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Casalborgone e Diaroumé: un ponte di sostenibilità tra Piemonte e Senegal

Nell’ambito dell’iniziativa “Kadenkaa baara”, un gruppo di esperti italiani - tra cui il sindaco Cavallero - ha intrapreso un viaggio in Senegal lo scorso aprile. Ora, con l’arrivo di una delegazione senegalese in Italia, si completa il cerchio...

Casalborgone

Una delle visite organizzate in Piemonte per la delegazione senegalese

«Quando siamo arrivati in Senegal, ci siamo subito resi conto che il nostro lavoro avrebbe avuto un impatto profondo sulla comunità di Diaroumé».

A parlare è Francesco Cavallero, sindaco di Casalborgone e capofila del progetto Kadenkaa baara.

«Il calore con cui siamo stati accolti e la voglia di imparare delle persone con cui abbiamo lavorato ci hanno fatto capire quanto fosse importante ciò che stavamo facendo. Non eravamo lì solo per insegnare, ma per imparare a nostra volta da una cultura ricca e affascinante».

Il Comune di Casalborgone si erge infatti come modello di cooperazione e solidarietà in un progetto che va ben oltre i confini locali, abbracciando il cuore pulsante dell’Africa occidentale.

Nell’ambito dell’iniziativa “Kadenkaa baara”, un gruppo di esperti italiani - tra cui il sindaco Cavallero - ha intrapreso un viaggio in Senegal lo scorso aprile, portando con sé non solo competenze tecniche ma anche un profondo spirito di collaborazione. Ora, con l’arrivo di una delegazione senegalese in Italia, si completa un cerchio di scambio culturale e professionale che mette in luce l’importanza di lavorare insieme per un futuro più equo e sostenibile.

In aprile, una delegazione italiana composta da medici, veterinari, esperti di apicoltura e cooperazione internazionale, insieme a Francesca Enrica Bove, coordinatrice del Centro di formazione in agroecologia CasaBio, ha trascorso dieci giorni nel sud del Senegal, lavorando a stretto contatto con la comunità locale.

Il benvenuto alla delegazione senegalese

«Il nostro obiettivo era chiaro: migliorare le condizioni socio-economiche e ambientali della popolazione, offrendo formazione e strumenti concreti per un futuro sostenibile» spiega Bove. «Abbiamo avuto l’opportunità di formare trenta donne e giovani, dando loro le competenze necessarie per inserirsi nel mercato del lavoro e contribuire allo sviluppo della loro comunità».

Il progetto “Kadenkaa baara”, che in lingua mandingo significa “lavorare insieme”, è nato dall’esigenza di creare opportunità di lavoro sostenibile per le donne e i giovani di Diaroumé, un piccolo comune del Senegal. Finanziato dall’Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo (AICS) e dalla Regione Piemonte, il progetto si inserisce nel programma “Reti al lavoro - Percorsi in Comune per giovani e donne in Senegal” e rappresenta un esempio concreto di come la cooperazione internazionale possa fare la differenza.

«Ogni lezione, ogni dimostrazione pratica, non erano solo momenti di insegnamento, ma veri e propri scambi culturali» prosegue Bove. «Lavorare fianco a fianco con le persone del luogo, condividere con loro esperienze e conoscenze, ci ha arricchito immensamente. Ad esempio, l’entusiasmo con cui hanno accolto le formazioni sulla sicurezza alimentare e sulla profilassi delle malattie del bestiame ci ha mostrato quanto fosse grande il desiderio di migliorare le proprie condizioni di vita».

In quei giorni intensi, la delegazione italiana ha anche avviato l’allestimento di un laboratorio di parassitologia per uomini e animali, grazie al contributo dell’azienda Berti Group, che ha donato un microscopio. «Non si trattava solo di fornire attrezzature, ma di creare un sistema di supporto continuo, che potesse crescere autonomamente e portare benefici a lungo termine» sottolinea Cavallero.

Il gemellaggio tra Casalborgone e Diaroumé non è però un’esperienza unidirezionale. Dal 12 al 20 settembre, una delegazione senegalese ha fatto visita in Italia per proseguire il percorso iniziato in Senegal.

La visita in Regione Piemonte della delegazione senegalese con Cavallero, Bove e l'assessore regionale Marrone

I delegati senegalesi hanno potuto conoscere da vicino le realtà imprenditoriali del territorio piemontese che hanno fatto della sostenibilità ambientale il loro marchio distintivo. Dal Mulino Gaiato alla bioedilizia con la terra cruda, fino all’essicazione della frutta e delle erbe aromatiche, ogni tappa del percorso è stata un’occasione per condividere esperienze e idee innovative.

«Abbiamo mostrato loro come il nostro territorio abbia sposato la sostenibilità ambientale, portandoli a visitare aziende che rappresentano l’eccellenza in questo campo» dice Cavallero. «Ogni incontro, ogni discussione, è stato un tassello in più verso la costruzione di un futuro comune, basato su valori condivisi».

L’entusiasmo della delegazione senegalese è palpabile, come racconta Bove: «Sono rimasti colpiti dalla nostra attenzione per l’ambiente e dall’innovazione che abbiamo messo in pratica nelle nostre attività agricole. È stato stimolante vedere come queste idee possano essere adattate e applicate nel loro contesto, creando un ponte di conoscenze e di buone pratiche tra il Piemonte e il Senegal».

Il progetto Kadenkaa baara si conferma quindi come un esempio virtuoso di cooperazione internazionale, dove la condivisione di saperi e risorse non solo arricchisce entrambe le parti, ma getta le basi per un futuro di sviluppo sostenibile e solidale.

Cavallero conclude: «Questo è solo l’inizio di un lungo cammino insieme. Abbiamo seminato tanto, e ora dobbiamo continuare a coltivare questo legame, con l’auspicio che possa crescere e dare frutti per entrambe le comunità».

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