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Settimo Torinese
19 Agosto 2024 - 15:26
Dialoghi con Leucò
Di recente, su La Repubblica è apparsa un'intervista che ci offre un ritratto piuttosto curioso della sindaca di Settimo Torinese, Elena Piastra. Lungi dall’essere solo una figura politica, Piastra ci viene descritta come una sorta di "Super Sindaca," capace di destreggiarsi tra la letteratura di Pavese, la saggistica sull'urbanistica e le complessità della vita quotidiana con una disinvoltura fuori dal comune.
L’intervista si apre con una rivelazione sorprendente: negli anni dell’università, Piastra ha finalmente trovato il tempo per scoprire la letteratura. E non parliamo di romanzi rosa o thriller, ma di autentici giganti come Pasolini, Pavese, Pratolini, Fenoglio e Calvino. Insomma, mentre la maggior parte degli studenti cerca di sopravvivere ai tomi di diritto o economia, la nostra sindaca, con il suo cappuccino e cornetto, si immergeva nelle pagine di "Dialoghi con Leucò", come se stesse partecipando a una seduta di autocoscienza collettiva.
Piastra descrive questa scoperta come un "atto di meraviglia," un viaggio etico e esistenziale che, a vent’anni, le ha aperto le porte di una nuova consapevolezza. Per molti, vent’anni sono l’età delle serate in discoteca e dei primi lavori part-time; per Elena, invece, erano il momento perfetto per riflettere sull’ineluttabilità del destino, mentre i suoi coetanei cercavano di capire come ottenere un caffè gratis con la tessera dello studente.
Ma il tempo passa, e anche le sindache cambiano. Piastra racconta che, con l’arrivo delle figlie e della carriera politica, la letteratura ha dovuto cedere il passo alla saggistica. Ora, sul comodino della sindaca, troneggiano titoli come "Organizzare il disordine," "Innovazione della città sostenibile" e "Spazi comuni: un progetto urbanistico." Libri che farebbero svenire qualunque lettore occasionale, ma che per Piastra sembrano essere diventati pane quotidiano.
E qui arriva il primo spunto di riflessione: immaginate la sindaca che, dopo una lunga giornata di lavoro passata sui social e in giro per la città a visitar cantieri con fotografi appresso, si rilassa leggendo un bel saggio sulla pianificazione urbana.
Perché sì, mentre noi comuni mortali cerchiamo di dimenticare il traffico e il caos cittadino, Piastra si diletta a leggere su come migliorare la nostra esperienza urbana, magari con un sottofondo di musica classica per rendere il tutto ancora più drammatico. E non stupisce che suo marito - è scritto su Repubblica - la prenda in giro per queste letture, forse domandandosi se tra quelle pagine ci sia anche una guida su come organizzare al meglio la dispensa della cucina.
Eppure, nonostante la sua passione per i manuali tecnici, Piastra sostiene di non aver dimenticato Pavese. Anzi, ci confida che nei momenti difficili torna spesso a uno dei "Dialoghi con Leucò," in particolare quello sulla metamorfosi del licaone. Per la cronaca parliamo del licantropo, dell’uomo-lupo, o lupomannaro, in latino versipellis, ‘il rovesciapelle’, una figura che ha radici molto profonde ed estese nel folklore europeo
Per la sindaca, questo è un passaggio che offre una preziosa lezione sull’arroganza umana e le sue conseguenze. Ora, non per sembrare irriverenti, ma c’è qualcosa di irresistibilmente comico nell’immaginare Piastra, mentre affronta le tensioni di una giunta comunale, pensare ai miti greci e ai lupi mannari. Chissà se, in quei momenti, si chiede se trasformare Chiara Gaiola o Arnaldo Cirillo in una pianta non sarebbe una soluzione più efficace delle solite mediazioni.
E non è ancora finita qui. L’intervista ci racconta anche di come Piastra, dopo aver letto Pavese, abbia sentito il bisogno di visitare le Langhe, un pellegrinaggio letterario che l’ha portata a camminare tra le colline descritte dallo scrittore. Un’esperienza che, ne siamo certi, deve averle fornito un nuovo spunto di riflessione durante i suoi progetti di riqualificazione urbana. Perché se c’è una cosa che la nostra sindaca sa fare, è collegare i puntini: dalla bellezza dei paesaggi piemontesi alla necessità di creare spazi comuni nei quartieri popolari di Settimo. Forse, mentre camminava tra le vigne, Piastra ha avuto l’illuminazione sui parchi peccato che, dopo averli pensati e non ancora realizzati non sia riuscita gestirli trasformando il disordine della natura in “semplice” degrado.
Ciliegina sulla super sindaca. Sempre in vena di letture impegnate, Piastra dice di esseri interessata anche al rapporto tra la struttura delle città e il benessere psichico dei cittadini, ispirata da un saggio su Franco Basaglia. Ora, lasciateci un momento per disinnescare l’immagine di una sindaca che, tra una delibera e l’altra, si chiede come il design urbano possa influenzare la salute mentale della popolazione.
In un’epoca in cui molti di noi si accontenterebbero di trovare un parcheggio vicino a casa, meno degrado sui marciapiedi e erba tagliata nei parchi e nelle aiuole la sindaca riflette su come gli spazi urbani possano plasmare le nostre menti.
E allora sì che ci viene il dubbio. Sta sollecitando la pazzia. Ci vuole tutti pazzi con lei che dialoga con i pazzi.
Inutile non sottolineare che l’intervista pubblicata su La Repubblica ci restituisce un’immagine di Elena Piastra che è tanto affascinante quanto surreale. Una sindaca che, tra le sfide dell’amministrazione locale e le responsabilità familiari, trova il tempo di leggere Pavese, riflettere sui miti greci e preoccuparsi di come l’urbanistica possa influenzare la psiche umana è a dire poco fantasmagorica...
Ed è bello pensare che una sindaca possa trarre ispirazione dai grandi autori per migliorare la vita dei cittadini ma solo se il risultato non si trasforma nel mito di una “super sindaca” degno di finire tra i "Dialoghi con Leucò".
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