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Ciriè

Brutta storia di violenza in Canavese: picchia l'ex moglie nel cortile di casa, a salvarla è il padre

L’aggressore si rifugia dai genitori ma viene rintracciato dai carabinieri che sequestrano le armi fa caccia del padre

L'ex marito l'ha aggredita nel cortile del condominio in cui la donna ora vive con il padre

L'ex marito l'ha aggredita nel cortile del condominio in cui la donna ora vive con il padre

A distanza di sole ventiquattro ore dall'ultimo tragico femminicidio avvenuto a Torino, la città di Ciriè è stata teatro di un nuovo episodio di aggressione nei confronti di una donna. Nella serata di martedì, in un quartiere residenziale, i carabinieri sono intervenuti per evitare che una lite tra due ex coniugi degenerasse ulteriormente. Un intervento tempestivo, reso possibile dalla prontezza del padre della donna, che ha chiamato il 112 quando la situazione stava precipitando.

La vittima, una trentenne madre di due bambini piccoli, è stata brutalmente aggredita dall’ex compagno. L’uomo, anch’esso poco più che trentenne e regolarmente occupato, avrebbe sbattuto ripetutamente la testa della donna contro un muro, all'interno di un cortile condominiale dove lei attualmente vive con il padre dopo la separazione. Solo l’intervento del genitore della donna, che ha chiamato i soccorsi, ha evitato che l’aggressione si trasformasse in qualcosa di ancora più grave.

Quando i carabinieri sono arrivati sul posto, l’uomo era già fuggito, ma i segni della violenza erano evidenti sul corpo della vittima, la quale è stata immediatamente trasportata al pronto soccorso dell’ospedale di Ciriè. Qui, i medici hanno riscontrato ferite che hanno richiesto una prognosi di sette giorni. Nel frattempo, le forze dell'ordine hanno rintracciato l’aggressore presso l’abitazione dei suoi genitori, dove è stato denunciato.

Un dettaglio inquietante ha spinto i carabinieri a un’ulteriore misura preventiva: all'interno della casa del padre dell’aggressore erano custoditi dei fucili da caccia, regolarmente detenuti, che sono stati prontamente sequestrati. Un provvedimento precauzionale che si è reso necessario in un contesto di tale tensione e pericolo.

L’episodio ha sollevato nuovamente l’attenzione sulla violenza di genere, una piaga che continua a colpire, spesso in contesti familiari, e che richiede interventi rapidi e decisi. Il fascicolo aperto dalle autorità giudiziarie è stato immediatamente classificato sotto il “codice rosso”, una misura introdotta nel 2019 per garantire una protezione più rapida ed efficace alle vittime di violenza domestica. Questa procedura consente alle forze dell’ordine e alla magistratura di agire in tempi brevi, evitando che le situazioni di violenza si ripetano o che possano degenerare ulteriormente.

Nonostante le denunce e gli interventi legislativi, la violenza contro le donne rimane un problema diffuso e pervasivo. Episodi come quello di Ciriè ricordano quanto sia ancora lunga la strada per una reale protezione delle vittime. La prontezza del padre della donna, che ha agito con determinazione per salvare sua figlia, ha probabilmente evitato l’ennesimo tragico epilogo. Tuttavia, resta il dramma di una famiglia segnata dalla violenza, con due bambini piccoli che, seppur indirettamente, sono vittime di questa terribile dinamica.

Le autorità continuano a indagare per ricostruire con esattezza quanto accaduto e garantire che l’uomo, già denunciato, venga sottoposto alle necessarie misure cautelari.

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