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Il Canavesano

Mentre il mondo brucia, l’Italia balla sull’orlo del baratro

Tra sfilate vaccinali e distrazioni mediatiche, i risparmiatori italiani diventano prede di un sistema che consuma tutto nel breve periodo

Mentre il mondo brucia, l’Italia balla sull’orlo del baratro

Mentre Israele si sta macchiando del più grande genocidio dell’era moderna; mentre sta trasformando in una polveriera pronta ad esplodere tutto il Medio Oriente e mentre si fa di tutto perché la guerra fra Ucraina e Russia non abbia fine, dalle nostre parti, nella “democratica” Europa e per ciò che ci riguarda più da vicino, nella nostra Italia, tutto si trascina incoscientemente e stupidamente, allertando la gente sull’arrivo di nuove, pericolose pandemie.

Così, mentre i grandi stilisti stanno alacremente lavorando per la moda primavera-estate 2025, ecco che i nostri super virologi, epidemiologi e scienziati di vario tipo, sono tornati a lanciarsi in sfilate televisive, propedeutiche al lancio della moda autunno-inverno 2024-25 in campo vaccinale.

Il tutto, mentre nessuno parla della silenziosa “pandemia” di tumori e morti improvvise, che da un paio d’anni si è abbattuta sull’Italia e sulla parte di mondo asservita ai diktat dell’O.M.S., e mentre i padroni mondiali della finanza, con crescente livore, si stanno contendendo le spoglie di un sistema ormai giunto alla fine.

Certo, più o meno si parla di tutto, però, facendo ben attenzione a non scoperchiare il “Vaso di Pandora”. Così, mentre la cronaca nera, gli sbarchi dei clandestini ed i drammatici eventi alluvionali degli ultimi giorni si trasformano in dibattito politico, le elezioni regionali in Liguria fanno registrare un’affluenza alle urne, addirittura inferiore al 46%. Non c’é più nulla da fare, ormai, meno della metà degli aventi diritto va a votare e molti di questi annullano o restituiscono la scheda elettorale in bianco. L’argomento preferito dagli italiani è più che mai il calcio, incalzato da reality di ogni tipo e da strampalati talk show capaci di distribuire sgomento e occasioni di lacrimucce.

Così, mentre predatori e prede sgomitano per avere diritto all’ultimo giro in giostra, ancora non ho sentito nessuno avvertire del prepotente rastrellamento, già in opera, di quel poco che ancora è rimasto nei portafogli familiari degli italiani. Succede, infatti, per giunta alla luce del sole, nel disinteresse collettivo, che i nostri bravi istituti di credito stiano cercando di racimolare quanto più possibile prima che venga giù il “diluvio universale”. Lo stesso stanno facendo le finanziarie e le banche estere, più o meno virtuali, che in buona parte hanno colonizzato i mercati finanziari del nostro Paese. La tecnica predominante è quella dei Blockbuster cinematografici, che si basano su una strategia iperaggressiva centrata sul brevissimo periodo: tutto subito o niente! A pagare è sempre il cliente.

Al contrario delle masse, innamorate di tutto ciò che è distrazione e di tutto ciò che è futile, là dove sono abituati da sempre a guardarsi attentamente intorno, a capire e spesso a pilotare gli avvenimenti, hanno ormai maturato la convinzione che la finestra delle opportunità sia prossima alla chiusura. Tutto era già ben visibile da anni, quando pubbliche amministrazioni e investitori privati, rimasero abbagliati dalle colossali scommesse che solo i “prodotti finanziari derivati” potevano consentire. Scommesse sempre perse, o quasi.

Allo stesso modo, sempre alla ricerca del colpo grosso, ormai da diversi anni, colossi come Amazon e Apple, attraverso crediti mirati, anche a zero interessi, finanziano start up tecnologiche che, perfino col plauso della gente, sono arrivate a destrutturare interi mercati riconfigurandoli in favore dei loro finanziatori. Le opportunità sono sempre meno. Gli italiani, ormai, hanno mostrato di essere disposti ad accettare qualsiasi cosa, addirittura, di recente, hanno acconsentito, come in epoca fascista, di subordinare il diritto al lavoro al possesso di una tessera, allora verde, ai tempi nostri “green”.

