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08 Novembre 2024 - 10:30
L'unica dipendente della mensa il 14 novembre incrocerà le braccia
A Caravino, un piccolo comune di neppure mille abitanti, giovedì 14 novembre si è terrà uno sciopero che, sebbene possa sembrare di portata limitata, ha sollevato questioni di grande rilevanza. L'unica lavoratrice del servizio mensa scolastica incrocerà le braccia, portando alla luce un problema che va ben oltre i confini del suo piccolo paese.
La causa della protesta è il mancato rispetto della clausola sociale da parte dell'azienda Markas, che ha recentemente vinto la gara d'appalto per la gestione del servizio mensa. Prima Dussmann, poi Zoe. Adesso è Markas a preparare i pasti per le scuole del paese.
La clausola dovrebbe garantire la tutela dei lavoratori in caso di cambiamento del datore di lavoro. Tuttavia, la lavoratrice, nel passaggio di azienda, si è vista ridurre il contratto settimanale da 16 a 12 ore e mezza e declassare di una categoria, nonostante continui a svolgere le stesse mansioni. Qui vengono preparati ogni giorno una trentina di pasti tra insegnanti, allievi della scuola dell’infanzia e della primaria. Sempre gli stessi da anni.
Il tipo di contratto applicato è un part-time ciclico verticale che prevede una sospensione dell'attività lavorativa nei periodi in cui la scuola è chiusa. In poche parole, l'addetta alla mensa d'estate continua ad avere un contratto, ma non ha diritto né a retribuzione, né a contribuzione.
UN PROBLEMA DI PORTATA NAZIONALE
Ilenia Posa, funzionaria Uiltucs Ivrea e Canavese, ha sottolineato come questa vicenda rappresenti un simbolo delle difficoltà che i lavoratori dei servizi esternalizzati delle pubbliche amministrazioni affrontano quotidianamente. "La normativa è chiara", afferma Posa, "queste gare prevedono la clausola sociale per tutelare i lavoratori". Nonostante un primo incontro in prefettura avesse aperto spiragli di mediazione, l'azienda è rimasta ferma sulla sua posizione e l'offerta di 15 ore settimanali (il minimo previsto dal contratto) è arrivata solo dopo la denuncia da parte del sindacato Uiltucs all'ispettorato del lavoro. "A questo punto ci sentiamo prese in giro", continua Posa, "e chiediamo il rispetto della clausola sociale a 16 ore, come prevede la normativa".
Per questo motivo martedì scorso la dipendente ha firmato il mandato per la vertenza sindacale. La prima azione decisa dal sindacato è lo stop alle attività per un giorno, uno sciopero che si terrà giovedì prossimo, 14 novembre.
Ilenia Posa, Uiltucs Ivrea e Canavese
Sebbene la storia di Caravino possa sembrare una piccola vicenda locale, essa riflette una tendenza più ampia: la contrazione dei servizi esternalizzati delle pubbliche amministrazioni a spese dei lavoratori. I bandi di gara diventano sempre più stringenti, con costi crescenti per gli utenti. "Caravino è un piccolo esempio", afferma Posa, "alla lavoratrice non si vuole applicare la clausola sociale e alle famiglie è stato aumentato il costo del buono pasto di 50 centesimi".
Oggi la mensa, a tariffa piena, costa ben 6,50 euro a pasto.
La vicenda di Caravino solleva interrogativi importanti: è giusto che i lavoratori debbano pagare il prezzo delle politiche di esternalizzazione? E quanto è equo che le famiglie debbano sostenere costi aggiuntivi per un servizio essenziale come la mensa scolastica? La risposta a queste domande non è semplice, ma è chiaro che la tutela dei diritti dei lavoratori e la sostenibilità economica dei servizi pubblici devono essere al centro del dibattito.
Markas è un'azienda da 9mila dipendenti con sede a Bolzano. Fornisce servizi di ristorazione e pulizia in tutt'Italia. Per restare in Canavese, ha appalti anche a Piverone, dove si occupa della ristorazione delle scuole primaria e dell'infanzia; a San Maurizio Canavese, invece, ha l'appalto per le pulizie presso il presidio ospedaliero Fatebenefratelli.
In questo contesto, il ruolo dei sindacati e delle istituzioni diventa cruciale. La segnalazione all'ispettorato del lavoro da parte del sindacato è un passo importante per garantire il rispetto delle normative vigenti. Tuttavia, è necessario un impegno più ampio da parte delle istituzioni per garantire che le clausole sociali non siano solo parole su carta, ma diritti effettivi per i lavoratori.
UN APPELLO ALLA RESPONSABILITÀ
La vicenda di Caravino è un appello alla responsabilità, non solo delle aziende, ma anche delle amministrazioni pubbliche e della società nel suo complesso. È fondamentale che le politiche di esternalizzazione non si traducano in un peggioramento delle condizioni di lavoro e in un aumento dei costi per gli utenti. Solo attraverso un dialogo costruttivo e un impegno condiviso sarà possibile trovare soluzioni che garantiscano equità e sostenibilità.
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