Dal 2004, l'amministrazione comunale di San Giusto Canavese, insieme a quelle di San Giorgio, Foglizzo, Montanaro e Montalenghe, ha continuamente sollecitato interventi per l'ampliamento della SP40, ma invano.
"Sono vent'anni d'anni che inviamo richieste corredate da immagini e documentazioni di incidenti - sbotta il sindaco Giosi Boggio - l'unica risposta ricevuta risale a circa dieci anni fa. All'epoca, la Provincia, o forse già la Città Metropolitana, dichiarò che la pericolosità di una strada si calcola in base al numero di morti per incidenti e che lungo questa tratta ci sono stati troppo pochi decessi per giustificare interventi significativi. Incredibile ma vero: secondo questa logica, solo quando ci saranno abbastanza vittime si potrà considerare la SP40 sufficientemente pericolosa da meritare attenzione".
Il sindaco di San Giusto Canavese, Giosi Boggio, ha dichiarato: "Personalmente ho consegnato di recente a mano tutta la documentazione delle richieste al consigliere metropolitano delegato alla viabilità, dottor Mazza Pasquale (sindaco di Castellamonte, Ndr). Anche in questo caso, tuttavia, non ho ricevuto alcun riscontro. È imperativo che venga riconosciuta la vitale importanza di questa strada per il collegamento tra Torino nord e il Canavese e che si dia immediata priorità al suo ampliamento. Questo ultimo incidente evidenzia l'urgenza di un intervento per migliorare la sicurezza. La nostra comunità richiede con forza e determinazione che si ponga fine all'inerzia e si intervenga con urgenza per mettere in sicurezza questa arteria stradale, proteggendo così la vita e la sicurezza di tutti coloro che vi transitano".

"La SP40 è un'arteria di collegamento importante. Il presidente della Provincia, Antonio Saitta, aveva recepito la pericolosità di tutto il tratto. Anche la bretellina che unisce la SP40 a Montanaro, meno frequentata della nostra, era stata considerata. Era stato redatto un progetto preliminare di ampliamento della bretellina fino al cavalcavia di Foglizzo, poi deviato verso l'autostrada per togliere il passaggio dei mezzi pesanti dal paese. La SP40 è molto frequentata, arteria di collegamento tra Torino Nord e il Canavese. Negli anni, i fossi laterali sono diventati bialere. Non c'è la mezzeria, né quella laterale. Solo chi la percorre può capire. Se si mette più in lato, si scivola giù. Le piogge hanno fatto riempire i fossi, che quando sono pieni d'acqua sono impressionanti. Raccolgono l'acqua di San Giusto, che raccoglie acqua dall'autostrada e da Montaleghe, della collina nel fosso di via Fellini. Quando c'è la piena, i fossi tracimano. Sono vent'anni che chiedo interventi".

"La pericolosità la calcolano sui morti, e da noi non c'erano stati abbastanza. E' stato l'ex consigliere comunale di opposizione Paolo Iavello, a ricordarmi questa risposta shock ricevuta dagli uffici metropolitani. In anni recenti c'era stato anche un sopralluogo congiunto con il comune di Foglizzo ed era venuto anche l'allora vicesindaco di Città Metro Marco Marocco, ma poi non si era fatto niente. Ho provato anche con i patti territoriali a mettere tra i patti l'allargamento di questa benedetta strada. Il sindaco di Ivrea l'aveva recepito e inviato al Ministero. Ma anche lì non se n'è fatto niente".
"Questo disinteresse totale è frustrante. Un po' di attenzione farebbe piacere. San Giusto è di confine tra la zona di Rivarolo e il Calusiese. Essere al confine non premia".

L'ultimo incidente lungo la SP40 rappresenta un altro grave monito. La comunità di San Giusto Canavese continua a chiedere con forza un intervento immediato per garantire la sicurezza di una strada vitale per il collegamento regionale.
Davvero dobbiamo aspettare che aumentino i morti lungo le nostre strade per poterle percorrere in sicurezza?