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Da Ciriè al trono dei talent: Hoshi, il 17enne che spiazza tutti al The Voice Award

Sacrifici, viaggi e successi: Stefano Pitasi racconta il suo percorso tra Torino, Milano e i grandi palchi, con un contratto firmato da Mario Lavezzi e un futuro tutto da scrivere.

La voce più bella del The Voice Award Chierinfestival 2024? È di Cirie. Ecco chi è il giovane cantautore Hoshi

Hoshi

Continua a collezionare successi Stefano Pitasi, in arte Hoshi. Il giovane cantautore ciriacese in questi giorni si è aggiudicato il primo posto al The Voice Award Chierinfestival 2024, il concorso canoro nazionale organizzato da Giuseppe Lorusso. Il 17enne, iscritto all’Istituto Superiore Tommaso D’Oria di Ciriè, ha già prodotto nove inediti, l’ultimo “Bugia” sarà presto fruibile.

Da Ciriè a Milano, attraverso un percorso di sacrifici che lo hanno portato a viaggiare per inseguire il suo sogno. La ricetta per il successo? Il duro lavoro accompagnato dai migliori professionisti della scena musicale. Tra questi big c’è il produttore Mario Lavezzi con cui Hoshi ha recentemente firmato un contratto manageriale.

Ecco cosa ci ha raccontato il giovane cantautore.

Dopo il trionfo di agosto al Campus Band Musica e Matematica di Milano, è notizia di questi giorni il premio al Concorso Nazionale The Voice Award Chierinfestival. Ci racconti come è andata?

 “È stata un’esperienza fantastica ad agosto. Salire su quel palco sapendo di essere stato scelto dal Maestro Mogol tra i 12 finalisti, anche solo questo, per me è stata una vittoria. Lì portato il mio inedito “Bugia” e una cover “Lose control” di Taddy Swims. Quando hanno decretato il vincitore assoluto ho provato una gioia immensa. Stessa cosa al Chierinfestival, era il terzo anno che partecipavo. Ho vinto il primo premio nella categoria Junior, l'anno successivo il primo premio nella categoria inediti con “Occhi lucidi “. Vincere quest’anno il premio assoluto è stato davvero molto emozionante, non me l'aspettavo”.

Hoshi, Stefano Pitasi trionfa al The Voice Award Chierinfestival 2024

Da Ciriè ai grandi palchi. Che effetto ti fa?

“Sono stato abituato fin da piccolo a grandi palchi, grandi concorsi. Per me il palco è casa, quando salgo sto bene, sono a mio agio, mi viene naturale trasmettere al pubblico ciò che sento nel cuore, non la vivo mai come una gara, ma l'unica cosa che voglio fare è trasmettere con la mia voce, la mia musica”.

Quanti podi stai collezionando?

“Ho la fortuna di avere a casa un piccolo studio dove mi alleno, è colmo di trofei, foto ricordo, a volte mi soffermo a guardare e mi rendo conto che la scelta della musica è stata azzeccata. Devo ringraziare la mia famiglia, soprattutto mia madre che ha supportato e condiviso questa grande passione scegliendo per me sempre i giusti concorsi, le scuole migliori. Anni di sacrificio e spero di rendere tutti orgogliosi. Il Premio The Voice Award Chierinfestival per me è uno dei regali più belli che abbia ricevuto”.

Come nasce la passione per la musica?

“Fin da piccolissimo, adoravo sentire mia madre cantare, ho scoperto il pianoforte, poi la batteria, e poi lo studio del canto, la voglia di scrivere è di cantare qualcosa di mio, tutto è avvenuto con una facilità estrema”.

È stato un percorso difficile?

“Non è stato sempre facile. A Torino è complicato trovare grandi scuole e grandi professionisti che possano seguirti, devi muoverti verso Milano e Roma. Ho cominciato a viaggiare per raggiungere l'accademia Scuola Cento per Cento Roma e seguire le lezioni di Song Writing con il grande Tony Bungaro, per pagarmi gli studi spesso eseguo serate live nei locali, quindi si dorme poco, rientri a notte fonda e la mattina il treno parte alle 6. Non nascondo che tante volte mi addormentavo a lezione stanco, distrutto, il giorno dopo la sveglia suonava per la scuola, lezioni di canto, e preparazione scalette. Io ci tengo a pagarmi gli studi da solo, comprese le lezioni con Luca Pitteri presso l'accademia Le Muse di Piombino di Gianna Martotella. La domenica non vado in giro con gli amici ma eseguo i miei brani fra le vie di Torino, tutto ciò che guadagno lo investo in musica, quindi direi musica = sacrificio”.

Qual è il concerto che hai vissuto con più emozione?

“Non c’è un concerto che mi ha emozionato di più, sono tutti meravigliosi, il pubblico mi ha sempre fatto sentire nel posto giusto, in fondo è sempre il pubblico che decide”.

Come nascono i tuoi brani?

“I miei inediti parlano di ciò che vivo, sono autobiografici, nascono così, improvvisamente. Non lavoro mai da solo, ho la fortuna di avere accanto a me Denis Chiatellino, con lui ho un rapporto speciale, mi conosce da piccolo, e dunque è facile lavorare con lui. Ci chiudiamo in studio e voilà, tre ore ed abbiamo il pezzo pronto da mandare in produzione. Qui entra in gioco il grande Andrea Fusini, esegue l'arrangiamento insieme creiamo la base e quello che esce è sempre ciò che mi aspettavo”.

Nove inediti prodotti, l’ultimo uscirà a breve. Puoi anticiparci qualcosa?

Bugia parla della paura del successo, la paura che dietro Hoshi le persone si dimentichino di Stefano, un ragazzo semplice e pulito, forse diverso e per questo con pochi amici, ma quei pochi sono straordinari. "Mi perdonerò" invece parla della paura di dichiararsi alla ragazza per la quale provo sentimenti "Non ti capisco" invece è im pezzo dal forte contenuto, la rabbia contro i ragazzi che per divertirsi il sabato sera hanno bisogno di sballarsi”. Mentre "Moonlight Veleno"  parla di una coppia che litiga ma che sia ama tantissimo”.

Cosa c’è nel futuro di Hoshi?

In questo periodo mi sto concentrando sulla produzione, ho appena firmato un contratto manageriale con il grande autore, cantautore, produttore Mario Lavezzi dunque vedremo cosa mi riserverà il futuro. Sicuramente qualsiasi cosa succeda non mi troverà impreparato. Essere stato scelto dal grandissimo Mario Lavezzi per me è un grande onore. Poi organizzerò un concerto per fine anno, non so ancora dove, sto realizzando nel frattempo anche i videoclip dei miei inediti. Incrociamo le dita, buona musica a tutti”.

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