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Ivrea

Solidarietà senza confini: l’avventura di Gabriella Colosso nel cuore del Benin

Un progetto di cooperazione internazionale per formare nuove generazioni e promuovere l'autosufficienza locale nel cuore del Benin

L'assessora Gabriella Colosso con il sindaco  di Natitingou, Josias Hounkpe

L'assessora Gabriella Colosso con il sindaco di Natitingou, Tatè Oundeyama

In un mondo che corre a velocità sempre maggiori, c’è chi decide di dedicare il proprio tempo e le proprie risorse a una causa più grande: aiutare chi vive in condizioni di estrema povertà. Gabriella Colosso, assessora del Comune di Ivrea, si trova attualmente in Benin, uno degli stati più poveri del mondo, per contribuire a un progetto di cooperazione internazionale che punta a migliorare la vita di migliaia di persone. Il Benin, nonostante la sua ricchezza culturale e naturale, è un Paese che affronta enormi difficoltà socio-economiche.

Ad accompagnarla in questa missione ci sono Roberto Falzoi di Seniores International e Daniela Guasco della RE.TE Ong (Associazione di tecnici per la solidarietà e la cooperazione internazionale). Sul campo operano anche i volontari dell’ONG Musco, impegnati a supportare i vari progetti in corso. Seniores International è una ONLUS che lavora su numerosi fronti nei Paesi in via di sviluppo, molti dei quali patrocinati dal Comune di Ivrea e sostenuti dalla Regione Piemonte.

Uno dei principali interventi avviati a Natitingou riguarda la ristrutturazione della Maison de la Coopération et du Développement Durable, un edificio destinato a diventare un centro di formazione agraria. Il progetto, che ha avuto un costo iniziale di circa 6.000 euro, è stato completato cinque anni fa, ma da allora sono stati investiti ulteriori 20.000 euro per l’avvio di corsi tecnici in collaborazione con l’Università di Parakou, oltre alla costruzione di un pozzo, un sistema di irrigazione e l’installazione di pannelli fotovoltaici. Inoltre, un altro edificio è stato trasformato per ospitare percorsi di formazione agricola tecnico-professionali, cruciali per il futuro della comunità.

A dare vita a questo progetto sono volontari con una vasta esperienza alle spalle, molti dei quali pensionati: agronomi, industriali, bancari e architetti, che hanno deciso di mettere a disposizione le proprie competenze per migliorare le condizioni di vita nel Benin. Un esercito silenzioso che lavora lontano dai riflettori, ma che ha un impatto significativo.

L'assessora Gabriella Colosso con il sindaco  di Natitingou, Josias Hounkpe

colosso in Benin

Colosso in Benin

Colosso in Benin

Durante il suo soggiorno in Benin, Gabriella Colosso è ospite di un orfanotrofio femminile, un luogo che sta vivendo in prima persona e dove ha potuto toccare con mano la realtà delle giovani ospiti. Colosso ha voluto ringraziare pubblicamente chi ha contribuito con donazioni di vestiti, tra cui spicca la FILA di Biella, che ha fornito capi per le ragazze dell’orfanotrofio.

Il viaggio della Colosso ha l’obiettivo di monitorare l’avanzamento dei vari progetti in corso. Tra gli incontri significativi vi è quello con il sindaco di Natitingou,  Tatè Oundeyama, con cui ha discusso le problematiche principali che affliggono la comunità, dalla mancanza di istruzione all’accesso limitato ai servizi essenziali. Uno degli elementi centrali del progetto è proprio la Scuola della Cooperazione. Non è solo un luogo di apprendimento, ma un simbolo di speranza per le nuove generazioni.

Le condizioni in cui si trovava la scuola prima dell’intervento erano drammatiche: aule degradate, banchi in rovina e un'infrastruttura che metteva a rischio la sicurezza degli studenti. Grazie all’impegno e al contributo di tante persone, oggi la scuola è stata completamente rinnovata.

Gli studenti possono finalmente studiare in un ambiente sicuro e dignitoso, con nuove attrezzature che migliorano l’efficacia dei programmi educativi. "Investire nell’istruzione significa dare ai giovani gli strumenti per costruire un futuro migliore. Non possiamo cambiare tutto in un giorno, ma possiamo fare la differenza un passo alla volta", ha dichiarato Gabriella Colosso durante uno degli incontri con le autorità locali.

Un altro pilastro del progetto riguarda l’Università di Agraria, che forma giovani agricoltori in tecniche moderne e sostenibili. In un Paese come il Benin, dove l'agricoltura è la principale fonte di sostentamento per la popolazione, avere accesso a nuove conoscenze e tecnologie può fare la differenza tra sopravvivere e prosperare. La formazione agricola non solo migliora le competenze tecniche, ma è fondamentale per garantire la sicurezza alimentare e affrontare le sfide del cambiamento climatico.

L’obiettivo a lungo termine è creare un sistema educativo e agricolo che possa sostenersi nel tempo senza dipendere costantemente da aiuti esterni. La cooperazione tra il Piemonte e il Benin non si limita a fornire risorse temporanee, ma punta a costruire le basi per un futuro autosufficiente. Le comunità locali, grazie ai corsi tecnici e ai miglioramenti infrastrutturali, potranno gestire autonomamente le proprie risorse e migliorare le proprie condizioni di vita.

Il Benin, tuttavia, non è solo povertà. È un Paese ricco di storia, di cultura e di tradizioni. Conosciuto come la culla del vudù, il Benin custodisce una delle più antiche tradizioni spirituali dell’Africa. La sua popolazione, nonostante le difficoltà quotidiane, è orgogliosa delle proprie radici e vive con un forte senso di comunità. È su questo spirito di solidarietà e di legame con le proprie origini che Gabriella Colosso sta lavorando, cercando di creare un rapporto che vada oltre il semplice aiuto economico, fondato sulla collaborazione e sul rispetto reciproco.

L’assessora continuerà il suo viaggio nei prossimi giorni, incontrando altre autorità locali e rappresentanti delle comunità coinvolte nel progetto. Il suo lavoro dimostra come la politica possa essere utilizzata per fare del bene, superando i confini nazionali e mettendosi al servizio di chi ha più bisogno.

Mentre seguiamo a distanza questo viaggio, non possiamo che riflettere su quanto siamo fortunati a vivere in una società dove l’istruzione e l’accesso ai servizi essenziali sono diritti garantiti. Il progetto di cooperazione tra il Piemonte e il Benin ci ricorda che, nonostante le nostre preoccupazioni quotidiane, abbiamo il dovere di guardare oltre i nostri confini e fare la nostra parte per migliorare il mondo, anche a chilometri di distanza.

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