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23 Novembre 2024 - 09:41
Cuorgnè, storica culla di studenti e futuri professionisti, oggi si trova al centro di una protesta che parla di diritti, continuità e futuro. All’istituto 25 Aprile, un professore, stimato da studenti e genitori, è stato costretto ad abbandonare il suo incarico all’inizio dell’anno scolastico, a causa delle regole che privilegiano i vincitori di concorso. La decisione, seppur legittima, ha scatenato indignazione e amarezza. È nata così una lettera collettiva, inviata al Ministro dell’Istruzione, per chiedere un cambio di rotta.
Il docente, un insegnante di matematica, aveva saputo conquistare il cuore dei suoi studenti e guadagnarsi il rispetto delle famiglie grazie alla sua dedizione e alta preparazione. «Per noi è stato uno choc», confessano gli alunni. «Capire che ci sono delle regole è una cosa, ma veder andar via un professore così è un’ingiustizia». I ragazzi, con il supporto dei genitori, hanno deciso di trasformare questa frustrazione in un’azione concreta. La lettera, firmata da numerose famiglie, è un appello accorato per ripensare le attuali modalità di assegnazione dei docenti.
Nella lettera, i genitori evidenziano come la continua instabilità del corpo docente crei un clima di incertezza che incide negativamente sulla qualità dell’insegnamento. «La figura dell'insegnante non è solo una guida educativa, ma anche un punto di riferimento umano e relazionale, che richiede tempo e costanza per instaurarsi», scrivono. La sostituzione del docente, infatti, non è stata solo un cambio formale: ha spezzato un legame che era diventato un pilastro nel percorso formativo ed emotivo degli studenti.

Il Ministro all'Istruzione Valditara
La missiva non si limita a denunciare il problema, ma avanza proposte concrete: «Chiediamo una revisione delle modalità di assegnazione degli incarichi e strumenti che garantiscano maggiore stabilità agli insegnanti già inseriti nel percorso educativo di una classe. La scuola non può permettersi interruzioni a metà anno scolastico, soprattutto per gli studenti più vulnerabili».
Un passaggio toccante della lettera pone l’attenzione sugli studenti con fragilità. «Per i ragazzi più fragili, il cambiamento di docente può causare confusione, frustrazione e regressi. La relazione tra insegnante e studente è un elemento fondamentale per la crescita e l’apprendimento. È inaccettabile che la continuità didattica venga sacrificata per logiche burocratiche».
Nonostante la protesta, nessuno sembra farsi illusioni su un rapido cambiamento. «Sappiamo che questa lettera non restituirà il nostro professore, ma vogliamo credere che possa accendere una luce su un tema che riguarda l’intero sistema scolastico», sottolineano le famiglie.
Il caso di Cuorgnè è solo uno dei tanti episodi che evidenziano la necessità di una scuola più stabile e vicina alle esigenze degli studenti. In un sistema che troppo spesso sacrifica il benessere dei ragazzi sull’altare della burocrazia, la voce di questi genitori e ragazzi rappresenta un messaggio potente: la scuola non è solo un luogo di istruzione, ma una comunità di relazioni e fiducia, che va protetta e valorizzata.
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