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Il caso
23 Settembre 2024 - 00:30
Il sedile dell'automobile spuntato dalle acque del canale Cavour
Il Canale Cavour, un tempo simbolo di bellezza e vitalità, sta lentamente sprofondando nel degrado a causa dell'incuria e dell'abbandono. Questo storico fiume, che nasce dal Po a Chivasso e sfocia nel Ticino nel comune di Galliate, oggi è offuscato da detriti che ne soffocano le acque, trasformandolo in un triste emblema della trascuratezza.
Un tempo le sue acque scorrevano limpide tra sponde verdeggianti, incantando chiunque si trovasse a percorrere i sentieri che le costeggiano. Oggi, invece, il Canale Cavour è diventato un riflesso sbiadito di ciò che era, con rifiuti che si intrecciano alla vegetazione, offuscando la naturale armonia del paesaggio. Eppure, nonostante tutto, il canale continua a pulsare di vita: passeggiatori, ciclisti, famiglie e amanti della natura ancora si godono momenti di svago lungo le sue rive, circondati dai pochi spazi verdi rimasti. Le risate dei bambini e il cinguettio degli uccelli si mescolano in un contrasto stridente con l’incuria, come se la natura lottasse per riprendersi ciò che le spetta.
Tra i detriti, un sedile di macchina emerge solitario, abbandonato da tempo. Non è chiaro se sia stato gettato lì o trasportato dalle correnti, ma la sua presenza, tra il ponte del passaggio a livello e quello successivo verso Arborea, a Verolengo, è un inquietante simbolo di abbandono. Questa sedia racconta di un tempo passato, quando il luogo era vivo e curato; oggi, invece, rappresenta l’indifferenza che ha preso piede in questo angolo di natura, richiamandoci alla necessità di restituire dignità e bellezza a questi spazi.
Come se non bastasse, un'auto abbandonata nel canale da oltre vent’anni si erge come un monumento al degrado. La sua storia è avvolta nel mistero: come è finita lì e perché è ancora presente? Quando l’acqua si alza, il veicolo scompare, inghiottito dalla torbidità, diventando invisibile e amplificando il senso di abbandono. Questa presenza silenziosa, nascosta tra i detriti, ci costringe a riflettere su una realtà inaccettabile e ci ricorda l’urgenza di prenderci cura del nostro ambiente.
L’acqua, ora torbida e marrone, nasconde tutto ciò che un tempo animava il fiume, rendendo difficile riconoscere la vita che lo abitava. È necessario un intervento collettivo per ripristinare la sua originaria purezza, affinché tutti possano riscoprire la bellezza della natura. Ogni oggetto dimenticato, restituito dalla secca del canale, è un segnale di un degrado che non possiamo più tollerare.
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