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Valli di Lanzo
12 Ottobre 2024 - 00:58
Usseglio… Piccolo paese di montagna a 1.265 m di altitudine e a pochi chilometri, in linea d'aria, dalla Francia. Duecento residenti e poco più di un centinaio di persone lo abitano tutto l’anno.
Anni fa, il volantino della Pro Loco prometteva un paradiso alpino (“Usseglio bello d’estate, stupendo d’inverno!”) ma oggi la realtà è ben lontana dal sogno turistico che si vendeva allora.
Impossibile non restare incantati dalla bellezza di Usseglio quando si arriva sul pianoro e si spalanca lo sguardo sulla Lera, che domina incontrastata la valle. I villeggianti si innamorano di questo piccolo borgo. Tutti a parole desidererebbero venire a vivere qui. Ma la realtà è ben diversa.
Negli ultimi decenni, nessuna giovane famiglia con figli si è trasferita quassù tra queste montagne; anzi, molti che sono cresciuti qui si sono spostati verso il fondovalle. Da anni si parla di ripopolare la montagna e far rivivere questi luoghi incantati, ma tante parole, pochi fatti.
Il perchè è chiaro. A Usseglio mancano tutti i servizi essenziali. La scuola elementare è stata chiusa 15 anni fa. I bambini delle elementari e delle medie si recano tutti i giorni a Viù con il pulmino del Comune ma la vera sfida arriva con le scuole superiori. La più vicina si trova a Lanzo, a poco più di 30 km, una quarantina di minuti di macchina.
Peccato che per raggiungerla si debba prendere il pullman alle 6:20, per poi aspettare un’ora fuori da scuola.
All’uscita, il primo pullman per Usseglio parte alle 15:15 e arriva a destinazione alle 16:05. Questo significa che i ragazzi aspettano al Movicentro di Lanzo fino a due ore ogni giorno.
Sono anni che l’amministrazione comunale e l’Unione Alpi Graie conoscono il problema, ma nulla è stato fatto. La nuova amministrazione, a giugno, aveva promesso che per settembre ci sarebbe stato un pulmino dedicato ai ragazzi. Il programma elettorale recitava: “Garantiremo il trasporto pubblico per bambini e ragazzi di ogni ordine e grado, e renderemo fruibile un migliore servizio di trasporto scolastico, volto ad una maggiore sicurezza e ad un aumento delle corse per i ragazzi che frequentano gli istituti superiori”.
“La Vicesindaca, durante la presentazione di lista, si era presa l’impegno in prima persona di organizzare un servizio con un’auto a chiamata. Ad oggi nulla è stato fatto”, si lamenta una mamma, Barbara Cibrario.
Pietra tombale la lettera inviata ai genitori dal sindaco alcuni giorni fa. Si legge: “In ragione della normativa statale che preclude agli enti locali di occuparsi del trasporto scolastico, l’amministrazione si trova nell’impossibilità tecnica di organizzare un servizio con trasporto autonomo”.
“In realtà, sempre alcun giorni fa - commenta Cibrario - “il Sindaco di Viù, su richiesta di alcuni genitori e in accordo con il trasporto pubblico gestito dalla ditta Rossatto, ha posticipato l’orario di partenza da Lanzo di un pullman: dalle 12:25 alle 13:08. Questo non risolve il problema dei ragazzi che vivono a Lemie e Usseglio, perché il pullman termina la sua corsa a Viù, ma è la dimostrazione che, con la buona volontà, anche un Sindaco di un piccolo paese può fare grandi cose come posticipare l’orario di partenza di un mezzo per agevolare i ragazzi che vivono nel suo Comune. Ricordiamoci che il Sindaco ha giurato sulla Costituzione e che l’art. 34 dice che la scuola è aperta a tutti. L’istruzione inferiore, impartita per almeno otto anni, è obbligatoria e gratuita. I capaci e meritevoli, anche se privi di mezzi, hanno diritto di raggiungere i gradi più alti degli studi. Ad oggi, l’obbligo scolastico è fino a sedici anni. Il Sindaco ha il dovere di garantire questo diritto ai giovani ussegliesi e proprio in ragione di questo deve intervenire sui trasporti…”.
Insomma, Barbara Cibrario accusa l’amministrazione comunale di aver risolto il problema lavandosene le mani.
“Chi amministra un Comune” - stigmatizza - “dovrebbe tutelare i propri cittadini e pensare che è logorante stare fuori casa dieci ore per frequentare cinque ore di scuola a quaranta minuti dalla propria abitazione. Inoltre, i ragazzi pranzano non prima delle 16:10. In fondo, non si sta chiedendo nulla di nuovo all’amministrazione. Alla fine degli anni Ottanta, qualche politico ‘illuminato’ aveva capito che era necessario istituire il trasporto degli studenti della valle, perché le generazioni precedenti si erano dovute trasferire in città per frequentare le scuole superiori e spesso non avevano fatto ritorno ai paesi d’origine. Ora, dopo quarant’anni, abbiamo fatto mille passi indietro e tutto sembra davvero impossibile!”
Quante famiglie resisteranno a queste condizioni? E soprattutto, fino a quando i giovani di Usseglio saranno costretti a pagare il prezzo dell’abbandono istituzionale?
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