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Ivrea - Volpiano
13 Giugno 2024 - 20:34
Da lunedì molti bambini potrebbero restare senza il pasto
Una Pec arrivata nel tardo pomeriggio di martedì, ad uffici già chiusi, ha mandato nel panico decine di sindaci del Canavese.
La GMI Servizi, il colosso della ristorazione che fornisce migliaia di pasti al giorno tra scuole, centri estivi, residenze per anziani, aziende, ha chiesto la messa in liquidazione e dal 14 giugno non garantirà l'erogazione del servizio.
Uno shock per quei primi cittadini che da lunedì dovranno inventarsi un modo per dare da mangiare ai bambini delle scuole materne il cui anno scolastico terminerà il 30 giugno.
Uno shock per le decine di dipendenti delle due sedi operative di Ivrea e di Volpiano che rischiano di restare senza un lavoro.
Particolarmente colpiti sono stati i Comuni del Canavese, tra cui Cascinette d'Ivrea, Tavagnasco, Vestigné, Casalborgone, Verolengo, Valchiusa, Lanzo, Balangero e San Francesco al Campo.
Il sindaco di Cascinette, Davide Guarino, è preoccupato e non nasconde il suo disappunto: "La comunicazione è arrivata ad uffici chiusi martedì pomeriggio, vista solo mercoledì mattina," ha dichiarato. "Hanno comunicato la domanda di messa in liquidazione. Non è fallita, verrà nominato un curatore fallimentare. Magari il curatore manderà avanti l'azienda, ma nessuno ha il cappello magico per sapere cosa vorrà fare".
Davide Guarino, sindaco di Cascinette d'Ivrea
Il problema si pone con particolare urgenza per le scuole dell’infanzia. A Cascinette, 22 bambini di età compresa tra i 3 e i 6 anni rischiano di rimanere senza pasti fino alla fine dell'anno scolastico, il 30 giugno.
"Abbiamo un contratto in essere con una società che dovrebbe fornire i pasti fino a dicembre," ha spiegato Guarino. "Ad oggi nessuno ci ha comunicato che il servizio subirà delle modifiche. La priorità è dar da mangiare ai bambini. Ad oggi ho già un piano B, e anche un piano C, e D. Ma prima bisogna capire cosa intendono fare loro perché l'appalto è ancora in piedi".
Moreno Nicoletta è stato eletto sindaco di Tavagnasco lunedì e martedì si è visto cadere in testa questa prima tegola: "Per fortuna sono rodato da dieci anni di amministrazione, con deleghe alla scuola e come assessore. Certo, però, che inizare subito così con un problema di queste dimensioni da affrontare, non è proprio il massimo...".
Nicoletta si è subito rimboccato le maniche: "Stiamo valutando diverse opzioni per coprire le due settimane in cui si rischia di restare senza il servizio. Verrà nominato un curatore fallimentare e sarà lui a decidere se l'azienda è ancora nelle condizioni di andare avanti oppure no".
Moreno Nicoletta, sindaco di Tavagnasco
L'appalto con GMI Servizi è stato stretto con l'Unione Montana della Dora Baltea, nelle stesse condizioni ci sono anche Quincinetto e Quassolo che però i bambini li manda a Tavagnasco.
"Per noi la mensa è un fiore all'occhiello. La cucina è a Quincinetto e la GMI fornisce la cuoca che prepara i pasti e la spesa. Tutto viene preparato sul posto e poi distribuito con un loro mezzo anche a Tavagnasco. Ma cambiare l'appalto non è una cosa così facile. Non possiamo scegliere un altro operatore che prenda il loro posto. Innanzitutto perché loro non hanno sciolto l'appalto. E poi perché tutto dev'essere convalidato dall'Asl, perfino il mezzo per il trasporto dei pasti".
Le soluzioni, in caso di interruzione del servizio sono solo due, secondo Nicoletta: "O mandare i bambini a casa per il pranzo. Oppure non resta che l'auto refezione. In poche parole, il pranzo al sacco".
A malincuore, ma queste potrebbero essere le uniche due soluzioni applicabili per i bambini di Tavagnasco.
"L'appalto stretto dall'Unione Montana con GMI Servizi - precisa Moreno Nicoletta - è in scadenza il 30 giugno. Comunque avremmo dovuto farne uno nuovo. Un momento che temevamo abbastanza perché già sappiamo che ci saranno degli aumenti. Oggi riuscivamo ad erogarlo a 4,50 euro a pasto, grazie ad un contributo di 2 euro integrato dall'Unione Montana che ogni anno stanzia 12mila euro per aiutare le famiglie alleggerendo questa spesa. Ma il problema da noi sono i numeri. Qui i pasti da erogare sono un centinaio al giorno e per questi colossi della ristorazione rappresentiamo una fetta di mercato piccolissima sulla quale non c'è molto da trattare".
Per Guarino, invece, non è affatto detto che da lunedì non verranno erogati i pasti. "Ognuno ha interpretato la comunicazione in modo diverso - dice -. Ad oggi nessuno ci ha comunicato ufficialmente che il servizio subirà delle modifiche. Si possono fare supposizioni, ma restano tali. Perché fasciarsi la testa prima del tempo?".
