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Strambino

Chiude l'azienda del Canavese che fornì il legname a Stradivari: aveva più di 100 anni di storia

La Baro Legnami, fondata nel 1919, ha definitivamente chiuso i cancelli dello stabilimento di via IV Novembre 64

La famiglia Baro in occasione dei 100 anni dell'azienda

La famiglia Baro in occasione dei 100 anni dell'azienda

Strambino ha perso un pezzo della sua storia, un importante presidio produttivo e commerciale del territorio canavesano. La Baro Legnami, fondata nel 1919, ha definitivamente chiuso i cancelli dello stabilimento di via IV Novembre 64. La cessazione dell’attività è stata annunciata mestamente con un cartello affisso sulla recinzione dell’area industriale, situata lungo la strada che collega il capoluogo alla frazione di Crotte. Una chiusura che lascia un grande vuoto non solo a livello economico, ma anche dal punto di vista storico e culturale. Dopo oltre 100 anni di attività, l'azienda che aveva fornito legname a grandi nomi come Stradivari si vede costretta a calare il sipario.

Fondata subito dopo la Prima Guerra Mondiale, la Baro Legnami è stata una delle imprese più longeve e prestigiose del Canavese. Nel 2019, in occasione del centenario, Francesca Baro, ultima discendente della famiglia fondatrice, ricordava con orgoglio le origini dell’azienda: “A fondare l’azienda fu il mio bisnonno Germano, che rilevò una polveriera militare per trasformarla in una segheria. Negli anni, abbiamo fornito legname a importanti clienti, tra cui Stradivari per i loro celebri violini, e siamo stati fornitori della Farfisa, produttrice di fisarmoniche fino agli anni Settanta.”

Germano Baro, fondatore della storica azienda

Nel corso del secolo, l’azienda ha saputo adattarsi alle evoluzioni del mercato, diversificando la sua offerta. Negli anni Sessanta, cessata l'attività di taglio tronchi, la Baro Legnami si dedicò alla produzione di perline, un ramo che divenne centrale nella sua attività, insieme alla realizzazione di materiale edile in legno e servizi di bricolage. Nel suo ultimo periodo, la ditta operava in tre settori: travature per tetti, perline e profili, e bricolage, lavorando prevalentemente legno di larice e abete.

Nel 2019, anno del centenario, la ditta aveva raggiunto un fatturato di circa 1,5 milioni di euro, movimentando ogni anno circa 2mila metri cubi di legno, l’equivalente di circa mille tonnellate. Un traguardo importante per l’azienda che continuava a essere un punto di riferimento per il territorio. In quell'occasione, mezzo paese aveva partecipato all’“Apericento”, una grande festa per celebrare i cento anni di attività, cui prese parte anche la sindaca di Strambino, Sonia Cambursano, consegnando una targa commemorativa a Francesca Baro, come riconoscimento per la professionalità dimostrata nel corso del secolo.

Foto dall'archivio storico dell'azienda Baro

Oggi, quella stessa azienda ha chiuso i battenti, e lo stabilimento di via IV Novembre appare tristemente deserto. Le cause ufficiali della chiusura non sono state divulgate. La chiusura dell’azienda ha anche lasciato senza lavoro una decina di dipendenti, impiegati nelle varie attività produttive della Baro.

Una brutta notizia che ha colpito tutti gli strambinesi. La sindaca Sonia Cambursano commenta così: "Una brutta notizia per il nostro Comune, che senza Baro Legnami si riscopre un po' più povero, non solo da un punto di vista - seppure fondamentale - economico e produttivo, ma anche identitario. Un punto di riferimento per generazioni di strambinesi che si sono riforniti presso questa segheria, sempre all'avanguardia per maestranze e tecnologie. Ci passavo spesso accanto in bicicletta ed era familiare e rassicurante il profumo del legno, mi spiace pensare che non sarà più così".

Francesca Baro, affiancata dal marito Alberto Romagnani, aveva preso le redini dell’impresa dopo il padre Virgilio, che a sua volta l’aveva ereditata dal nonno Antonio, figlio del fondatore. “Abbiamo sempre cercato di adattarci alle esigenze del mercato e alle richieste dei clienti, anche in tempi difficili,” dichiarava Francesca Baro nel 2019. Purtroppo, nonostante gli sforzi, la crisi ha avuto la meglio su un'azienda che per decenni ha rappresentato un'eccellenza del legname non solo per il Canavese, ma anche a livello nazionale.

Con la chiusura della Baro Legnami, Strambino perde non solo una realtà produttiva, ma un pezzo della sua identità storica e culturale. Quell'azienda che aveva contribuito a costruire ponti tra generazioni, tra passato e futuro, ora lascia dietro di sé un'eredità fatta di competenze, storie di famiglia e una lunga tradizione legata al legno.

Un patrimonio di conoscenze, abilità e relazioni che, si spera, non vada perso ma possa ispirare nuove generazioni, affinché il legno di Strambino possa continuare, in qualche forma, a scrivere nuove pagine di storia.

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Commenti all'articolo

  • rangifer

    28 Settembre 2024 - 07:14

    Ho conosciuto questa società, ho conosciuto i due fratelli Baro. Lavoravo per la Gardino Legnami spa e mi occupavo di vendita in Piemonte e Valle d'Aosta. Mi colpiva allora la competenza di questi imprenditori. Erano importatori diretti del Douglas Fir, conoscevano personalmente i prestigiosi esportatori americani, canadesi , i Mac Millan, I Brazier. I fratelli Baro, imprenditori seri, competenti

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