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01 Ottobre 2024 - 11:41
Nella foto i sindaci di Ivrea e di Settimo Torinese
In Italia, il 2023 è stato l’anno d’oro delle casse comunali, gonfiate come mai prima d’ora grazie alle multe stradali.
Parliamo di un incasso da capogiro: 1,535 miliardi di euro, un aumento del 6,4% rispetto all’anno precedente e un incredibile +23,7% rispetto al 2019.
Un boom di multe che non si può certo attribuire solo alla crescita dei prezzi delle sanzioni legata all'inflazione.
No, qui il vero protagonista è stato il drastico aumento di controlli, spostamenti e, soprattutto, autovelox disseminati come funghi in ogni angolo della rete stradale e presi di mira da un "birbante" di nome "Fleximan", fumo negli occhi per tanti sindaci, eroe per gran parte degli italiani.
Le polemiche su simpatici aggeggi elettronici sono all'ordine del giorno.
Chi lo avrebbe mai detto, eh?
Il dato più sorprendente?
L’aumento record delle multe non si è verificato nelle grandi città, ma nei piccoli comuni, quelli con meno di 10mila abitanti. Qui, dove il traffico interno è limitato e spesso ci si conosce per nome, gli autovelox sono diventati il vero e unico sceriffo del villaggio.
Prendiamo Colle Santa Lucia, un paesino delle Dolomiti con un bottino di 747.094 euro in multe, pari a 2.159 euro per ogni residente. Ma chi ha pagato davvero queste salatissime multe?
I turisti e i motociclisti che sfrecciano sulle pittoresche strade di montagna, ignari della trappola.
E che dire delle grandi città? Roma, Milano e Firenze non hanno certo visto un’esplosione di multe come ci si potrebbe aspettare: anzi, qui la crescita è stata più moderata, se non addirittura in calo rispetto ai bei tempi pre-pandemia.
Un’altra chicca statistica?
Il Nord Italia incassa ben l’84,3% delle multe, mentre al Sud e nelle Isole, solo il 15,7%dei verbali finisce nelle casse comunali. Napoli e Palermo sono le vere “pietre miliari” di questa inefficienza, con rispettivamente il 14% e il 12,2% delle multe effettivamente pagate. Insomma, se al Nord le multe sono una fonte di reddito sicura e costante, al Sud sono poco più che carta straccia.
Firenze è la regina incontrastata per l’incasso pro capite, con ben 198,6 euro a testa. Grazie al turismo e agli autovelox, il capoluogo toscano ha trasformato ogni viaggio in macchina in una probabile donazione alle casse comunali.
Seguono a distanza Rieti e Siena, mentre Napoli, con 8,2 euro pro capite, si guadagna il titolo di “meno redditizia” d’Italia. Anche qui, viene da chiedersi se la questione sia solo la mancanza di pagamenti o piuttosto un problema di strategia: evidentemente, Napoli non ha imparato a monetizzare gli automobilisti come fanno i comuni del Nord.
E nel nostro bel Piemonte?
Come sono andati i comuni della provincia di Torino?
Beh, non c’è molto da stupirsi. Anche qui, i comuni hanno affinato l'arte di fare cassa con le multe.
I dati sono quelli comunicati dagli stessi Comuni al Ministero dell'Interno.
Settimo Torinese è la vera star: sotto la guida della sindaca Elena Piastra, che alle ultime elezioni ha raccolto un 75% di consensi (la chiamano Miss Preferenza), il comune ha incassato oltre 2,1 milioni di euro.
Non è difficile immaginare da dove venga la maggior parte di questi soldi: autovelox piazzati lungo la SP11, una strada che sembra fatta apposta per mettere alla prova la pazienza degli automobilisti e far sorridere le casse comunali.
Solo da quel tratto sono arrivati 1 milione di euro. Alla faccia della sicurezza stradale!
E Ivrea?
Non vuole certo restare indietro: 1,48 milioni di euro di incassi totali, di cui quasi 800 mila euro generati dall’autovelox piazzato nei pressi del Terzo Ponte. Anche qui la logica è chiara: se vuoi far quadrare i conti, piazza un autovelox strategico e attendi il suono delle multe che riempiono le casse.
Nulla di male nel far rispettare i limiti di velocità, per carità, ma quando queste sanzioni diventano una colonna portante del bilancio comunale, è lecito chiedersi se non si sia un po' perso di vista l'obiettivo.
Ma Settimo e Ivrea sono solo la punta dell’iceberg. Caselle Torinese ha messo da parte ben 1,67 milioni di euro, e non ha nemmeno dovuto fare troppo affidamento sugli autovelox! Basta una rete capillare di sanzioni per ogni minima infrazione: parcheggi vietati, accessi non consentiti, ogni piccola violazione diventa una manna dal cielo.
Caselle ha capito che non serve la velocità per far cassa, basta applicare le regole in modo ferreo e il denaro scorre. L’importante è colpire ovunque e comunque.
Stesso copione per Venaria Reale e Chivasso, rispettivamente con 1 milione e 1,04 milioni di euro di incassi. E poi ci sono Ciriè e Leini, che con 841 mila e 633 mila euro dimostrano come anche i comuni di medie dimensioni possano giocare duro nel gioco delle multe.
Certo, le violazioni di velocità danno una bella mano, ma è l’insieme delle sanzioni a fare la differenza: basta osservare e punire, e il bilancio si sistema da sé.
Anche Borgaro Torinese e Volpiano, che insieme hanno raccolto oltre 800 mila euro, seguono il solito schema.
Le violazioni gravi? Poco importa. L’importante è che ogni infrazione si traduca in un bel flusso di cassa. A pensarci bene, è una macchina perfetta: perché alzare le tasse quando si possono semplicemente aspettare gli automobilisti al varco?
E non dimentichiamo i piccoli, come San Maurizio Canavese e Rivarolo Canavese, che pur non incassando milioni, hanno comunque fatto fruttare rispettivamente 290 mila e 216 mila euro.
Anche i più piccoli hanno capito il trucco: sorvegliare, sanzionare e incassare.
Chiudono la nostra classifica (che si limita ai comuni con più di 5 mila abitanti) Brandizzo, Gassino Torinese e altri piccoli comuni, che pur con cifre più modeste, non si tirano indietro quando si tratta di emettere sanzioni.
Anche loro hanno capito che le multe sono la gallina dalle uova d’oro, un affare che non conosce crisi.
In definitiva, ciò che emerge dalla provincia di Torino è chiaro: le multe non sono più solo uno strumento per garantire la sicurezza stradale, ma un vero e proprio sistema per fare cassa.
Gli autovelox, i controlli e le sanzioni sono diventati un meccanismo collaudato per riempire le casse comunali. È un gioco che funziona alla perfezione, e finché gli automobilisti continueranno a pagare, le multe rimarranno la fonte di reddito più sicura per le amministrazioni locali.
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