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Religione
16 Novembre 2024 - 17:12
Una svolta epocale attende le comunità di Mathi, Grosso, Nole e Villanova: a partire dall’autunno del 2025, le quattro parrocchie saranno guidate da un unico sacerdote. L’annuncio, atteso ma comunque di grande impatto, è stato dato nei giorni scorsi dal vicario territoriale della Diocesi di Torino, don Mario Aversano, e ha immediatamente aperto un dibattito tra i fedeli.
La decisione rientra nel vasto piano di riorganizzazione della Curia di Torino, voluto dall’Arcivescovo monsignor Roberto Repole, che punta a un modello pastorale più snello, basato sulla collaborazione tra comunità, la valorizzazione dei laici e un ruolo più attivo per i diaconi. Non si tratta di un’operazione isolata: la riorganizzazione ha già interessato altre aree della diocesi, come l’Oltre Stura, dove don David Duò è parroco di Robassomero, Cafasse e Vallo, affiancato da don Andrea Notario, o Ciriè, dove don Alessio Toniolo guida un vasto comprensorio che include Devesi, San Carlo, San Francesco al Campo e Vauda.
Per le comunità interessate, il cambiamento segnerà il termine del mandato dei due fratelli don Antonio e don Vincenzo Marino, figure di riferimento rispettivamente a Nole e Mathi. Don Antonio, arrivato nel 2014, ha seguito progetti chiave come la ricostruzione del campanile e di parte della chiesa di San Vincenzo Martire dopo il crollo del 2006, culminata con l’inaugurazione nel 2021. Inoltre, si è occupato della demolizione dell’ex cinema-teatro parrocchiale e dell’avvio dei lavori per la nuova ala dell’oratorio San Giovanni Bosco, opera attesa da anni e destinata a diventare un punto di riferimento per i giovani della parrocchia. Don Vincenzo, invece, giunto a Mathi nel 2016, ha gestito la ristrutturazione dell’oratorio San Raffaele e il passaggio della gestione dell’asilo “Varetto” e di Casa Chantal, entrambe affidate a enti esterni dopo decenni sotto la diretta amministrazione parrocchiale.
Il cambiamento non riguarda solo Mathi e Nole: a Grosso, don Silvio Caretto, arrivato nel 2010, potrebbe lasciare la parrocchia o restare come collaboratore del nuovo parroco. La notizia della partenza dei tre sacerdoti ha suscitato grande dispiacere tra i fedeli, che hanno sempre apprezzato il loro impegno e la capacità di creare un clima di collaborazione tra parrocchie, associazioni e amministrazioni locali.
Nonostante il dispiacere per l’addio di figure così amate, i due parroci Marino hanno sottolineato che il cambiamento è inevitabile e necessario per affrontare le nuove sfide pastorali. “Sapevamo che prima o poi sarebbe toccato anche a noi. La strada era già tracciata, a partire dalla sinergia tra i tre oratori di Mathi, Nole e Villanova. I giovani, che sono il futuro delle nostre parrocchie, ora sono invogliati ancora di più a lavorare insieme”, hanno dichiarato.
L’ufficialità dell’accorpamento è stata comunicata ai consigli pastorali e parrocchiali, e i due sacerdoti hanno annunciato la notizia ai fedeli durante le messe del fine settimana. Per garantire una transizione ordinata, nei prossimi mesi verranno formate commissioni dedicate, che aiuteranno il nuovo parroco a prendere le redini delle quattro parrocchie. I fedeli, però, si interrogano su chi sarà il nuovo sacerdote e come riuscirà a gestire una realtà così vasta.
Il riordino della Curia prevede non solo un nuovo assetto per le parrocchie, ma anche un cambiamento radicale nel ruolo dei sacerdoti. Non più un prete per ogni parrocchia, ma presbiteri chiamati a coordinare una rete di ministerialità laicali e diaconali. I diaconi, in particolare, saranno maggiormente coinvolti nella cura del tessuto relazionale delle comunità e nella presenza sul territorio, assumendo compiti che un tempo spettavano esclusivamente ai parroci.
Questo nuovo approccio pastorale, però, non manca di sollevare dubbi tra i fedeli più anziani, legati a una visione tradizionale della parrocchia come punto di riferimento unico. Tuttavia, i più giovani sembrano accogliere con entusiasmo la prospettiva di una maggiore collaborazione e di una Chiesa più dinamica e vicina alle loro esigenze.
Nonostante le incertezze, resta la consapevolezza che la riforma rappresenta una necessità in un contesto in cui il calo delle vocazioni sacerdotali e la crescente complessità delle dinamiche sociali richiedono una nuova organizzazione. “Abbiamo avuto la fortuna di lavorare in comunità vivaci, dove c’è sempre stata un’ottima collaborazione. I legami e gli affetti resteranno, anche se il cambiamento porterà con sé inevitabili emozioni contrastanti”, hanno concluso i due fratelli Marino.
La sfida ora sarà mantenere l’identità delle singole parrocchie, pur promuovendo una sinergia che le rafforzi come comunità unita. Sarà davvero l’inizio di una nuova pagina per Mathi, Grosso, Nole e Villanova.
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