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Cronaca
14 Novembre 2024 - 18:32
Ancora cinghiali sulle strade del Canavese, e ancora incidenti. Sulla Torino-Quincinetto-Aosta, la stessa tratta dove esattamente due anni fa un’auto venne distrutta in uno scontro con un branco di cinghiali, si è verificato un nuovo episodio, che riaccende i riflettori su una questione ormai cronica. L’automobilista è rimasto fortunatamente illeso, ma la scena si ripete: animali selvatici che attraversano le arterie principali e mettono in pericolo la vita dei cittadini.
Questi incidenti non fanno quasi più notizia, eppure i numeri sono allarmanti. Secondo i dati delle associazioni locali, sulle strade provinciali, comunali e statali del Torinese, episodi simili si contano a decine. Per Coldiretti Torino, la situazione è divenuta intollerabile. "Il problema dei cinghiali non riguarda solo gli agricoltori, ma l’incolumità di tutti," afferma il presidente Bruno Mecca Cici, richiamando la Città Metropolitana e gli Ambiti Territoriali di Caccia a intensificare le operazioni di controllo e abbattimento per arginare un problema ormai fuori controllo.
Coldiretti Torino non usa mezzi termini: occorrono interventi decisi e mirati per evitare che il Canavese diventi un territorio ostaggio dei cinghiali. “Serve un piano di abbattimento che raggiunga almeno 20mila esemplari all’anno, e senza ‘zone franche’ che proteggano questi animali,” sottolinea Mecca Cici, evidenziando anche il pericolo di una diffusione del virus della Peste suina africana, che potrebbe avere ripercussioni devastanti sull’intera filiera alimentare e agricola locale.
La situazione più critica si registra nell’area dei 5 Laghi di Ivrea, dove l’istituzione del nuovo parco ha sospeso gli abbattimenti, trasformando la zona in un santuario non ufficiale dei cinghiali. Di fronte alla proliferazione incontrollata, i pochi interventi della Città Metropolitana non bastano a ridurre l’impatto devastante sulla sicurezza stradale e sulle attività agricole. L’allarme si estende anche ad altre aree protette, come la Mandria, dove le coltivazioni sono regolarmente devastate dai branchi che scorrazzano indisturbati.
“Quello dei cinghiali è un problema che non può più essere liquidato come una questione agricola. Non si tratta di dare un contentino agli agricoltori esasperati, ma di difendere l’incolumità di chiunque percorra queste strade,” continua Coldiretti, chiedendo che la politica affronti finalmente il tema come una reale emergenza.
La necessità di un controllo più severo è ormai una richiesta condivisa da residenti, automobilisti e agricoltori, stanchi di vedersi alle prese con incidenti e danni continui. Ma resta il problema dell’efficacia dei controlli: le attuali restrizioni impediscono, infatti, l’uso dei selecontrollori in molte aree, complicando ulteriormente una situazione già fuori controllo.
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