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29 Ottobre 2024 - 18:51
Ictus in Italia: 120mila colpiti ogni anno, ma pochi conoscono i segnali di allarme
In Italia, ogni anno circa 120mila persone sono colpite da ictus cerebrale, un numero che evidenzia l’urgenza di un piano di prevenzione e gestione efficace. Tra coloro che subiscono un ictus, 45mila sviluppano conseguenze gravi, come la spasticità, una condizione invalidante che rende complessi anche i movimenti più semplici. Tuttavia, meno del 30% della popolazione è in grado di riconoscerne i segni, limitando le possibilità di un intervento rapido e aumentando i rischi di disabilità a lungo termine.
In occasione della Giornata Mondiale dell’Ictus, il 29 ottobre, l’Italian Stroke Association (ISA-AII) ha presentato un piano d’azione nazionale per affrontare l’ictus, puntando a sensibilizzare istituzioni e cittadini sull’importanza di una risposta tempestiva. Mauro Silvestrini, presidente di ISA-AII, ha dichiarato: «Il numero di persone colpite è elevato e, secondo le stime, potrebbe aumentare del 26% nei prossimi anni, con costi sanitari già molto alti in Europa, pari a circa 60 miliardi di euro». Le istituzioni sono quindi chiamate a intervenire, per arginare una situazione che rischia di aggravarsi nei prossimi anni.
Uno dei problemi principali nella gestione dell’ictus in Italia riguarda le disparità regionali. L’accesso rapido alle cure è fortemente influenzato dal territorio: se il 50% delle stroke unit è concentrato al Nord, solo il 24% si trova al Sud. Questo squilibrio ha un impatto devastante su migliaia di persone che non ricevono l’assistenza necessaria. «È essenziale garantire una presa in carico rapida e una riabilitazione completa su tutto il territorio italiano», aggiunge Silvestrini, richiamando l’attenzione sul diritto a cure di qualità per tutti, indipendentemente dalla regione di residenza.
La spasticità, una delle complicazioni più comuni dell’ictus, colpisce circa il 38% dei sopravvissuti a un anno dall’episodio. Tuttavia, solo il 18% riceve una diagnosi e appena 5mila pazienti riescono a ottenere cure adeguate. Uno studio condotto da Elma Research e Ipsen ha evidenziato l’urgenza di migliorare l’accesso e la qualità dei trattamenti per chi vive le conseguenze dell’ictus. Come sottolinea l’Associazione per la lotta all’ictus cerebrale (A.L.I.Ce. Italia), intervenire tempestivamente è fondamentale per limitare i danni neurologici: “Prima si agisce, più cellule cerebrali si possono salvare, riducendo disabilità e migliorando la qualità della vita post-ictus.”
La prevenzione dell’ictus ruota attorno alla cura della salute cardiovascolare. Secondo le linee guida dell’American Stroke Association, ci sono otto raccomandazioni chiave: adottare una dieta sana, svolgere regolare attività fisica, smettere di fumare, dormire a sufficienza, monitorare il peso e tenere sotto controllo pressione arteriosa, colesterolo e glicemia. La dieta mediterranea, con i suoi benefici documentati, è al centro delle indicazioni per ridurre il rischio cardiovascolare e prevenire l’ictus.
La sanità pubblica italiana, tra liste d’attesa lunghe e carenze di organico, necessita di interventi urgenti per migliorare la gestione dell’ictus e ridurre le disuguaglianze. Garantire un’assistenza rapida e completa è un obiettivo prioritario per migliorare la qualità di vita dei pazienti e affrontare in modo efficace una patologia che colpisce ogni anno migliaia di italiani.
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