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Vercelli

Perché sul “nuovo” viale Garibaldi non ci sono ancora le panchine

L'Amministrazione comunale imputa i ritardi alla Soprintendenza e alla ditta fornitrice, ma non è così. Costano 100 mila euro.

Perché sul “nuovo” viale Garibaldi non ci sono ancora le panchine

Le panchine ordinate dal Comune per viale Garibaldi. A lato l'assessore Simion e il sindaco Scheda

VERCELLI. Questa è soprattutto – per anagrafe e per mentalità – una città di vecchi, degnamente rappresentata da un sindaco 85enne (li compie il 30 ottobre, auguri). Un quarto dei residenti ha più di 65 anni, il numero di pensionati supera quello dei lavoratori attivi, e buona parte di coloro che sono in età lavorativa di giorno sono fuori città: al mattino i treni verso Torino e Milano sono pieni di pendolari vercellesi. Anche gli studenti universitari sono quasi tutti pendolari, ma al contrario: a Vercelli attraversano giusto il piazzale della stazione e il parco Kennedy per andare e tornare dalle lezioni ai treni o ai pullman; di giorno sono in aula, all'imbrunire tornano nei paesi. Nelle vie di Vercelli, di giorno, vedi soprattutto anziani.
E cosa vogliono gli anziani? Le panchine. Le panchine sul viale Garibaldi, già Lea dal fupon, da sempre luogo di ritrovo, di passeggio e di chiacchiere, oggetto di lavori di riqualificazione da più un anno grazie ai fondi del PNRR.
Ai primi di giugno, alla vigilia delle elezioni amministrative, il sindaco uscente Andrea Corsaro, nel disperato tentativo di rimontare rispetto ai candidati di centrodestra e centrosinistra, s'era fatto fotografare sorridente in mezzo al viale (meglio: al tratto di viale appena terminato) che costituiva la principale eredità del suo ultimo mandato, il cosiddetto garden boulevard. Invano, però: per Corsaro nemmeno il ballottaggio, ora in Consiglio siede tristemente (per quanto, ancora?) nei banchi della minoranza.

Come la racconta l'Amministrazione Scheda
Comunque: finisce la campagna elettorale, passano le settimane, l'estate avanza, si insedia il nuovo sindaco ma di panchine, in quel tratto di garden boulevard, nemmeno l'ombra. Tra gli anziani costretti a chiacchierare in pè sale il malcontento. A luglio il borbottìo arriva ai giornali, all'edizione locale de La Stampa un gruppo di abituali frequentatori del viale dichiara: «Prima si veniva qui e ci si incontrava con gli amici; ora il viale Garibaldi è stato rifatto, può piacere o non piacere, ma noi abituali frequentatori siamo rimasti orfani delle classiche panchine in legno in cui ci si ritrovava per parlare e trascorrere del tempo. Ci chiediamo quando mai arriveranno». L'assessore Massimo Simion, interpellato, rassicura: «Gli arredi sono in consegna; cestini, porta biciclette e panchine sono già state ordinate. L'iter sta procedendo regolarmente, ma ad oggi non sappiamo ancora il giorno preciso dell'arrivo. Possiamo dire che ci sarà nelle prossime settimane, anche perché c'è agosto di mezzo». E nell'articolo, alla domanda «a cosa sono dovuti i ritardi», indica la Soprintendenza.
Passa anche agosto, niente panchine. Gli anziani continuano a stare in piedi (o ad incontrarsi al bar) e a mugugnare, il 1° settembre la servizievole Stampa annuncia che «il sindaco Roberto Scheda ha avuto a metà settimana il benestare della Soprintendenza all'installazione delle sedute sul nuovo Garden Boulevard».

Come è andata veramente
Il progetto definitivo di “riqualificazione” del viale redatto dallo studio Land di Andreas Kipar, comprensivo delle nuove sedute (panchine), è noto almeno dal gennaio 2023, quando è stato trasmesso dal Comune alla Soprintendenza con la richiesta di “autorizzazione per gli aspetti di propria competenza all'esecuzione delle opere”. A maggio 2023 la Soprintendenza, esaminato il progetto, ha autorizzato l'esecuzione delle opere, inserendo – fra le altre – questa condizione: che “siano sottoposti a preventivo parere dell'Ufficio scrivente i campioni delle sedute in legno di nuovo inserimento”. Siamo – attenzione alle date – a maggio 2023.
Il Comune risponde dopo 14 mesi. Soltanto nel luglio 2024, infatti (quando il primo tratto del garden boulevard è completato, e mentre gli anziani già brontolano e Simion dichiara alla Stampa che «gli arredi sono in consegna»), la dirigente comunale Liliana Patriarca invia alla Soprintendenza “i riferimenti e i campioni delle sedute in legno di nuovo inserimento”: sono “panchine Flow con e senza schienale” (chissà come saranno contenti gli anziani di trovarsi, grazie alle intuizioni di Kipar, panchine senza schienale), struttura metallica e la parte lignea scelta sarà in legno duro”. La Soprintendenza – anche se, citando Simion, «c'è agosto di mezzo» – risponde a stretto giro: già il 21 agosto la funzionaria Elisa Appendino comunica a Patriarca che “visti i campioni delle nuove sedute previste si concorda con quanto proposto”. L'autorizzazione arriva quindi ad agosto 2024.
Le panchine, comunque, dopo i 14 mesi di ritardo del Comune a rispondere alla richiesta della Soprintendenza, non erano state ordinate né a luglio né ad agosto. E' vero che la ditta fornitrice – la Metalco srl con sede a Castelminio di Resana (TV) – era stata individuata già a maggio, ma la determina di “perfezionamento dei rapporti con l’aggiudicatario, mediante stipula di contratto” (per un totale di 100.385,79 euro, iva compresa) è stata emessa dalla dirigente Patriarca solo il 25 settembre scorso. Come facesse l'assessore Simion a dire, a luglio, che «sono già state ordinate, sono in consegna» lo sa solo lui.
E infatti le panchine e il resto dell'arredo urbano non erano in consegna né a luglio, né ad agosto, né a settembre e nemmeno ad ottobre. Soltanto il 24 ottobre (dopo che gli uffici avevano ricevuto la nostra istanza di accesso agli atti, ndr) il Comune ha diramato una nota urbi et orbi, prontamente ripresa dagli araldi di palazzo disseminati nelle varie redazioni, con cui annuncia che “arriveranno entro metà novembre”.

Ora, qui non regge la scusa del cambio di amministrazione. Il progetto del garden boulevard c'è (ed è finanziato) da almeno due anni, Simion era assessore (anzi: era vicesindaco) e Patriarca era dirigente anche quando il sindaco era Corsaro. Le panchine sul viale quest'estate non c'erano, e non ci saranno fino a metà novembre, non perché la Soprintendenza non le avesse ancora autorizzate o perché la ditta fornitrice tardasse a consegnarle, ma perché il Comune ci ha messo più di un anno ad inviare alla Soprintendenza “i riferimenti e i campioni delle sedute in legno” e ha stipulato il contratto di fornitura solo a fine settembre.
Gli anziani frequentatori del viale, e i giornalisti che abboccano alle fregnacce degli amministratori anziché consultare gli atti, potranno quindi usufruirne da metà novembre in poi: stagione ideale, a Vercelli, per sedersi a chiacchierare all'aperto. Magari su quelle senza schienale.

Un rendering diffuso dallo studio Land di Andreas Kipar per mostrare come sarà al termine dei lavori il garden boulevard (compresa venditrice di patate, cetrioli, ecc.)

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