Nessuno dice niente mentre si sposta sempre più in là l’asticella del diritto alla pensione e mentre nel contempo si bruciano miliardi di euro in armamenti e in aiuti all’Ucraina; nessuno pare aver capito che il continuo aumento delle tasse indirette colpisce, se non esclusivamente, soprattutto le famiglie a basso reddito e nessuno pare rendersi conto che il “famoso” ceto medio è ormai in via d’estinzione.

Il Paese pare rassegnato al declino, quindi, nulla da stupirsi se, finché la “finestra” è aperta, addirittura col peloso aiuto delle istituzioni, IT-WALLET e intelligenza artificiale docet, i padroni della finanza e dei mercati, vivono e s’ingrassano nella continua ricerca del colpo grosso. A nessuno importa ciò che accadrà nel lungo e nemmeno nel medio periodo, tutti puntano al bottino, nel breve periodo, rappresentato dai risparmi degli italiani che, solo nel 2022, fra inflazione e volatilità dei mercati, hanno lasciato per strada ben 693 miliardi.

A ben vedere non si è di fronte a qualcosa di nuovo, però, oggi come ieri, il tutto sembra accadere nel massimo disinteresse, come se sacrificare, sull’altare pagano della stupidità, tutto ciò per cui si è lavorato nella vita sia una cosa normale. Ci si rifiuta di capire, questa è la verità, sono ancora nitidi i piagnistei dei risparmiatori rimasti col cerino in mano, attratti dai fondi che hanno prima scommesso sui “subprime” e poi sul loro crollo ed ora, lancia in resta, eccoli, non ancora contenti, nella continua speranza di rifarsi, nuovamente pronti a scommettere su fondi che magnificano grandi guadagni, scommettendo sulle “energie rinnovabili” o sulla “mobilità sostenibile”. Tutti, quelli che hanno ancora qualcosa, nell’attesa che il gestore di turno gli telefoni per suggerirgli o raccomandargli nuove strategie di mercato più adatte al loro portafoglio.

Nei fatti, se in passato i mercati finanziari e delle merci erano “campi di battaglia” sui quali gli “eserciti” si disponevano in vista di una lunga guerra di posizione, oggi la competizione economica ha preso le sembianze della Chicago degli anni 30, quella delle sventagliate di mitra ad altezza uomo. Ci si muove su un “filo di lana” sottilissimo, sempre pronto a spezzarsi quando attraversato dal risparmiatore, incredibilmente robusto quando sullo stesso si muovono, sempre più senza controllo, i padroni dei mercati, quelli che ormai sono arrivati a dettare leggi e comportamenti ai governi ed alle banche centrali.

Il banco, costituito dai risparmi degli italiani, quello che in teoria dovrebbe vincere sempre, è ormai vittima di continuo saccheggio, non a caso, in un clima sempre più incerto e precario, “salta a ripetizione”, così che sono in continuo aumento i conti correnti sui quali viene steso il drappo nero.

La cosa che sfugge ai più, forse perché impegnati a dialogare con “Alexa”, o forse perché in attesa della sua versione più potenziata, quella capace di esclusivi suggerimenti in campo erotico-sessuale, è che, mentre un pò alla volta si sta arrivando a sostituire il contante con la moneta virtuale, per le banche, le finanziarie e le multinazionali, l’unica cosa che conta veramente è il “cash”!

Tutti impegnati a spremere l’ennesima rendita di posizione, tutti impegnati a far saltare il banco prima che il banco cessi di esistere!

decrescita

Altroché “decrescita felice”, come qualche pseudo economista continua a preconizzare, qui siamo di fronte ad un’età feroce. Ci si muove, storditi dal nulla rappresentato dalla politica nostrana, che tutto rappresenta, ma non gli interessi degli italiani, in una società sempre più depressa e cattiva, nella quale i giochi a somma negativa hanno, ormai da tempo, risvegliato gli istinti peggiori e il “mors tua vita mea”, così come nelle zone di guerra, è diventata la regola aurea di ogni interazione sociale.

Probabilmente non servirà a nulla, ma nella speranza che possa essere utile, voglio chiudere con una massima regalataci da John Templeton, colui che considero il più grande pioniere della “storia dell’investimento”: “Le quattro parole più pericolose in un investimento sono “Questa volta è diverso”.

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