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Agricoltori in piazza, 10 mila stalle a rischio: il Canavese in ginocchio

Coldiretti si scaglia contro il Piano per la Qualità dell’Aria. Protesta davanti a Palazzo Lascaris: “Norme insostenibili per le aziende agricole”

Agricoltori

Protesta degli agricoltori oggi in Regione Piemonte

Decine di allevatori e coltivatori, con cartelli, fischietti e campanacci, si sono riuniti oggi pomeriggio davanti a Palazzo Lascaris, sede del Consiglio regionale piemontese, per protestare contro il Piano Regionale della Qualità dell’Aria.

La manifestazione, organizzata da Coldiretti Piemonte, ha messo in evidenza le criticità di un piano che, secondo l’organizzazione agricola, potrebbe portare alla chiusura di migliaia di stalle e aziende agricole, compromettendo il tessuto economico della regione.

“Pur nella consapevolezza della necessità di tutelare l’ambiente, le misure previste rischiano di rendere impossibile la sopravvivenza delle nostre imprese. Una volta chiuse, non riaprirebbero più”, ha dichiarato Bruno Rivarossa, delegato confederale di Coldiretti.

Alla manifestazione erano presenti anche il presidente del Consiglio regionale Davide Nicco e gli assessori regionali Paolo Bongioanni (Agricoltura) e Matteo Marnati (Ambiente), che hanno incontrato una delegazione di allevatori per discutere le proposte e le criticità sollevate.

Le richieste di Coldiretti

Tra le principali modifiche richieste al Piano, Coldiretti punta all’eliminazione dell’obbligo di copertura delle concimaie e delle vasche di stoccaggio dei liquami, ritenuto eccessivamente oneroso, e alla reintroduzione dell’abbruciamento dei residui vegetali per nove mesi all’anno, attualmente vietato dalle normative europee.

“Le norme devono essere poche, chiare e di buon senso, concordate con chi lavora sul campo. Non possiamo accettare regole assurde che penalizzano gli agricoltori”, ha sottolineato Bruno Mecca Cici, presidente di Coldiretti Torino.

La protesta di Coldiretti sotto la sede della Regione Piemonte 

La risposta della Regione

L’incontro con gli assessori e i dirigenti di Arpa (Agenzia regionale per la protezione ambientale) ha permesso di individuare alcune soluzioni praticabili, sia sotto il profilo tecnico che giuridico. L’assessore Paolo Bongioanni ha proposto l’introduzione di un sistema “a semaforo” per autorizzare l’abbruciamento degli sfalci in determinati periodi dell’anno, analogamente a quanto già avviene per i superamenti dei limiti di PM10.

“Abbiamo lavorato per trovare soluzioni che sostengano il comparto agricolo senza compromettere la qualità dell’aria”, ha dichiarato Matteo Marnati, annunciando anche la possibilità di adottare misure alternative alla copertura delle vasche, più sostenibili e meno impattanti per gli allevatori.

Un settore in bilico

Secondo Coldiretti, sono oltre 10mila le stalle a rischio chiusura in Piemonte, una prospettiva che desta preoccupazione non solo tra gli agricoltori ma anche tra le istituzioni. “Non possiamo permettere che le aziende diventino vittime della burocrazia o di misure troppo rigide. Gli imprenditori agricoli devono poter fare il loro lavoro senza diventare burocrati”, ha sottolineato Cristina Brizzolari, presidente di Coldiretti Piemonte.

Il sostegno politico

Anche il gruppo consiliare di Forza Italia, rappresentato dal capogruppo Paolo Ruzzola, ha espresso solidarietà agli agricoltori, auspicando un compromesso tra le esigenze ambientali e quelle produttive. È fondamentale sostenere un comparto già provato da eventi climatici estremi, rincari e crisi globali”, ha affermato Ruzzola, citando il supporto dei colleghi consiglieri Beccaria, Biglia, Buzzi Langhi, Fava e Graglia.

Gli agricoltori ricevuti in Regione

Alle dichiarazioni di Ruzzola si sono aggiunte quelle del consigliere regionale Sergio Bartoli, presidente della V Commissione Ambiente: Oggi, in seguito alla manifestazione degli agricoltori davanti a Palazzo Lascaris, abbiamo accolto, insieme all’Ufficio di Presidenza, una delegazione di Coldiretti per affrontare le problematiche che coinvolgono il settore agricolo. Questo comparto, di importanza cruciale per la nostra regione, richiede ascolto e risposte concrete, nel rispetto delle normative europee e della tutela ambientale.

Bartoli ha poi sottolineato le criticità evidenziate durante il confronto: Tra le questioni sollevate vi sono le normative riguardanti la copertura delle letamaie, la comunicazione preventiva degli spandimenti e le finestre invernali per gli abbruciamenti. Queste regole, incluse nel Piano Stralcio per l’Agricoltura 2023 e non nel Piano Qualità Aria, entreranno in vigore nel 2026. Tale tempistica permette di valutare approfonditamente eventuali modifiche e di individuare soluzioni innovative e sostenibili.

Infine, Bartoli ha ribadito l’impegno della Regione per un approccio collaborativo: Il nostro obiettivo è collaborare con il mondo agricolo per definire un piano equilibrato e sostenibile, che sappia coniugare l’adozione di nuove tecnologie con le esigenze del settore.

La giornata di protesta ha acceso i riflettori su un settore chiave dell’economia piemontese, che chiede soluzioni concrete per continuare a operare. La Regione Piemonte ha assicurato il proprio impegno per bilanciare le esigenze ambientali con quelle produttive, promettendo di intervenire con misure più equilibrate. Siamo contenti di poter sostenere gli agricoltori, che rappresentano l’eccellenza del nostro territorio, ha concluso l’assessore Marnati.

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