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Settimo torinese

River Settimo. Non son tutti figli di Piastra

Il River Settimo costretto a emigrare a Torino mentre il campo comunale viene assegnato senza spiegazioni al rugby. L'amministrazione rimanda tutto a un bando

In foto Alessandro Bondi e la sindaca Elena Piastra

In foto Alessandro Biondi e la sindaca Elena Piastra

Settimo Torinese e il suo campo sportivo "Renzo Valla": una storia che, a distanza di mesi, sembra sempre più assomigliare a una commedia degli errori, senza risate.

Il protagonista di questa vicenda è il River Settimo, società calcistica costretta, suo malgrado, a lasciare il proprio Comune e a emigrare a Torino per poter continuare a giocare.

Un campo da calcio ci sarebbe: il Renzo Valla. Fino all'anno scorso ha ospitato una squadra di Serie D, oggi "è stato abbandonato a sé stesso, con l’erba alta e i cancelli chiusi", come ci aveva raccontato il presidente della società, Alessandro Biondi.

"Una risposta dall’Amministrazione comunale è arrivata ma è stata vaga e con fare di chi non sa o non vuole sapere cosa sta succedendo all'interno del campo Renzo Valla".

A parlare è stato l’assessore allo sport Giancarlo Brino, che ha cercato di tranquillizzare la società promettendo che "a dicembre ci sarà un bando", anche se, stando alle parole di Biondi, "in realtà sarà solo una manifestazione di interesse", il che significa che il bando vero e proprio si farà soltanto a giugno del prossimo anno.

Insomma un rinvio che rischia di compromettere anche la stagione 2025/2026, dato che "non ci sarebbero i tempi per sistemare l'impianto e permettere di giocarci".

Il malumore ha radici più profonde.

Biondi ci aveva raccontato di un dialogo avviato mesi fa con l’amministrazione comunale, durante il quale il River Settimo aveva presentato un progetto per la gestione dell’impianto.

"Abbiamo mostrato il nostro progetto sportivo, su cui si è discusso per mesi, ma senza mai arrivare a un dunque".

La mancanza di risposte ha spinto la società a protocollare il progetto, ma anche dopo quell’atto ufficiale "le risposte continuano a non arrivare".

Il pretesto per l’immobilismo?

"Le imminenti elezioni amministrative", ci aveva raccontato Biondi, sottolineando che la società ha atteso con pazienza che passasse il periodo elettorale, per poi trovarsi di fronte all’ennesimo rimpallo di responsabilità.

"Ad agosto abbiamo chiesto un incontro", ci diceva Biondi, "ma l’assessore aveva deciso di non presentarsi".

Quando finalmente c’è stato un incontro, si è scoperto che "il nuovo assessore non era a conoscenza neanche del progetto che avevamo presentato".

Un vero paradosso, considerando che la Polisportiva aveva già protocollato il piano per la gestione dell’impianto. Alla fine, la risposta dell’amministrazione è stata lapidaria: "Non ci sono spazi per poter giocare".

Una risposta che, oltre a gettare nello sconforto la società, ha messo a rischio l’iscrizione della squadra al campionato in corso.

In tutto questo, il "Renzo Valla" è rimasto vuoto? Nelle ultime settimane, stando ad un cartello, qualcuno lo avrebbe occupato. Lo starebbe utilizzando l'Eureka Rugby.

Non è chiaro "come e perché", ma sembra proprio che "in modo poco chiaro si siano impadroniti del Valla", commenta Biondi.

La gestione poco trasparente dell’impianto ha suscitato domande tra i tesserati del River Settimo, che "ci chiedono cosa ci sia sotto o magari chi…".

"Lo sport - dice Biondi - non è solo questione di spazi, ma di identità, di aggregazione sociale e di diritto". Eppure, nonostante l’importanza che il calcio riveste per molti giovani di Settimo, "oggi il River Settimo gioca a Torino".

Una situazione che non sembra destinata a risolversi presto, visto che l’amministrazione ha rimandato tutto a un ipotetico bando di giugno, con il rischio concreto che "l’impianto resti chiuso a chiave per altri sei mesi".

Nel frattempo, il River Settimo non demorde.

Eureka Rugby

Nonostante le difficoltà, la squadra è riuscita a iscriversi al campionato di terza categoria, grazie all’ospitalità dell’ASD River 1951, che ha messo a disposizione il proprio impianto a Torino.

Bondi ci tiene a ringraziare la società per il supporto: "Pur avendo l’impianto saturo, ha trovato il modo di farci allenare e disputare le gare di campionato, permettendo così ai residenti di Settimo di poter svolgere attività sportiva".

E allora, la domanda che sorge spontanea è: che fine ha fatto l’attenzione dell’amministrazione comunale guidata dalla sindaca Elena Piastra per lo sport?

Possibile che un impianto sportivo come il "Renzo Valla", che fino a poco tempo fa ospitava partite di Serie D, sia stato lasciato a marcire?

Forse, come suggerisce Biondi, c’è qualcosa di più dietro questa vicenda, qualcosa che l’amministrazione non vuole o non può spiegare. O forse, semplicemente, il River è sceso in fondo alla lista delle priorità del Comune, superato da convegni, conferenze e passerelle politiche.

Quel che è certo, è che i ragazzi del River Settimo, per il momento son "figli di un Dio minore" o, se si preferisce "non son figli di Piastra" e continueranno a fare la spola tra Settimo e Torino, sperando che, prima o poi, qualcuno si ricordi di loro e di quel campo da calcio che un tempo era il simbolo dello sport settimese.

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