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"Qui non vogliamo gay", un B&B rifiuta di dare una stanza ad una coppia di ragazzi

I due ragazzi cercavano di prenotare una vacanza a Busca, nel cuneese a pochi chilometri dal castello della Manta e dalle montagne

"Qui non vogliamo gay", un B&B rifiuta di dare una stanza ad una coppia di ragazzi

In un'Italia sempre meno aperta e inclusiva, emergono episodi che fanno capire quanto lavoro ci sia da fare per combattere pregiudizi e discriminazioni. Uno di questi episodi è accaduto recentemente a Busca, in provincia di Cuneo, dove una coppia di ragazzi si è vista rifiutare una prenotazione in un bed and breakfast a causa del loro orientamento sessuale. Questo fatto, raccontato dalle stesse vittime sul sito Gay.it e ripreso dal quotidiano La Repubblica, solleva preoccupanti interrogativi sulla tolleranza e l'inclusività nel nostro paese.

Il Rifiuto

La storia è quella di due ragazzi che desideravano trascorrere qualche giorno nella tranquilla Granda, prenotando una stanza in una struttura scelta attraverso il popolare sito di prenotazioni booking.com dove il B&B in questione è uno dei cinque disponibili sulla piattaforma in questo Comune a pochi chilometri dal castello della Manta e dalle montagne.

Busca, comune di 10 205 abitanti della provincia di Cuneo

Tutto sembrava procedere per il meglio, finché uno dei due ragazzi non ha contattato la proprietaria del B&B per confermare la prenotazione. È stato allora che si sono imbattuti in una realtà amara e inaspettata: la proprietaria ha negato loro l'accoglienza, dichiarando esplicitamente che non voleva problemi con gli altri ospiti.

Le parole della proprietaria non lasciano spazio a interpretazioni: "Questa è una struttura che ha più di dieci anni, io tra tre anni vado in pensione e non voglio avere problemi. Non vogliamo finire con avere quella clientela", avrebbe affermato. E ancora: "Gli omosessuali preferiamo non vengano perché non vogliamo rischiare che la nostra struttura finisca nei circuiti dei loro siti. È più una questione di marketing. Ci siamo creati una certa clientela e vogliamo tutelarla". Un discorso che non solo discrimina, ma che sembra addirittura rivendicare una sorta di "legittimità commerciale" nel perpetuare il pregiudizio.

Le Reazioni

L'episodio ha suscitato immediate reazioni da parte della comunità LGBTQ+ e delle associazioni per i diritti civili. Elisabetta Solazzi, presidente dell'Arcigay di Cuneo, ha commentato duramente: "Un atto discriminatorio è sempre grave, ma in questo momento è doppiamente grave che le persone si sentano libere di mettere in atto azioni di questo tipo senza nessuna remora. Questo governo sta legittimando questo tipo di pensiero". Le parole di Solazzi riflettono un sentimento diffuso di frustrazione e preoccupazione per un clima politico e sociale che sembra tollerare, se non addirittura incoraggiare, comportamenti discriminatori.

Elisabetta Solazzi presidente Arcigay Cuneo

Un Contesto di Intolleranza

Il caso di Busca non è un episodio isolato, ma si inserisce in un contesto più ampio di intolleranza e discriminazione che, purtroppo, continua a manifestarsi in varie forme nel nostro paese. La lotta per i diritti LGBTQ+ in Italia ha fatto grandi progressi negli ultimi anni, ma la strada verso una reale uguaglianza è ancora lunga e irta di ostacoli. Gli episodi come quello accaduto a Busca ci ricordano che il cambiamento culturale è lento e che le leggi, per quanto avanzate, non possono da sole sradicare decenni di pregiudizi radicati.

La vicenda della coppia gay rifiutata in un B&B nel Cuneese è un triste promemoria delle sfide che ancora affrontiamo nel percorso verso una società equa e inclusiva. È un richiamo alla responsabilità di ognuno di noi, dalle istituzioni ai cittadini comuni, nel combattere ogni forma di discriminazione e nel promuovere i valori di uguaglianza e rispetto per tutti, indipendentemente dall'orientamento sessuale. Solo così potremo costruire un'Italia davvero libera da pregiudizi e intolleranza.

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