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Lutto

Il Canavese piange Luciana: fu sindaco, insegnante di liceo e molto attiva nel campo sociale e culturale

Il funerale si è tenuto giovedì a Milano, dove due dei suoi figli risiedono

Cintano

Luciana Giachetti è stata sindaco di Cintano

E’ stata sepolta giovedì 17 ottobre a Cintano Luciana Giachetti, ex-insegnante di liceo, attiva in campo sociale e culturale e per un periodo anche in quello amministrativo: dal 2009 al 2014 fu infatti sindaco del paese. Di Cintano era originaria la sua famiglia, che però viveva a Milano, dove il padre era titolare di un’azienda.

A Milano aveva studiato, si era sposata ed aveva cresciuto i tre figli: Giovanni, Lorenzo e Francesco. A Cintano veniva per le vacanze nella casa di famiglia e questa piccola località montana, così diversa dalla metropoli, rappresentava un po’ l’emblema di un diverso modo di vivere: così, quando aveva deciso di lasciare la città, era stato quasi inevitabile pensare al Canavese.

Aveva acquistato e fatto ristrutturare una casa a Spineto, zona di campagna ma vicina alle cittadine principali della zona: Castellamonte (di cui è frazione), Cuorgnè ed anche Rivarolo. A Rivarolo si era svolta l’ultima parte della sua vita lavorativa, a partire dall’anno scolastico 1999 – 2000: dapprima all’I.T.I.S. per cinque o sei anni; poi al Liceo Scientifico “Moro”, dove aveva potuto riprendere ad insegnare una delle materie sulle quali si era incentrato il suo percorso universitario. Era infatti laureata in Lettere Antiche e negli anni milanesi era stata docente di Latino e Greco al Liceo Classico.

Era una professoressa competente ed appassionata, sempre pronta ad aiutare anche al di fuori dell’ambito lavorativo quanti ne avevano bisogno, si trattasse di uno studente universitario alle prese con un esame impegnativo o di ragazzini in difficoltà. Aveva presto legato con i colleghi e stretto amicizie rimaste vive anche dopo il pensionamento. Ottimi erano i rapporti con gli studenti: con molti di essi (anche quelli conosciuti nei primi anni d’insegnamento) era rimasta in contatto. La casa di Spineto – estesa su tre piani, piena di libri e con un bel giardino – era sempre aperta alle visite ed all’ospitalità.

Cintano restava per lei un fondamentale punto di riferimento e nel 2009 si era candidata a sindaco. Nel corso del suo mandato aveva curato in particolare l’apertura verso i grandi temi della società contemporanea (ad esempio aveva organizzato un incontro con LIBERA) unita all’attenzione verso il territorio: “Voi che ci vivete da sempre - diceva - non lo apprezzate a sufficienza, non siete consapevoli di quante bellezze racchiuda”. Si era impegnata nel recupero dei sentieri montani, organizzando con un’apposita associazione percorsi di trekking e, in inverno, escursioni con le ciaspole.

Luciana Giachetti in una foto d'archivio

In seguito, da privata cittadina, aveva aderito al progetto dei Gruppi di Cammino messo in piedi dall’ASL TO4 ed in particolare a quello rivolto alle mamme con figli piccolissimi: queste passeggiate con le carrozzine su stradine e sentieri avevano riscosso grande successo e le avevano procurato molte simpatie.

Anche per gli amici organizzava a volte escursioni naturalistiche e visite culturali, sempre piena di iniziativa e di energia. L’ultimo suo viaggio era stato un Viaggio della Memoria in Polonia, guidato dalla professoressa Massera, grande esperta dei temi della Shoà. Come spesso succede alle persone che riflettono molto, nella vita quotidiana Luciana era piuttosto sbadata e questo diventava motivo di scherzi e risate con gli amici. Un quadro sincero e commosso della sua personalità e del suo modo di rapportarsi con gli altri lo ha tracciato, durante la cerimonia al cimitero, una signora armena con cui era diventata amica.

Ne riportiamo i passaggi più significativi: “Eccoci Luciana, siamo arrivati fino a qui, sei circondata da chi ti ha conosciuta, da chi ha incrociato il tuo sentiero… Qualcuno ha avuto la fortuna di stare nel tuo salotto circondato da librerie colme di libri, fino al soffitto, o seduto accanto a te a far ripetizioni di latino o greco, o a far ricerche sui libroni antichi. Umanità è la parola che meglio si addice alla tua persona, forte, sorridente, positiva, insaziabile della vita. Per te tutto aveva un senso nascosto, a volte lo scovavi e ce lo insegnavi. Lo hai mostrato con la tua onestà intellettuale senza risparmiarti mai, con i tuoi slanci vitali e generosi. Non esiste un grazie abbastanza grande per ogni dettaglio di stupore che hai lasciato in ognuno di noi. Adesso, puoi tornare a camminare su questi percorsi che tanto hai amato e dove abbiamo vagabondato, a volte senza sapere bene quale fosse la direzione, quanto tempo sarebbe durato il cammino e nemmeno quanto potesse essere difficile e faticoso! … Una metafora perfetta di come si rivela questo mondo, che tu ci hai dimostrato quanto sia bello da vivere. Grazie ancora all’infinito, ti vogliamo bene, per sempre”.

Il funerale di Luciana Giachetti, che aveva 82 anni, si è tenuto giovedì mattina a Milano, dove aveva trascorso gli ultimi anni: lì vivono infatti due dei figli, che avevano voluto starle vicini dopo l’ictus che l’aveva colpita. All’arrivo al cimitero di Cintano si è tenuta una breve benedizione, seguita dai discorsi di commiato.

Folta la partecipazione con tanti esponenti del mondo della scuola, tanti amici, i rappresentanti delle amministrazioni comunali del territorio. Invece della classica fotografia hanno ricevuto in suo ricordo la copia, su carta colorata in tinte pastello, di alcuni versi dello shakespeariano “Sogno di una notte di mezza estate” tradotti da Eugenio Montale e da lei trascritti a mano. Sono gli ultimi che aveva copiato ed inviato ai nipoti: era sua abitudine farlo quando qualche brano o poesia la colpiva in modo particolare.

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