Cerca

SETTIMO TORINESE

La mensa scolastica è un servizio da controllare: la politica deve prendersi cura dei cittadini

Il centro cottura è stato fortemente voluto dai genitori settimesi per avere pasti a "km zero"

La mensa scolastica è un servizio da controllare: la politica deve prendersi cura dei cittadini

Pren

In “Novecento” di Baricco c’è una parte in cui il narratore racconta cosa succede quando qualcosa accade senza preavviso. “Quando cade un quadro. Quando ti svegli un mattino e non la ami più.  Perché proprio in quell’istante? Non si sa. Fran”. 

Ecco, è andata così. Fran. Le larve nel piatto. 

Il centro cottura a Settimo è stato attivato dopo anni di progetti e di idee per migliorare il pranzo di migliaia di bambini. Le cucin, prima del 2018, si trovavano ad Orbassano. I pasti delle scuole, tra 2500 e i 3000 porzioni, sfidavano tutti i giorni le incognite della tangenziale e del traffico. Ogni ritardo si ripercuoteva sulla qualità del cibo e sui tempi in cui veniva servito il pranzo.

Giuseppe Palena, pediatra e assessore all’istruzione con il sindaco Aldo Corgiat, rispondeva alle critiche andando a testare la “palatabilità” dei piatti, dedicando impegno e professionalità. Silvia Favetta, anche lei pediatra e assessore all’istruzione, aveva seguito la composizione e valutato di persona tutti i menu, infangandosi le scarpe per seguire lavori fino all’inaugurazione nel 2018 del centro cottura più moderno della zona. 

Finalmente era stato avviato un servizio per cui i rappresentati dei genitori avevano lavorato con grande spirito di sacrificio in collaborazione con la politica locale. Era il coronamento di un sogno.

Ma quando i rappresentanti dei genitori presentarono la richiesta di mettere in cantiere un centro di cottura a chilometri zero, in grado di soddisfare le esigenze di tutte le scuole settimesi, sembrava fantascienza. Natalino Pastore (oggi in consiglio comunale), Ignazio Scuzzarella, Antonfrancesco Consiglio e Michele Di Bari avevano rilasciato la loro prima intervista proprio a “La Voce”, più di dieci anni fa, raccontando l’obiettivo di questo progetto immaginato durante il secondo mandato del sindaco Corgiat.

Avevano dichiarato di aver lavorato generosamente per questo sogno non per i loro figli, ormai al termine del ciclo scolastico, ma per il futuro di quelli di tutta la città. Un germoglio da far crescere bene per una storia a lieto fine. Invece, a distanza di poco più di 6 anni… Fran! Le larve.

Cosa può fare la politica?

Mettere in campo più impegno, organizzazione, pianificazione e controllo. Non bastano mai. E invece dell’intelligenza artificiale, diventa sempre più urgente introdurre il concetto di “intelligenza emotiva” con cui intercettare il disagio e il sentimento negativo che si genera con esso.

I social grondano di rabbia anche per questo. Le famiglie sono in difficoltà nella gestione sociale ed economica dei figli, quelli più piccoli e anche quelli un po’ più grandicelli. Non sanno più come difendersi da bollette, balzelli, aumenti e da questi tempi che smaterializzano tutto, disorientando genitori e figli con modalità differenti. Purtroppo, spesso i progetti messi in campo dalla politica nell’epoca del “selfie” risultano belli da comunicare ma sono deboli nella loro utilità. 

Nello specifico, la mensa a scuola è un momento educativo fondamentale, è stata una conquista e deve essere difesa e maggiormente sostenuta nei costi dalle amministrazioni comunali.

Non deve diventare un peso economico per le famiglie o, peggio, minare la salute e indebolire la fiducia dei bambini in quel sistema “scuola” che li accoglie tutti i giorni. Il pasto deve costare poco alle famiglie e deve tendere alla massima qualità possibile. Si può fare, ma serve la buona politica, ingrediente indispensabile per prendersi cura dei cittadini.

Commenti scrivi/Scopri i commenti

Condividi le tue opinioni su Giornale La Voce

Caratteri rimanenti: 400

Resta aggiornato, iscriviti alla nostra newsletter

Edicola digitale

Logo Federazione Italiana Liberi Editori