Bisogna avere chiaro che chi non è bravo è pericoloso e violento e quindi va tenuto lontano. Non si può girare lo sguardo dall'altra parte quando uomini cattivi si comportano male. Gli uomini violenti vanno tenuti lontano dalle vostre figlie, fidanzate e mogli".



Durante l'incontro, Sharon Stone ha affrontato anche tematiche politiche, riflettendo sul panorama statunitense e sul comportamento degli elettori: "L'Italia ha vissuto il fascismo, voi avete visto cosa succede. Il mio Paese, invece, è in fase adolescenziale e gli adolescenti sono arroganti, ingenui e ignoranti. Queste cose noi non le abbiamo viste. Gli americani non sono istruiti e non viaggiano, l'80% non ha il passaporto. Vivono nella loro straordinaria ingenuità".

Stone, che durante la campagna elettorale si è apertamente schierata contro Donald Trump, ha invitato a riflettere attentamente su chi governa: "Fermiamoci e pensiamo da chi vogliamo essere governati".

A Torino, l’attrice ha ricevuto il premio Stella della Mole, un prestigioso riconoscimento assegnato a personalità di spicco del cinema internazionale. Accolta da un lungo applauso nella sala gremita del cinema Romano, Sharon Stone ha presenziato alla proiezione di Pronti a morire di Sam Raimi, film da lei co-prodotto nel 1995. Nel western, l’attrice interpreta una pistolera accanto a Gene Hackman, Leonardo DiCaprio e Russell Crowe, allora attori emergenti.

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"Sento una forte gratitudine", ha commentato l'attrice, aggiungendo una riflessione sull’evoluzione tecnologica nel mondo del cinema. "Non credo che l'intelligenza artificiale metterà fine al cinema. In casa il forno a microonde non ci ha ucciso o reso sterili. Ci sono cose che cambieranno per sempre. L'intelligenza artificiale può anche scrivere sceneggiature e musica da schifo, ma non potrà prendere il sopravvento sulle emozioni umane, non lo farà. Ci aiuterà con cose operative, ma non penso che io sarò sostituita dall'intelligenza artificiale".



Stone ha infine parlato dei suoi rapporti con alcuni registi che hanno segnato la sua carriera, come Martin Scorsese, che l’ha diretta nel ruolo di Ginger in Casino: "Ha il senso della famiglia. Io e Martin abbiamo un rapporto che va al di là del lavoro forse perché lui ha origini italiane e gli italiani sono così". Diverso, invece, il tono quando ha ricordato Sam Raimi, regista di Pronti a morire: "Sam Raimi no, non ha il senso della famiglia, non mi ha mai ringraziato, non ha riconosciuto il rapporto".

Il discorso e la presenza di Sharon Stone hanno lasciato un’impronta significativa al Torino Film Festival, riaffermando il suo impegno sociale e il legame profondo con il mondo del cinema e dell’attivismo.

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