Con l'approvazione definitiva del disegno di legge Delrio su province, città metropolitane e unioni di comuni si ridefinisce l'assetto del governo del territorio in Italia e si sancisce l'entrata in funzione delle città metropolitane a partire dal 1 gennaio 2015: ad essere interessati dagli effetti della riforma sono quasi 18 milioni di cittadini, pari al 30% della popolazione italiana. Lo ricorda uno studio di Cittalia, secondo il quale Roma Capitale sarà la città metropolitana più popolosa, con oltre 4 milioni di abitanti, seguita da Milano (3.075.083) e Napoli (3.055.339). Il passaggio al nuovo assetto, con l'inclusione dei comuni degli hinterland nelle città metropolitane, determinerà in tali contesti un incremento di popolazione pari in media al 126%, come ha già rilevato il rapporto Cittalia 2013. In alcune realtà il passaggio a città metropolitana comporta una rideterminazione significativa della popolazione residente: tra queste Napoli, che registra un aumento di popolazione del 221%, passando così dai 960.000 abitanti attuali ad oltre 3 milioni di persone, mentre Venezia (+219%) passa da 270.000 a 863.000 abitanti. A Bari, rispetto al comune centrale, la città metropolitana quadruplica la sua popolazione (+ 293%: da circa 320.000 a quasi 1 milione 260 mila abitanti). Con il passaggio da città a città metropolitana, la riforma ridetermina l'ordine attuale delle principali città: subito dopo Torino troviamo Bari, Bologna e Firenze che grazie alla popolazione dell'hinterland acquisiscono un peso superiore, superando così Genova (finora quinta città in Italia). La riforma, ricorda Cittalia, interessa le aree demograficamente ed economicamente più dinamiche del paese: nelle 10 città metropolitane viene infatti prodotto oltre il 30% del Pil nazionale, mentre il tasso di incremento delle imprese si attesta sullo 0,30% rispetto al -0,38% registrato su scala nazionale al 2012. Superiore rispetto alla media nazionale (23.480 euro) è anche il reddito imponibile medio per contribuente delle città metropolitane (oltre 26.000 euro), pur rimanendo forte il divario tra comuni capoluogo e hinterland, con il reddito medio inferiore in questi ultimi. "Con l'istituzione delle città metropolitane - afferma il segretario generale di Anci-Cittalia Pierciro Galeone - l'Italia si allinea così ai principali paesi europei, che già da tempo hanno previsto e attivato sul proprio territorio istituzioni di livello metropolitano, come Francia, Germania e Gran Bretagna. Le 10 città metropolitane sono poste di fronte a un processo di mutamento istituzionale carico di opportunità e di sfide".
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