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Metastasi cerebrali: scoperto a Torino un meccanismo chiave per nuove terapie

La proteina TIMP1 sotto i riflettori: speranza per i pazienti

Metastasi cerebrali

La scoperta apre uno spiraglio di speranza per i malati

Identificato un nuovo meccanismo che contribuisce allo sviluppo delle metastasi cerebrali e ostacola la risposta immunitaria contro di esse. È questa la straordinaria scoperta resa possibile grazie al progetto di ricerca europeo RISEBrain, che ha visto la partecipazione dei ricercatori della Città della Salute e dell’Università di Torino. Lo studio, pubblicato sulla prestigiosa rivista scientifica internazionale Cancer Discovery, rappresenta un passo avanti nella comprensione di una delle sfide più complesse dell’oncologia.

La ricerca, guidata dal professor Luca Bertero, della Anatomia Patologica (diretta dalla professoressa Paola Cassoni), e dalla dottoressa Alessia Pellerino, della Neuro-oncologia dell’ospedale Molinette (diretta dalla professoressa Roberta Rudà), ha portato alla luce un ruolo cruciale degli astrociti, un tipo di cellule cerebrali, nello sviluppo delle metastasi cerebrali. "Abbiamo identificato come una proteina, TIMP1, possa interferire con i linfociti citotossici, bloccando la risposta immunitaria e favorendo la crescita della metastasi", spiegano i ricercatori.

Il professor Luca Bertero e la dottoressa Alessia Pellerino

Le metastasi cerebrali, che colpiscono fino al 30% dei pazienti con tumore polmonare, rappresentano un problema clinico di estrema complessità. Nonostante i progressi in chirurgia, radioterapia e terapie farmacologiche, queste metastasi sono spesso associate a un decorso aggressivo e a una prognosi infausta.

Negli ultimi anni, l’immunoterapia ha rivoluzionato il trattamento di molte forme tumorali, migliorando significativamente la sopravvivenza dei pazienti, anche in fase avanzata. Tuttavia, per le metastasi cerebrali i risultati restano imprevedibili. Lo studio del team torinese ha fatto luce su un meccanismo chiave: gli astrociti producono la proteina TIMP1, che, legandosi ai linfociti citotossici, inibisce la loro azione contro le cellule tumorali.

“Questa scoperta apre nuovi orizzonti per la ricerca e il trattamento”, sottolineano gli autori. La proteina TIMP1 potrebbe diventare sia un indicatore prognostico sia un bersaglio terapeutico. Misurare la quantità di TIMP1 nel liquor, attraverso un semplice prelievo, potrebbe consentire di prevedere la risposta dei pazienti ai trattamenti e di personalizzare le terapie. Inoltre, l’identificazione di questo meccanismo fornisce una base per sviluppare nuovi approcci di immunoterapia, volti a controllare la progressione della malattia in questa sede delicata.

“Un grande complimento ai nostri ricercatori della Città della Salute, dove alle eccellenze sanitarie si aggiungono anche quelle della ricerca. Una scoperta importantissima che potrà dare una svolta nelle terapie delle metastasi cerebrali”, dichiara il direttore generale Giovanni La Valle.

Questa scoperta non solo rappresenta un passo avanti per il trattamento delle metastasi cerebrali, ma sottolinea l’importanza della collaborazione tra ricerca scientifica e pratica clinica, portando speranza ai pazienti e alle loro famiglie.

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