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Quattro gatti e un condottiero: la Lega lancia la "gazebata"

La mobilitazione della Lega in Canavese: quando difendere l'autonomia è questione di vita o... gazebo

Alessandro Giglio Vigna e Matteo Salvini

Alessandro Giglio Vigna e Matteo Salvini

Il Canavese è in fermento! Eh sì, cari lettori, perché quando si parla di autonomia e processi che toccano il "Capitano", la Lega non perde occasione per suonare la carica come una fanfara in festa.

Giovedì scorso, nella sede della Lega in via Aosta a Ivrea, è andato in scena uno di quegli eventi che gli organizzatori amano definire "imperdibili". E, diciamocelo, con tutto quello che c'è in ballo – l'autonomia regionale e il futuro politico-giudiziario di Matteo Salvini – chi mai si sarebbe sognato di non esserci?

Tra sedie di plastica e volantini ben piegati (la cura dei dettagli prima di tutto), militanti e sostenitori si sono ritrovati per discutere del sacro principio dell'autonomia. Ma non solo: l'incontro è servito anche a prepararsi per l'imminente "Gazebata Federale", l'evento epico in cui, armati di penne, bandiere e un’infinita pazienza, i "celoduristi" conquisteranno le piazze a colpi di propaganda.

Gigio Vigna e Matteo Salvini

Al centro della stanza, lui, il deputato Alessandro Giglio Vigna pronto a sfoderare tutta la sua retorica da paladino padano, come solo un vero condottiero sa fare. Tra uno slogan e l’altro, ha arringato i presenti con il classico grido di battaglia: "Difendiamo l’autonomia!" e, ovviamente, "Salvini non si tocca!" , neanche fosse una reliquia sacra.

E l’autonomia? Beh, per Giglio Vigna è la "più grande riforma mai vista in Italia", qualcosa che risolverà qualsiasi problema. Dalla viabilità caotica alla carenza cronica di parcheggi, passando per la sanità senza medici e infermieri, fino alla mancanza di wifi gratuito nelle piazze. Parole d'ordine o parole a caso: "resistere contro il sordido rigurgito di centralismo". Parole pesanti, che non si sentivano dai tempi di Umberto Bossi...

E tra un rigurgito centralista e una gazebata federalista, viene da chiedersi se il buon Vigna non si sia accorto di aver perso per strada qualche voto. Sì, perché mentre il Carroccio si trasformava da forza politica influente in Canavese a movimento per "quattro gatti in fila per tre", qualcuno ha avuto la sensazione che la sua carriera da leader abbia vissuto giorni migliori.

Chiunque altro al posto suo si sarebbe trovato in difficoltà, ma non lui! Come abbia fatto a scrollarsi via di dosso il peso della sconfitta alle regionali e nel Comune di Ivrea con la stessa energia con cui si spolvera una giacca questo davvero non lo si è ancora riusciti a capire... Si sarà convinto che una gazebata sarà sufficiente a risollevare le sorti del partito magari raccattando qualche simpatizzante qua e là?

Ah, e poi c'è il "Capitano". Matteo Salvini, sempre presente, sempre al centro di tutto. Attaccato, processato, quasi martire. E tutto per aver difeso i confini della Nazione con la stessa solerzia con cui difenderebbe un'area pedonale. Sei anni di carcere, signori! Per aver fatto "il propio dovere". Incredibile, vero? Ma questa è la politica di oggi: chi difende la patria rischia di finire al fresco, mentre chi parcheggia sulle strisce blu la fa franca.

Comunque sia, i leghisti del Canavese, ben organizzati e con il morale sempre alto, sono pronti per la grande "Gazebata Federale" del 21/22 e del 28/29 settembre. E chissà, magari tra un caffè, una bandiera e qualche selfie con il Capitano, riusciranno persino a salvare l'Italia. Sempre che l’autonomia lo permetta, s’intende!

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