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Cronaca
21 Luglio 2024 - 15:24
Andrea Joly dopo il pestaggio
Un grave episodio di violenza si è verificato a Torino nella notte scorsa. Andrea Joly, giornalista del quotidiano La Stampa, è stato aggredito fuori dal locale 'Asso di Bastoni', in via Cellini, noto per essere frequentato da militanti di circoli di estrema destra. La Digos ha già avviato le indagini per fare luce sull'accaduto.
Secondo le ricostruzioni, Joly stava passando davanti al locale mentre era in corso una festa. Improvvisamente, alcune persone sono uscite dal locale e, dopo aver chiesto al giornalista chi fosse, gli hanno intimato di consegnare il telefonino. Al suo tentativo di allontanarsi, Joly è stato minacciato e colpito con calci.
"Come mi sento? Adesso sono un po' stanco". E' stata una domenica lunga e intensa quella di Andrea Joly. Joly, 28 anni, si è ritrovato al centro delle cronache per un caso che lo ha visto nella parte non del testimone, del narratore, ma della vittima.
"E pensare - racconta - che non ero neanche in servizio. Ero da quelle parti, ho sentito cori e fuochi d'artificio e sono andato a vedere. Quindi ho pensato che fosse utile raccogliere qualche immagine. L'indomani ne avrei parlato in redazione". Tutto qui. Nessuna inchiesta sotto copertura, nessuna spy story, nessuna trappola.
Quelli dell''Asso di Bastoni', il locale che aveva organizzato la serata, dicono che non si è mai qualificato come giornalista. Ma l'evento si stava svolgendo all'aperto, in una strada pubblica, fra gente che passeggiava o guardava dalle finestre. Non c'era nessun obbligo di esibire un tesserino.
"Peraltro - dice Andrea - non ho neanche avuto il tempo di spiegarmi. Dopo una decina di minuti che stavo a guardare si sono avvicinati, mi hanno chiesto 'sei dei nostri?' e la tensione si è alzata subito. E' successo tutto molto in fretta". Sono i video realizzati dai residenti a permettere di ricostruire con esattezza lo sviluppo degli eventi.
"Io - spiega Joly - ricordo che loro volevano il telefonino, che il telefonino mi è caduto ma che in qualche modo sono riuscito a riprenderlo". Poi l'ospedale, dove le escoriazioni sono state medicate. Oggi sono fioccate le parole di condanna degli organismi di categoria, dei sindacati, dei componenti del governo. "A me - conclude Joly - sembra che l'episodio sia grave di per sé, anche andando oltre l'aspetto della libertà di informazione. E' stato un atto di violenza. E che la politica lo abbia condannato è sicuramente positivo".
Numerose le reazioni di solidarietà e condanna arrivate dal mondo politico e giornalistico. Il sindaco di Torino, Stefano Lo Russo, ha espresso il suo sdegno: "Esprimiamo solidarietà al giornalista del quotidiano La Stampa che stanotte è stato aggredito da alcune persone vicine a CasaPound mentre cercava di documentare un evento che le vedeva protagoniste. Episodi di violenza e di vile aggressione come questo, di cui mi auguro vengano accertate al più presto le responsabilità, non devono avere spazio nella nostra città: non possono essere tollerati e vanno condannati con fermezza da tutte le forze politiche".
Immediata la solidarietà della segretaria del PD Elly Schlein: "Cos’altro dobbiamo aspettare perché vengano sciolte, come dice la Costituzione, le organizzazioni neofasciste? Chiediamo alla Presidente del Consiglio Giorgia Meloni e al Ministro dell’Interno Matteo Piantedosi di intervenire immediatamente".
Anche il deputato democratico Mauro Berruto ha commentato duramente l'accaduto: "Sono sgomento di fronte alle immagini della violenza squadrista subita da Andrea Joly, giornalista de La Stampa, aggredito a Torino da un gruppo di militanti di CasaPound. A lui la mia solidarietà, a loro il mio disprezzo. Al ministro dell'Interno Piantedosi, invece, una domanda: che cosa stiamo aspettando? Che succeda qualcosa di peggio? Quali altri segnali servono per incominciare ad agire?".
Il presidente della Regione Piemonte, Alberto Cirio, ha voluto esprimere il suo sostegno al giornalista e alla redazione de La Stampa: "Desidero esprimere piena solidarietà al giornalista e a tutta la redazione per l'aggressione subita. La violenza è inaccettabile e va condannata sempre e con nettezza, da qualsiasi parte provenga, e mi auguro che vengano presto accertate le responsabilità". Cirio ha inoltre confermato personalmente il suo incoraggiamento e gli auguri di pronta guarigione a Joly, sottolineando l'importanza della libertà di stampa come caposaldo della democrazia.
