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Dibattito politico
20 Novembre 2024 - 23:41
Nella foto Cadigia Perini
A Ivrea è in arrivo un progetto ambizioso: la ristrutturazione dell’ex poliambulatorio di Corso Nigra per realizzare la Casa e l’Ospedale di Comunità, finanziato con 4,8 milioni di euro del PNRR e gestito dall’ASL TO4. Un intervento che, almeno sulla carta, dovrebbe migliorare l’assistenza sanitaria territoriale.
Tuttavia, la segretaria del Circolo di Ivrea del Partito della Rifondazione Comunista-Sinistra Europea, Cadigia Perini, solleva dubbi sulla reale utilità e coerenza del progetto, definendolo “una cattedrale non nel deserto, ma in pieno centro”.
Secondo Perini, la promessa di potenziare la sanità pubblica attraverso le Case di Comunità si scontra con una realtà nazionale ben diversa.
“Delle 1.420 strutture previste, ne sono state attivate solo 413, concentrate in undici regioni. Di queste, solo il 17% garantisce un’apertura continuata per tutta la settimana”, spiega.
“Mancano i medici di famiglia, presenti in meno della metà di queste strutture. Più che luoghi di cura, rischiano di diventare centri di aggregazione per anziani”.
La legge prevede che le Case di Comunità siano dotate di team multidisciplinari composti da pediatri, medici di famiglia, psicologi, logopedisti, dietisti, tecnici della riabilitazione e, quando necessario, specialisti ambulatoriali come cardiologi, diabetologi e ortopedici. Ma Perini teme che le carenze croniche di personale sanitario spingano verso soluzioni di ripiego. “Siamo preoccupati che queste strutture finiscano per funzionare con personale non dipendente, in forme contrattuali diverse che potrebbero compromettere la qualità dell’assistenza”.
Il problema non è solo sanitario, ma anche urbanistico.
“Il nuovo ospedale è previsto nell’ex area Montefibre, una zona già destinata alla sanità, e invece si decide di collocare Casa e Ospedale di Comunità in Corso Nigra, lontani dal Poliambulatorio Comunità di via Ginzburg. È una scelta incoerente”, stigmatizza Perini.
“Questa decisione impatterà pesantemente sulla viabilità cittadina e sulla disponibilità di parcheggi”.
La segretaria del Circolo Rifondazione non risparmia critiche all’amministrazione comunale, chiamata a prendere posizione su scelte così rilevanti: “La titolarità del progetto è dell’ASL TO4, ma i Comuni devono dire la loro quando opere di questa portata incidono sulla vita della città. La città non può essere spettatrice passiva di decisioni che ne influenzano il futuro”.
Perini insiste sulla necessità di un utilizzo razionale delle risorse del PNRR: “Molti dicono che non si potevano perdere i fondi, ma noi ribadiamo che i soldi vanno spesi bene. Ivrea ha bisogno di investimenti che migliorino davvero la qualità della vita, non di interventi calati dall’alto”.
Ma quali sono le priorità per Ivrea secondo Cadigia Perini?
“Il centro città non ha bisogno di altre strutture sanitarie scollegate dal resto. Servono invece spazi di incontro, culturali e per le associazioni. Inoltre, per affrontare la congestione del traffico, è necessario puntare su parcheggi esterni collegati al centro con navette e su una vera area pedonale. Non come in piazza Nazionale, dove sono stati ripristinati parcheggi con strisce bianche”.
Nel programma elettorale di Rifondazione Comunista, la visione di una città migliore è chiara: “Una città equa, accogliente e solidale, capace di progettualità sociale e culturale, con un’amministrazione aperta e in grado di creare quelle sinergie cittadine e di territorio necessarie per affrontare i grandi temi dell’amministrazione pubblica”.
Perini ribadisce: “Ivrea merita scelte ragionate che migliorino la qualità della vita dei cittadini. Non possiamo accettare progetti incoerenti che rischiano di trasformarsi in occasioni mancate”.
Il Circolo di Rifondazione Comunista chiude con un appello alla responsabilità politica e alla partecipazione attiva: “Occorre indirizzare le scelte verso interventi che abbiano un impatto positivo e duraturo, senza mai perdere di vista il bene comune”.
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