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San Giusto Canavese

Un volo di cuori bianchi sulle note di Max Pezzali, per l'ultimo saluto a Giulia Grigore

La ragazza, di appena 18 anni, è morta in un incidente stradale mentre andava a lavorare in monopattino la mattina dell'8 agosto

Un volo di cuori bianchi sulle note di Max Pezzali, per l'ultimo saluto a Giulia Grigore

"Per sempre con noi". Queste le parole dello striscione preparato dagli amici per l'ultimo saluto alla loro Giulia.

Giulia Grigore, 18 anni appena, uscita di casa all'alba per andare a lavorare e sbalzata via dal monopattino elettrico su cui viaggiava quella mattina. Le indagini stabiliranno la dinamica del terribile incidente avvenuto giovedì 8 agosto sulla provinciale San Giorgio-Ozegnaall’altezza dell’incrocio per Ciconio. Giulia non è morta subito, si è spenta alle prime luci dell'alba di venerdì 9 agosto, dopo la disperata lotta dei medici del Cto di Torino per tenerla stretta alla vita che tanto amava. Troppo gravi le ferite riportate nell’incidente: Giulia aveva un gravissimo trauma cranico e facciale.

Dopo due settimane da quel tragico giorno, sotto il sole di un agosto che stride con il nero del lutto dei cuori di quanti le volevano bene, San Giusto Canavese si è raccolta con il cuore spezzato per darle l'ultimo saluto. 

I funerali, celebrati nella parrocchia del paese, sono stati segnati da una commozione palpabile. Un nodo in gola che non si scioglieva. C'erano gli amici, i familiari, tutti stretti nel dolore per una perdita che ha lasciato un vuoto profondo. E c'era anche la sindaca Giosi Boggio, ex maestra, che Giulia l'aveva conosciuto bene. Anche lei stringeva tra le mani uno di quei palloncini bianchi a forma di cuore che hanno preso il volo per quell'ultimo straziante saluto.

Lo striscione sul sagrato della chiesa preparato dagli amici per salutare Giulia Grigore

Dopo la funzione religiosa sono stati lanciati accompagnati dalle note di "Eccoti" di Max Pezzali. Una scena struggente, un addio dolce e doloroso per una giovane vita spezzata troppo presto.

"Sei il primo mio pensiero che al mattino mi sveglia. L'ultimo desiderio che la notte mi culla. Sei la ragione più profonda di ogni mio gesto. La storia più incredibile che conosco".

Parole che risuonano come una carezza e come un pugno su un dolore per il quale non c'è sollievo.

Durante la cerimonia, la sindaca Giosi Boggio, insieme a tutta la comunità, si è stretta attorno al dolore inconsolabile della mamma e del papà di Giulia, Florin e Veronica, del fratello Gabriele e delle nonne Anita e Maria. Le parole del parroco hanno cercato di dare conforto a una folla attonita e ferita, paragonando Giulia a un fiore bellissimo che Dio, come un giardiniere, ha voluto prendere per il suo giardino celeste.

"Possiamo solo cercare di immaginare il dolore dei familiari di Giulia – ha detto il parroco – Ora lei è accanto al Signore. Dobbiamo pensare a Dio come a un giardiniere, che per il suo giardino non prende solo delle foglie secche e cadute ma prende a volte anche qualche fiore bellissimo. Così era Giulia, che era nel fiore dei suoi anni".

Un momento particolarmente toccante è stato il discorso della zia e madrina di Giulia, che ha espresso con parole struggenti il dolore e il senso di colpa per non aver potuto fare di più per alleviare la sofferenza della nipote. "Eri la nostra seconda figlia. Abbiamo cercato di essere i tuoi genitori spirituali. Ho provato ad esserci ma sono sicura che non è stato abbastanza. Hai sofferto tanto. Ti sei creata una tua corazza, eri forte e sono convinta che un giorno tutto si sarebbe sistemato. Giulia, ti ringrazio per la tua presenza e quello che hai fatto. Ti chiedo perdono per tutto il dolore che hai vissuto. Ti chiedono perdono per tutte le carezze che ti dovevamo e non hai avuto - ha detto la zia e madrina della 18enne – Mi mancherai sempre amore di zia".

Con queste parole, una comunità intera ha pianto la perdita di una giovane ragazza che, nonostante la sua breve vita, ha lasciato un'impronta indelebile nei cuori di chi l'ha conosciuta. La tragica scomparsa di Giulia Grigore resterà per sempre un doloroso ricordo per San Giusto Canavese, ma anche un monito a ricordare l'importanza della vita e dell'affetto che le persone a noi care ci lasciano in eredità.

Giulia aveva affrontato prove molto dure. Sua madre se n’era andata di casa quando lei aveva 12 anni. Lei tutti i giorni faceva 17 km per andare a lavorare alla Caffetteria Torino di Rivarolo Canavese. Per aiutare la famiglia. Aiutare il padre Florin, che tutti i giorni va a lavorare a Novara, e il fratellino più piccolo, Gabriele. Il monopattino, però, non lo prendeva quasi mai. Viaggiava in autobus, ma d’estate, con il servizio trasporti ridotto in provincia, spostarsi era diventato più complicato. E così la scelta di quel mezzo, comodo, ma pericoloso. 

Resta da capire cosa ci facesse, però, sulla provinciale San Giorgio-Ozegna. Non faceva mai quella strada. Era troppo pericolosa. Lì le auto sfrecciano ben oltre i limiti di velocità. 

Di certo si sa che il monopattino di Giulia Grigore, si era scontrato con un’Alfa Romeo Giulietta condotta da un 21enne residente a Lusigliè all’altezza dell’incrocio per Ciconio, regolato da un impianto semaforico.

I mezzi procedevano nella stessa direzione e il semaforo era verde. L’impatto era stato devastante. La ragazza, dopo aver sfondato il parabrezza dell’auto è stata sbalzata sull’asfalto.

Commosso il racconto della sindaca Giosi Boggio: "Giulia era una ragazza buona, priva di cattiveria, con un sorriso che spesso nascondeva una tristezza profonda. La vita, con lei, non era stata molto amica. Senza la mamma aveva dovuto diventare grande prima del tempo. Ogni mattina, si alzava presto per andare al lavoro a Rivarolo, utilizzando il suo monopattino, l'unico mezzo a disposizione. Non era un lusso, ma una necessità, un simbolo del dramma della povertà che spesso dimentichiamo. Nonostante le difficoltà, riusciva a mantenere quella gentilezza che la rendeva speciale agli occhi di tutti".
"Giovane senza malizia semplice e buona, era circondata da tanti amici che le volevano bene per il suo cuore grande e la sua naturale dolcezza - continua Boggio, ex maestra -. Fino a notte inoltrata, quei suoi amici sono rimasti al suo fianco in ospedale, sperando, pregando e incoraggiandola a lottare. Volevano credere che la loro Giulia ce l'avrebbe fatta, che il suo sorriso triste avrebbe ritrovato la luce".
Per sostenere la famiglia, la comunità sangiustese aveva anche avviato una raccolta fondi per sostenere le spese del funerale. Un gesto concreto per dimostrare la presenza di tutti in un momento di dolore e smarrimento.
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