Il parlamentare torinese dell'Alleanza Verdi Sinistra, Marco Grimaldi, ha espresso forte preoccupazione per il clima di violenza crescente: "Dopo le aggressioni agli studenti e coppie gay ora arrivano quelle ai giornalisti. Ci deve scappare il morto per iniziare ad andare oltre a qualche dichiarazione di circostanza?". Grimaldi ha anche chiesto alle istituzioni e al Governo di procedere allo scioglimento delle organizzazioni che si macchiano del reato di apologia del fascismo.
In una nota congiunta, l'Ordine dei Giornalisti del Piemonte e l'Associazione Stampa Subalpina hanno espresso solidarietà al collega Andrea Joly, condannando l'aggressione come l'ennesimo segnale di un clima ostile verso il giornalismo. "Il crescente astio per l'informazione libera e corretta sfocia sempre più spesso in aggressioni fisiche ai giornalisti, un metodo che riporta ad altre buie stagioni della nostra storia".
L'aggressione a Andrea Joly rappresenta un attacco diretto alla libertà di stampa e ai valori democratici. La speranza comune è che le indagini della Digos possano fare luce su questo grave episodio, individuando e punendo i responsabili. Nel frattempo, il mondo politico e giornalistico si unisce nel ribadire l'importanza di una stampa libera e indipendente, baluardo imprescindibile di ogni democrazia.
COS'E CASAPOUND
Occupazioni "non conformi" ed aggressioni, bevute e commemorazioni col saluto romano, nostalgie e provocazioni, impegno politico e sprangate. La travagliata storia del movimento di destra CasaPound Italia di arricchisce di un nuovo capitolo con l'aggressione al giornalista della Stampa Andrea Joly a Torino, da parte di militanti del pub affiliato Asso di Bastoni.
Proprio in un pub - ma di Roma, il Cutty Sark - affonda le sue radici il movimento che ha preso il nome dal poeta americano Ezra Pound. Lì si formò - siamo nella seconda metà degli anni '90 - la 'ciurma' protagonista in seguito di alcune storiche occupazioni abusive: nel 2002 uno stabile in via Tiburtina, l'anno dopo lo storico edificio di via Napoleone III, dove assunse il nome di CasaPound.
Con saldi principi di estrema destra - un tempo si definivano "i fascisti del terzo millennio" - l'organizzazione si è andata via via estendendo dalla Capitale a tutta Italia. Al momento conta oltre ventimila tesserati ed un centinaio di sedi. E' attiva nelle scuole con il Blocco studentesco.
CasaPound tiene a dire che "fa politica, non teppismo. Non è interessata a mostrare i muscoli. Vuole la forza tranquilla. Ma allo stesso tempo non può permettere che chicchessia ne contesti la legittimità ad agire e a esistere. Noi vogliamo il confronto, ma non rifiutiamo lo scontro, se questo ci viene imposto e se ne va della nostra sopravvivenza politica e fisica".
Un modo per dire che se c'è da menare le mani i militanti di Cpi non si tirano indietro, come indicano diversi casi passati alle cronache prima dell'episodio torinese. Proprio nei giorni scorsi, ad esempio, la Polizia ha indagato, e perquisito le abitazioni, di due militanti padovani per lesioni aggravate in seguito all'aggressione di attivisti di un circolo di Potere al Popolo.
Il 18 giugno 4 esponenti del movimento sono stati identificati come autori di un'aggressione ai danni di alcuni studenti di sinistra. A gennaio tre esponenti napoletani di CasaPound sono finiti ai domiciliari per aver picchiato un fotografo che indossava una spilla antifascista.
Appartenenti all'organizzazione con il simbolo della testuggine sono stati poi denunciati per il saluto romano in occasione della commemorazione della strage di Acca Larentia a Roma, il 7 gennaio scorso. Ma Cpi ha anche un programma politico e partecipa alle elezioni con proprie liste. I punti centrali sono l'uscita dall'Euro, dalla Ue e dalla Nato, con la graduale smobilitazione di tutte le basi militari straniere presenti sul territorio, il "blocco totale dei flussi immigratori, regolari o irregolari fino all'avvenuto rimpatrio di tutti coloro che si trovano in Italia illegalmente", la "ricerca della piena occupazione tramite intervento dello Stato".
L'anno scorso X ha sospeso l'account dell'organizzazione "per infrazione della nostra regola sulla condotta che incita all'odio. Abbiamo constatato tale infrazione attraverso diverse segnalazioni che abbiamo ricevuto a proposito di tale comportamento". L'ultima polemica è di pochi giorni fa: Ferdinando Colloca, ex di CasaPound, è stato assunto in Rai con chiamata diretta. Dimostrazione, ha attaccato l'opposizione, che FdI non dimentica chi ha trascorsi contigui.
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