Cerca

Elezioni americane

E' Donald Trump il 47° presidente degli Stati Uniti d'America: "Sarà una nuova età dell'oro"

L'America non è ancora pronta a una donna come presidente

Donald Trump

Donald Trump

Incredibile ma vero, gli Usa tornano ad essere governati da Donald Trump. È lui il 47° presidente.

Nella notte del 5 novembre 2024, tra lo stupore generale, Donald Trump ha superato la vicepresidente democratica Kamala Harris in una sfida che ha messo a nudo le profonde fratture e dinamiche dell’elettorato americano. Una vittoria inaspettata per alcuni, impensabile per altri, che restituisce all’ex presidente l’accesso alla Casa Bianca dopo quattro anni di strategie mirate, lasciando un segno indelebile sulla politica americana e scuotendo gli equilibri dell’intero mondo occidentale.

La campagna elettorale del 2024 è stata tra le più accese e polarizzanti della storia recente. Donald Trump, determinato a riconquistare la presidenza, ha puntato su temi come immigrazione, sicurezza nazionale e ripresa economica, usando uno slogan rinnovato: “Rendere l’America di nuovo grande.”

trump

Una retorica mirata, volta a galvanizzare il suo elettorato, già sensibile ai suoi messaggi forti e privi di mezzi termini. Kamala Harris, con uno stile completamente diverso, ha cercato di consolidare l'eredità di inclusività e riforme sociali lasciata dall’amministrazione Biden, puntando su giustizia sociale e politiche di equità che l’hanno resa un simbolo per molti. Tuttavia, l’efficacia del suo messaggio non è bastata.

Il destino della competizione si è deciso nei cosiddetti Stati in bilico. Arizona, Georgia, Michigan, Nevada, Carolina del Nord, Wisconsin e Pennsylvania sono stati il teatro delle battaglie elettorali più aspre, ognuno con le proprie contraddizioni e i propri punti caldi. Trump ha dominato in Arizona, Nevada, Carolina del Nord e Georgia, mentre Harris ha ottenuto importanti successi in Michigan e Wisconsin. Ma la Pennsylvania è rimasta contesa fino all’ultimo voto, e il suo esito ha segnato la differenza decisiva. Secondo quanto riportato dal New York Post, Trump ha destinato risorse straordinarie per mobilitare l’elettorato in queste aree strategiche, con un focus particolare su occupazione e sicurezza.

L'affluenza alle urne ha registrato numeri record: oltre 60 milioni di americani hanno votato in anticipo. Sky TG24riporta un dato sorprendente che riflette un elettorato consapevole dell’importanza storica di queste elezioni e deciso a far sentire la propria voce). Questo aumento è stato attribuito alla percezione diffusa che ogni voto contasse in una sfida tanto serrata, una convinzione che ha mobilitato anche molti elettori di solito meno attivi.

Nelle prime ore del 6 novembre, le principali testate hanno confermato la vittoria di Donald Trump, sancita dai risultati in Pennsylvania, Carolina del Nord e Georgia. Questi Stati chiave hanno consegnato all’ex presidente la maggioranza necessaria per la Casa Bianca. Nel suo discorso di ringraziamento, Trump ha parlato ai suoi sostenitori: “Questa sarà una nuova età dell’oro per l’America. Metteremo le famiglie americane al primo posto e ci concentreremo sulla sicurezza e la prosperità.”

Euforico, il suo vicepresidente eletto, JD Vance, ha dichiarato che la vittoria rappresenta la più grande rimonta politica nella storia degli Stati Uniti”, e ha promesso che l’amministrazione sarà all’altezza delle aspettative.

D’altro canto, Kamala Harris ha fatto un discorso che ha toccato l’emotività dei suoi sostenitori, riconoscendo la sconfitta ma sottolineando l'importanza della partecipazione e dell'impegno per il futuro del paese: “Questa non è la fine. Ogni battaglia ci insegna, ogni sfida ci rende più forti. Continueremo a lottare per un’America giusta e inclusiva.”Le sue parole hanno suscitato applausi e anche qualche lacrima tra i presenti, visibilmente colpiti dalla sua determinazione.

Sul piano internazionale, la vittoria di Trump ha suscitato reazioni variegate. Da un lato, leader come il presidente di El Salvador Nayib Bukele e il primo ministro ungherese Viktor Orban hanno espresso le loro congratulazioni, vedendo in Trump un alleato contro le pressioni globaliste e a favore della sovranità nazionale.

Dall’altra, le reazioni di alcuni storici alleati occidentali sono state più tiepide, con dichiarazioni formali di rispetto e prudente attesa. Gli Stati Uniti di Trump restano comunque la prima potenza mondiale, e la comunità internazionale osserva con attenzione, chiedendosi quali siano le prossime mosse.

Con Putin

Il ritorno di Trump segna una svolta nella politica americana e un profondo cambiamento che si estende ben oltre i confini nazionali. All'interno, la sua amministrazione dovrà rispondere alle aspettative, ma dovrà anche affrontare le sfide di una società divisa e polarizzata.

C’è grande curiosità per le prime scelte di governo, per i possibili interventi su immigrazione, sanità, istruzione e clima, ma anche per le scelte sul piano internazionale: Trump ha sempre criticato gli accordi multilaterali, preferendo una politica di isolamento e potenza. E molti si aspettano un ritorno a questa linea, con una riorganizzazione delle alleanze e un aumento della pressione su potenze rivali come la Cina.

Queste elezioni hanno rivelato un’America frammentata, sospesa tra il desiderio di stabilità e un passato di conflitti non risolti. La vittoria di Donald Trump rappresenta, per alcuni, una speranza di ritorno all’ordine e alla prosperità.

Per altri, un segnale inquietante che le divisioni sono più radicate che mai. Gli Stati Uniti si preparano ad affrontare un periodo di grandi cambiamenti e tensioni sotto la guida di un presidente che, senza timore, rompe con il passato per tracciare una nuova rotta. L’intero mondo osserva, in attesa di capire quale futuro riserverà alla politica della potenza mondiale più influente.

Commenti scrivi/Scopri i commenti

Condividi le tue opinioni su Giornale La Voce

Caratteri rimanenti: 400

Resta aggiornato, iscriviti alla nostra newsletter

Edicola digitale

Logo Federazione Italiana Liberi Editori