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08 Agosto 2024 - 17:19
Foto dalla pagina facebook Centro Meteo Piemonte
Nelle ultime 48 ore si sono abbattuti sul Nord Italia 101 eventi estremi tra nubifragi, grandinate e tempeste di vento, con campi di ortaggi e mais devastati, cascine e stalle allagate e tetti di capannoni divelti.
E' quanto emerge dall'analisi Coldiretti su dati Eswd in merito all'ondata di maltempo che ha colpito le regioni settentrionali con effetti pesanti per l'agricoltura.
Nel Milanese pioggia e grandine si sono abbattute sui campi di mais, già messi a dura prova dalle semine partite in forte ritardo a causa dell'eccesso di precipitazioni dei mesi scorsi.
"Distrutti anche pomodori e ortaggi - continua Coldiretti - mentre le bombe d'acqua hanno allagato le stalle e i capannoni delle imprese agricole. Tante le strade di campagna interrotte dalla caduta degli alberi a causa del vento, che ha anche scoperchiato i tetti dei capannoni. Problemi anche in Veneto, tra Vicentino e Padovano, dove si teme per l'imminente vendemmia ma anche per i campi coltivati a mais, soia, ortaggi e frutteti".
Situazione opposta al Sud dove Coldiretti stima danni per siccità intorno ai 5 miliardi tra Puglia, Sicilia, Sardegna e Basilicata.
La mancanza di pioggia ha causato un crollo della produzione di grano, tra il 40 e il 50%, con molte aziende che in Sicilia hanno addirittura rinunciato a raccogliere. I campi di foraggi e erba medica sono letteralmente bruciati e anche le coltivazioni di frutta e ortaggi sono in difficoltà, mentre nelle stalle continuano a morire di sete gli animali.
"Sono attesi cali anche - conclude Coldiretti - nella raccolta delle olive, considerato che in Puglia, da cui viene 1/3 della produzione nazionale, si stima un -50%".
La Regione Piemonte accoglie con soddisfazione la deliberazione del Consiglio dei ministri che ha approvato la richiesta di stato di emergenza e stanziato oltre 17 milioni di euro per le opere di somma urgenza, a seguito degli eccezionali eventi meteorologici che hanno colpito il territorio piemontese nei giorni 29 e 30 giugno 2024, in particolare le valli del Torinese, il Vercellese con Alagna e la Valsesia e Macugnaga.
Nelle ore immediatamente successive all’evento i tecnici regionali si erano subito recati nei luoghi colpiti per verificare i danni e predisporre, insieme ai sindaci, un quadro delle opere di prima necessità, le cosiddette “somme urgenze”. Grazie anche all’analisi delle precipitazioni, redatta da Arpa, è stata avviata la procedura per la richiesta dello stato di emergenza approvata ieri dal Consiglio dei Ministri con uno stanziamento di 17,1 milioni di euro per i primi interventi urgenti. Questi fondi sono fondamentali per sostenere le comunità colpite e per finanziare le opere che, nella maggior parte dei casi, i comuni della Città Metropolitana di Torino, della provincia del Verbano-Cusio-Ossola e della provincia di Vercelli hanno già sostenuto nei primi giorni post-evento.
«La serietà e la tempestività del Dipartimento nazionale di Protezione Civile e della Regione Piemonte ci hanno consentito di aiutare coloro che in quei giorni sono stati in prima linea: sindaci e volontari», dichiarano il presidente della Regione Alberto Cirio e l’assessore alla Protezione civile Marco Gabusi, che sin dalle prime ore dopo l’evento calamitoso sono stati in costante collegamento con il ministro Musumeci, con l’ex Capo dipartimento della Protezione civile Curcio e, negli ultimi giorni, con il nuovo Capo dipartimento Fabio Ciciliano.
Per quanto riguarda le precipitazioni che hanno colpito diverse località del Piemonte negli ultimi giorni, la Regione Piemonte ha chiesto ad Arpa un dossier dettagliato degli eventi meteorologici recenti e in corso. Questo documento sarà cruciale per poter presentare ulteriori richieste di stato di emergenza, includendo anche le aree recentemente colpite dagli eventi estremi, come le zone di Torino, Asti, Biella, Borgosesia, Vercellese e le aree limitrofe, che hanno subito gravi danni nelle ultime ore. «L'attenzione della Regione rimane alta, e siamo pronti ad agire con le squadre di Protezione civile e tutti i mezzi a nostra disposizione per fronteggiare le emergenze future e garantire la sicurezza dei cittadini», concludono Cirio e Gabusi.
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