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Il caso
26 Settembre 2024 - 12:42
Prosegue la protesta degli studenti che ogni mattina partono da Chivasso per andare al Martinetti di Caluso
Sono passate due settimane abbondanti dall'inizio dell'anno scolastico, e la situazione legata agli orari degli autobus della linea Chivasso-Caluso non sembra trovare una soluzione, nonostante le numerose proteste e le voci sempre più insistenti di studenti, genitori e rappresentanti istituzionali.
Oggi, a dare ulteriore peso alla richiesta di intervento urgente, è arrivata la lettera inviata dal Presidente del Consiglio di Istituto dell'Istituto Superiore "Piero Martinetti" di Caluso, Emanuele Martellozzo, al sindaco di Chivasso Claudio Castello.
Il problema, ormai noto a tutta la comunità, è scoppiato con l'inizio dell'anno scolastico lo scorso 11 settembre, quando l'Agenzia della Mobilità Piemontese ha deciso di rivedere gli orari del servizio di Trasporto Pubblico Locale, senza considerare le reali esigenze degli studenti pendolari. L'Istituto Martinetti, che accoglie ben 1185 studenti provenienti da un vasto bacino geografico che include molte aree sotto la giurisdizione del Comune di Chivasso, si è trovato immediatamente in difficoltà. La modifica agli orari della linea 232, che ora vede l'autobus partire da Chivasso centro (piazza del Popolo) alle 6.45 anziché alle 7.20, ha provocato una serie di disagi a catena che, a distanza di settimane, non sono ancora stati risolti.
Il nodo del problema risiede nel fatto che l’autobus, con il nuovo orario, arriva a Caluso, di fronte al liceo di via Montello, alle 7.19, ben 40 minuti prima dell'inizio delle lezioni, fissato per le 8.00. Questo anticipo così significativo ha portato la maggior parte degli studenti a preferire la corsa in partenza da via Blatta alle 7.20, l'unica che permetta di raggiungere la scuola con un orario più ragionevole. Tuttavia, questa soluzione apparentemente logica ha creato un problema di capienza: l’autobus parte già sovraccarico, e alle fermate successive, come quelle di via Ceresa, Mosche, Boschetto e Arè, gli studenti restano a piedi, incapaci di trovare un mezzo per raggiungere la scuola.
"È impensabile vivere un intero anno scolastico così", ha dichiarato un genitore ormai esasperato dalla situazione. E non è l'unico. Le proteste si sono fatte sempre più forti, con numerosi genitori costretti a rivedere i loro impegni lavorativi per accompagnare personalmente i figli a scuola. Ma finora, nonostante le molteplici iniziative e la crescente pressione pubblica, l’Agenzia della Mobilità Piemontese non ha ancora fornito soluzioni concrete.
La lettera inviata al sindaco di Chivasso Claudio Castello
La lettera inviata questa mattina dal Presidente del Consiglio di Istituto, Emanuele Martellozzo, al sindaco Claudio Castello, rappresenta un tentativo ulteriore di richiamare l'attenzione delle autorità competenti. Nella missiva, Martellozzo sottolinea con forza come il problema sia diventato insostenibile per l'Istituto Martinetti e per le famiglie degli studenti. "Le modifiche, che solo apparentemente interessano una minima parte territoriale del bacino di utenza, nella realtà, comportano uno scompenso di numeri sulle altre linee di servizio", scrive Martellozzo, evidenziando come l'anticipo della partenza dell'autobus della linea 232 abbia costretto molti studenti a riversarsi sulle altre tratte, generando un sovraccarico che compromette l'efficacia del servizio.
La lettera non si limita a descrivere i problemi già noti, ma invita anche il Comune di Chivasso a farsi portavoce delle esigenze del territorio presso l'Assemblea e il Consiglio di Amministrazione dell’Agenzia per la Mobilità Piemontese. Martellozzo sottolinea l'importanza di trovare soluzioni che possano migliorare il servizio offerto, evitando ulteriori disagi agli studenti. La richiesta è chiara: una revisione degli orari che tenga conto delle reali necessità degli studenti pendolari e che eviti di penalizzare ulteriormente le famiglie.
La situazione è ormai insostenibile, e il rischio è che, senza un intervento tempestivo, l'intero anno scolastico possa essere compromesso per centinaia di studenti. La richiesta di Martellozzo si fa eco delle preoccupazioni di tanti genitori che, dopo settimane di attesa, chiedono finalmente una soluzione.
Ma il problema non si ferma qui. Anche l'uscita da scuola è diventata una sfida quotidiana per gli studenti. Con la corsa per Chivasso centro spostata dalle 13.20 alle 13.45, la maggior parte degli alunni cerca di salire sull'autobus che parte da via Blatta alle 13.22, creando nuovamente problemi di sovraccarico. Le famiglie sono esasperate, e la situazione non sembra destinata a migliorare senza un intervento deciso.
Gli studenti che ogni mattina salgono sull'autobus alla Blatta di Chivasso
Il richiamo alle autorità locali è forte e chiaro: la comunità chiede una soluzione immediata per evitare che il disagio si protragga ulteriormente. La lettera di Martellozzo rappresenta un passo importante nella direzione giusta, ma spetta ora all'Agenzia della Mobilità Piemontese rispondere concretamente alle richieste del territorio.
Per molti genitori, la pazienza è ormai al limite. La speranza è che questa volta le autorità ascoltino davvero e che, finalmente, si possa trovare una soluzione che metta fine a settimane di disagi. Ma fino a quando non verranno apportate modifiche significative agli orari degli autobus, la mobilitazione delle famiglie e degli studenti non si fermerà.
In una comunità come quella di Chivasso, dove il trasporto pubblico gioca un ruolo cruciale per garantire l'accesso all'istruzione, è fondamentale che le istituzioni dimostrino di saper ascoltare e rispondere prontamente alle esigenze dei cittadini. L'Istituto Martinetti, con i suoi 1185 studenti, non può permettersi un altro anno scolastico segnato da disagi e incertezze. Le richieste sono state fatte, ora è il momento di agire.
La palla è ora nelle mani delle autorità. Le settimane passano, il disagio cresce e la pressione delle famiglie aumenta. Un'intera comunità attende con ansia una risposta concreta che possa restituire serenità e normalità a centinaia di studenti e alle loro famiglie. Le autorità sono avvisate: l’ora di agire è adesso.
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