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15 Ottobre 2024 - 12:18
Lo scoprimento della targa è avvenuto sabato scorso a Castellamonte
Una via di Castellamonte è stata intitolata sabato 12 ottobre all’imprenditore Luigi Massucco. Non una via qualunque ma quella in cui sorgeva il suo stabilimento, lungo il corso del Piova ai confini con il territorio comunale di Cuorgnè, poco prima che questo torrente si getti nell’Orco.
La cerimonia si è svolta alle 11 ed è stata seguita da una visita guidata con aperitivo presso la Maison Massucco. Negli ultimi anni il gruppo ha infatti avviato, accanto a quella tradizionale dello stampaggio a caldo, un’attività del tutto nuova e in un settore assai distante: la produzione di champagne.
Quella di Luigi Massucco è una storia simile a quella di numerosi altri imprenditori canavesani nati nei primi decenni del Novecento che, partendo dal basso e basando tutto sulle proprie capacità e sulla propria intraprendenza, riuscirono a raggiungere grandi traguardi.
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Le autorità intervenute
Venuto alla luce il 23 dicembre del 1906 a Colleretto Castelnuovo, Luigi Massucco detto Gino si ritrovò in giovane età a dover mantenere la famiglia. Suo padre Felice perse infatti la vita quand’egli aveva appena quindici anni a causa di un incidente sul lavoro: era occupato in una bottega di fucinatura degli attrezzi agricoli situata a Piova. Un nome, quello di Piova, ed una località, che segneranno il destino del futuro imprenditore, prima nel male e poi nel bene.
Dovendo provvedere al sostentamento della mamma e del fratello minore, il giovane cercò lavoro come operaio nelle aziende di stampaggio a caldo della zona, imparò rapidamente il mestiere e ad un certo punto decise di mettersi in proprio. Fu nella fucina di Piova, trasformata in un’officina per lo stampaggio a caldo, che trovò posto la sua produzione.
Massucco fu un imprenditore che non dimenticava di essere stato operaio: puntava sul lavoro ben fatto, anche a scapito dell’interesse economico immediato, e non disdegnava d’impegnarsi direttamente nelle attività manuali dello stabilimento.
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L'intitolazione della via
Questo gli procurava la stima dei suoi dipendenti. Gli procurò anche un incidente nel quale perse alcune dita ma non per questo si fermò. Aiutato dalla moglie Olga, continuò a lavorare fino all’età di 75 anni ovvero fino al 1981.
Era così affezionato a Piova che non volle lasciare nemmeno allora la casa adiacente alla fucina.
Morì nel 1997, poco dopo aver superato il traguardo dei 90 anni.
La decisione di intitolargli una strada era stata presa dalla giunta di Castellamonte due anni fa, precisamente il 16 settembre 2022.
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