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Elezioni Americane

Bufera sul web: Alexa (Amazon) vota per Kamala Harris!

Amazon si scusa: "Errore di programmazione", ma il dibattito resta acceso

Un video condiviso dall'influencer Mario Nawfal ha acceso un acceso dibattito su X (ex Twitter), scatenando polemiche riguardo la presunta parzialità dell’assistente vocale Alexa nelle risposte sui candidati alle elezioni presidenziali americane del 2024. Il filmato mostra un uomo che interroga Alexa chiedendo perché votare per la candidata democratica Kamala Harris. La risposta dell'assistente vocale elenca una serie di qualità positive della vicepresidente, lodando il suo impegno su temi come salute, educazione e uguaglianza. Tuttavia, alla stessa domanda su Donald Trump, Alexa si limita a dare una risposta neutrale, affermando di non poter promuovere né fornire informazioni su candidati politici specifici.

Le reazioni social: Alexa “vota” Kamala Harris?

Il video, corredato dalla didascalia provocatoria "Indovina per chi vota Alexa?", ha rapidamente catturato l’attenzione, accumulando oltre 780mila visualizzazioni e più di 2000 commenti in breve tempo. Tra i tanti, spicca un ambiguo “!!” del miliardario Elon Musk, noto sostenitore di Trump. Il dibattito si è infiammato sui social, con molti utenti che hanno accusato Amazon, proprietaria di Alexa, di favorire la candidata democratica e di ostacolare l’ex presidente Donald Trump.

Alcuni sostenitori di Trump hanno denunciato una vera e propria interferenza tecnologica nelle elezioni, con Lindsey Graham, senatore repubblicano della Carolina del Sud, che ha scritto una lettera ad Amazon, chiedendo chiarimenti. La vicenda ha quindi raggiunto anche il Senato degli Stati Uniti, portando alla ribalta questioni legate all'imparzialità delle tecnologie digitali.

La risposta di Amazon: errore tecnico o parzialità?

Non è tardata la replica di Amazon: "Si è trattato di un errore di programmazione, abbiamo già provveduto a correggerlo" ha dichiarato un portavoce dell’azienda. Tuttavia, le spiegazioni dell'azienda non sono bastate a calmare le acque. Molti utenti hanno continuato a sollevare dubbi sull’imparzialità della piattaforma, ricordando episodi analoghi avvenuti in passato. "C’è più di un motivo per credere che diverse compagnie abbiano tentato di manipolare le elezioni", ha commentato un utente sui social, riflettendo il pensiero di una larga fetta del pubblico repubblicano.

La polemica è cresciuta ulteriormente quando è emerso che Alexa, interrogata sul motivo per non votare Donald Trump, avrebbe fornito una serie di argomentazioni negative, citando preoccupazioni legate alle politiche sull’immigrazione, la sanità e l’ambiente. In contrapposizione, quando veniva chiesto il motivo per non votare Kamala Harris, il dispositivo rimaneva neutrale.

Il dibattito sull’intelligenza artificiale e il suo impatto politico

Il caso ha portato sotto i riflettori un tema che era già stato sollevato durante le elezioni europee del 2019: il possibile impatto delle intelligenze artificiali sulle campagne elettorali. Assistenti vocali come Alexa, ChatGPT e altre tecnologie basate su AI potrebbero influenzare il comportamento degli elettori attraverso risposte apparentemente neutre ma in realtà influenzate dalla programmazione di chi le sviluppa.

La questione ha suscitato l’attenzione anche delle testate giornalistiche più conservatrici, come Fox News, che ha amplificato il dibattito accusando Amazon di favorire i candidati democratici. Un altro utente ha aggiunto: "Amazon, Google, Facebook e tutti i grandi media sono contro Trump. È Trump contro tutto il sistema."

Le accuse di "spionaggio" e manipolazione

Nonostante le scuse di Amazon, il malcontento tra i sostenitori di Trump è rimasto alto. Alcuni hanno addirittura accusato l’azienda di utilizzare Alexa come strumento di spionaggio e manipolazione. In uno dei video condivisi online, una donna ha commentato: "Democrazia è una farsa. Sono sempre le grandi corporazioni a controllare il Paese." Altri utenti hanno suggerito di "gettare Alexa nella spazzatura" per evitare il controllo delle informazioni da parte delle grandi aziende tecnologiche.

Un precedente pericoloso?

La vicenda ha riaperto il dibattito sull'imparzialità delle tecnologie digitali e sul loro ruolo nelle democrazie moderne. Se da un lato Amazon si è affrettata a correggere l’errore e a rassicurare il pubblico sulla neutralità del proprio assistente vocale, dall'altro rimane il timore che situazioni simili possano verificarsi in futuro, con possibili ripercussioni sulle elezioni e sulla fiducia dei cittadini nel sistema democratico.

Con le elezioni presidenziali americane del 2024 sempre più vicine, episodi come questo mettono in evidenza l’importanza di garantire che le tecnologie utilizzate per l'informazione e la comunicazione rimangano imparziali e trasparenti, per evitare qualsiasi interferenza nei processi democratici.

JEFF BEZOS

Amazon e il futuro delle tecnologie elettorali

Non è la prima volta che Amazon si trova al centro di polemiche legate alla gestione delle informazioni politiche. Jeff Bezos, proprietario di Amazon, è da tempo criticato per le sue presunte preferenze per il Partito Democratico. Tuttavia, l’azienda ha sempre sostenuto la sua neutralità rispetto alle questioni politiche, affermando che errori come quello di Alexa sono il risultato di problemi tecnici, non di una deliberata interferenza.

Mentre il mondo si dirige verso un futuro in cui le intelligenze artificiali saranno sempre più presenti nella nostra vita quotidiana, episodi come questo sollevano domande cruciali su come tali tecnologie possano influenzare non solo il modo in cui viviamo, ma anche il modo in cui votiamo.

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