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Space Park: ecco come sono fatti i nuovi satelliti made in San Mauro (VIDEO)

Argotec ha inaugurato il suo nuovo Space Park in via Burgo, un polo all’avanguardia unico nel suo genere. L’azienda chiarisce la sua missione e illustra i suoi prodotti hi-tech

Argotec Space Park: ecco come sono fatti i nuovi satelliti made in San Mauro

Immagine generata con l'intelligenza artificiale

Un polo tecnologico con caratteristiche uniche in tutta Europa. Questo è il nuovo Space Park di Argotec, azienda leader nel settore aerospaziale, inaugurato a San Mauro Torinese venerdì 18 ottobre.

I satelliti vengono assemblati all’interno di una clean room, l’unica di forma circolare in tutto il mondo per via dell’architettura dell’edificio, ovvero l’ex cartiera Burgo. Si tratta di un ambiente di lavoro protetto in cui i livelli di contaminazione da particelle nell'aria, come polvere, microrganismi e vapori chimici, sono mantenuti estremamente bassi. Questo tipo di stanza è essenziale per la produzione, l'assemblaggio e il collaudo di componenti utilizzati in applicazioni aerospaziali, come satelliti, veicoli spaziali, sonde e altri strumenti scientifici di grande precisione.

Clean room

«La celan room è composta da due aree: una di integrazione dei satelliti, dove sviluppiamo sistemi di bordo e di potenza che vengono integrati nella struttura del satellite. Poi il satellite viene spostato nell’altra area della clean room dove ci sono i macchinari di test» ha dichiarato Valerio Di Tana, ingegnere aerospaziale laureato al Politecnico di Torino e responsabile programmi di Argotec.

«Si tratta di test ambientali, in temperatura e che simulano le vibrazioni del lanciatore. Il satellite esce dalla clean room, viene portato alla base di lancio, integrato nel lanciatore e lanciato in orbita. Una volta lanciato in orbita, il satellite si accende iniziamo a prendere le telemetrie, ovvero i dati che ci tramette il satellite, trasmessi poi al mission control center al piano di sopra».

Ma cosa c’è di innovativo nella tecnologia del polo? «Tutti i sistemi di bordo – fa sapere Di Tana. Sono satelliti per l’osservazione della Terra, e sono ‘intelligenti’. Cosa fanno rispetto agli altri? Una volta lanciati, prendono le immagini e le elaborano a bordo, e poi possiamo mandare le informazioni a enti istituzionali e commerciali che saranno nostri clienti. Così ridurremo al massimo le tempistiche».

Un satellite in fase di costruzione

L’ingegnere ha poi richiamato la tragedia della Marmolada del 3 luglio 2022, quando precipitarono a valle circa 63.300 metri cubi di materiale ad una velocità di 50-80 metri al secondo, portando con sé roccia e detriti per circa 2,2 chilometri, causando 8 morti e 11 feriti. «Questo tipo di satelliti qui con i telescopi all’interno fanno delle acquisizioni di immagini continue sul territorio italiano e riescono a verificare se ci sono cambiamenti sul territorio. In casi del genere, l’algoritmo che implementeremo a bordo sarebbe stato in grado di verificare lo scivolamento del ghiacciaio, e quindi prevenire il problema».

Di Tana ha poi aggiunto che questa è solo una delle applicazioni possibili di questi nuovi ‘micro satelliti’, come li definisce l’azienda, visto che le dimensioni dei satelliti tradizionali sono paragonabili a quelle di un autobus. Sono anche più veloci da produrre, e Argotec dichiara di volerne costruire 52 satelliti all’anno, quindi circa uno a settimana, per essere molto competitivi sul mercato. Clienti nazionali e internazionali, anche governativi, sono interessati ai dispositivi e ai servizi offerti dall’azienda.

Lo Space Park ripreso dall'alto

Monitoraggio del territorio, ma non solo: in un contesto di crescente conflittualità internazionale, l'uso dei microsatelliti assume un ruolo chiave anche nel settore della difesa. «I piccoli satelliti sono veloci da produrre e possono essere utilizzati per difendere asset spaziali più grandi da eventuali minacce, comunicandolo subito a Terra» ha aggiunto l'ingegnere.

Un altro aspetto di cui l'azienda si fa vanto è l'utilizzo di tecnologie come l'intelligenza artificiale, oggi fondamentale per migliorare l'efficienza dei satelliti, come dimostrato anche dalla missione del 2022, quando un satellite Argotec ha ripreso l'impatto della sonda DART con l'asteroide Dimorphos grazie a manovre autonome.

Di Tana ha poi illustrato poi quali sono gli obiettivi dell’azienda in relazione al territorio: «I nostri pilastri sono utilizzare il più possibile la filiera italiana, preservare la qualità del prodotto, visto che quando si produce in serie diventa più difficile rispettare gli standard, che noi prendiamo come diktat.  E poi automatizzare la catena produttiva, perché velocizza la produzione e così facendo compiamo meno errori umani. Quando un satellite va in orbita, intervenire infatti non è più possibile, e lo si perde. Se il satellite viene fatto rapidamente ma senza i canoni di qualità, c’è molta più probabilità che diventino rifiuti spaziali».

Argotec si dimostra inoltre sensibile al tema della fine vita dei satelliti, ovvero quando termina la loro attività operativa. L’azienda dichiara che i suoi nuovi dispositivi, dalle dimensioni ridotte di 50x50x40 cm e dal peso di circa 70 kg (anche se lo Space Park può produrre anche satelliti fino a 200 kg), si disintegreranno una volta lasciata l’orbita durante il rientro nell’atmosfera terrestre, senza spese di recupero e senza continuare a vagare intorno al pianeta come rifiuti. 

Oltre alla clean room, la seconda sala importante del polo è il mission control center, dove arrivano i dati raccolti in orbita e dove opera il personale. È una sala di controllo ad alta automazione costruita per gestire una rete di satelliti in contemporanea, e non uno solo. La sala di controllo è al momento in fase di test per certificare e formare il personale.

L'interno del mission control center

Ad oggi, due sono i satelliti Argotec in orbita, giunti però alla fine della loro missione e diventati troppo costosi. Verranno sostituiti da un ‘costellazione’ di satelliti per il monitoraggio continuo della Terra: 40 saranno quelli del sistema HEO gestiti dal control center, per ottenere risultati migliori ed elaborare i dati in modo più efficiente.

«La ‘costellazione’ HEO è un nostro servizio. Quando i satelliti saranno in orbita, sarà sviluppato un servizio che venderemo a una serie di clienti sia governativi che commerciali» conclude Di Tana.

Sempre più importante è quindi l’impegno dell’Italia nel settore dell’aerospazio, e lo Space Park di San Mauro Torinese si pone sia come punto di riferimento internazionale che come trampolino di lancio per aziende piemontesi e italiane.

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