Ieri, mercoledì 12 giugno, il sindaco Guarino e il suo team hanno supervisionato la preparazione dei pasti, aiutando a distribuire il cibo ai bambini. "Come sindaco, non so cosa succederà, ma ho piani A, B e C. I bambini non resteranno senza pasti," ha assicurato. "Abbiamo una cuoca e una mensa con cucina nel plesso scolastico. La nostra priorità è garantire che i bambini ricevano i pasti necessari".
Altri sindaci in questo momento sono meno preoccupati perché non hanno più bambini nelle scuole.
Come Elisa Ghion, sindaca di Monteu da Po: "Con GMI Servizi abbiamo un appalto in essere per la mensa della scuola primaria. Fortunatamente la scuola è terminata la scorsa settimana. Con loro, però, abbiamo un appalto in essere fino a fine anno. Dovremo quindi capire che cosa fare".
La sindaca di Monteu da Po, Elisa Ghion
Oltre ai bambini, un'altra preoccupazione è rappresentata dai lavoratori di GMI Servizi Srl nelle due sedi di Ivrea, in via Cuneo 21, e Volpiano, in via Brandizzo 172.
Un brutto segnale è costituito dal fatto che fino a questa mattina il sito internet dell'azienda era completamente accessibile. Dal pomeriggio, invece, risulta in manutenzione rendendo ancora più complicato accedere alle informazioni aziendali.
"Per noi sindaci in questi giorni è stato impossibile metterci in contatto con qualcuno. Alla fine ci è riuscito solo un segretario comunale che è riuscito a parlare con un loro avvocato. Ma senza ottenere alcuna informazione in più rispetto a quanto comunicato con la Pec. Davvero troppo poco" spiega il sindaco Guarino.
La messa in liquidazione di una società a responsabilità limitata (Srl) rappresenta un processo legale complesso che segna la fine dell'attività commerciale di un'azienda. Questa decisione può derivare da varie motivazioni, tra cui difficoltà finanziarie, scelte strategiche o deliberazioni degli azionisti.
La sede di GMI Servizi in via Cuneo 21 ad Ivrea
La decisione di avviare la liquidazione viene formalmente presa dagli azionisti o dai soci durante un'assemblea straordinaria. Dopo aver raggiunto un accordo, la decisione deve essere ufficialmente verbalizzata e comunicata al Registro delle Imprese, segnando così l'inizio del processo di liquidazione.
Uno dei primi passi cruciali è la nomina di un liquidatore, che può essere un socio della società o un professionista esterno qualificato. Il liquidatore assume il compito di gestire tutte le operazioni necessarie per chiudere l'azienda, che includono la risoluzione dei debiti, la vendita dei beni aziendali e la distribuzione del ricavato tra i creditori e i soci.
Durante la gestione della liquidazione, il liquidatore deve affrontare le obbligazioni finanziarie dell'azienda. Questo implica il pagamento dei creditori, il recupero dei crediti in sospeso e la gestione di eventuali contenziosi legali. I beni dell'azienda vengono venduti per raccogliere i fondi necessari a soddisfare questi debiti.
Una volta risolti tutti i debiti, il liquidatore redige un bilancio finale di liquidazione, che deve essere approvato dai soci. Eventuali fondi rimanenti vengono poi distribuiti tra i soci secondo le loro quote di partecipazione. La fase finale del processo prevede la cancellazione della società dal Registro delle Imprese, segnando ufficialmente la fine della sua esistenza giuridica.
La sede operativa della GMI Servizi di via Brandizzo 172 a Volpiano
La messa in liquidazione di una Srl ha profonde ripercussioni anche sui lavoratori. La cessazione dell'attività comporta quasi sempre la perdita del lavoro per i dipendenti, che vedono risolti i loro contratti e si trovano improvvisamente senza occupazione.
Tuttavia, i lavoratori hanno diritto al pagamento di tutti gli stipendi arretrati, delle ferie maturate e non godute, del Trattamento di Fine Rapporto (TFR) e di altre indennità previste dai contratti collettivi di lavoro. Il liquidatore deve prioritariamente assicurare questi pagamenti durante il processo di liquidazione.
I dipendenti licenziati possono inoltre accedere agli ammortizzatori sociali previsti dalla legge, come la NASpI (Nuova Assicurazione Sociale per l'Impiego), che fornisce un sussidio di disoccupazione. La legge italiana prevede una gerarchia nei pagamenti dei debiti durante la liquidazione, garantendo che i crediti dei lavoratori siano soddisfatti prima di altri crediti non privilegiati.
I lavoratori possono anche fare affidamento sul supporto sindacale e legale per garantire che tutti i loro diritti vengano rispettati. I sindacati e i servizi legali possono facilitare il processo di recupero delle somme dovute e offrire assistenza durante questa transizione difficile.
Infine, esistono programmi e iniziative di ricollocamento professionale che possono aiutare i lavoratori a trovare nuove opportunità di lavoro. Agenzie del lavoro e servizi di outplacement forniscono supporto e consulenza per agevolare il reinserimento nel mercato del lavoro.
La messa in liquidazione di una società è un momento complesso e delicato, che richiede attenzione e supporto per tutte le parti coinvolte. È essenziale che i soci, i lavoratori e le istituzioni collaborino per mitigare le conseguenze negative e trovare soluzioni che possano offrire un futuro più stabile e sicuro per tutti.
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