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Canavese
11 Luglio 2024 - 16:36
Trebbiatura del grano
Con una settimana di ritardo rispetto alle stagioni "normali", è finalmente iniziata la trebbiatura del grano. Il mese di giugno ha portato un clima eccezionalmente piovoso e fresco, con temperature al di sotto della media, rallentando la maturazione del grano e causando una significativa riduzione della produzione. Secondo Coldiretti, la perdita complessiva è stimabile intorno al 20%, ma i danni sono stati molto più gravi nelle aree più colpite dalle tempeste.
I coltivatori denunciano perdite con punte del 70-80% nelle zone maggiormente colpite dalle violente tempeste che si sono susseguite con una frequenza di due a settimana. Le aree più devastate includono la zona Sud-Est della provincia, la fascia pedemontana canavesana, la pianura ciriacese e il basso Canavese. Queste tempeste hanno causato danni irreparabili alle colture, compromettendo gravemente il raccolto.
Anche le zone che non sono state colpite direttamente dalle tempeste hanno sofferto a causa delle continue precipitazioni. Grandi volumi d'acqua hanno mantenuto i terreni impregnati e spesso allagati, favorendo marciumi e asfissie delle piante, o rallentando significativamente la loro crescita. La pioggia incessante ha inoltre reso difficile l'impollinazione, causando una perdita di chicchi e un riempimento incompleto dei granelli. Di solito, una spiga di grano tenero di media produttività contiene dai 36 ai 40 chicchi, ma in molti campi le spighe attualmente ne contengono solo 18-20.
La grandine ha ulteriormente aggravato la situazione, facendo cadere a terra i chicchi maturi e spogliando le spighe, con una conseguente perdita significativa del raccolto. I forti venti associati ai temporali hanno abbattuto a terra i fusti, causando il marcimento delle spighe. Tuttavia, secondo Bruno Mecca Cici, presidente di Coldiretti Torino, sembra che il pericolo muffe sia stato scongiurato, con il grano che rispetta i parametri di legge nonostante il calo della produzione sia evidente.
Nel Torinese, sono coltivati a grano tenero oltre 20.200 ettari, con una produzione annua di 101mila tonnellate e un valore della produzione di oltre 22 milioni di Euro. Questo settore coinvolge 3.900 aziende cerealicole e oltre 15mila addetti. La produzione alimenta anche tre filiere locali: il Gran Piemonte, il grano di Stupinigi e il Gran dj Bric della Collina Chivassese, che coinvolgono 128 aziende agricole locali.
Produrre grano localmente sta diventando sempre più strategico, soprattutto dopo la crisi delle importazioni dal mercato ucraino e il blocco delle importazioni dalla Russia, oltre all'accaparramento da parte della Cina, che detiene metà della produzione mondiale di grano. È fondamentale scongiurare l'abbandono della produzione di cereali da parte degli agricoltori, che devono ricevere un equo compenso e essere supportati nell'affrontare gli effetti dei cambiamenti climatici. Questo tema deve essere prioritario nell'azione della nuova giunta regionale del Piemonte.
In conclusione, la situazione nel Torinese evidenzia la fragilità del settore agricolo di fronte ai cambiamenti climatici e l'importanza di adottare misure concrete per sostenere gli agricoltori, garantire la produzione locale e assicurare la sicurezza alimentare.
L'Italia è uno dei principali produttori di grano in Europa, con una produzione che varia tra i 6 e gli 8 milioni di tonnellate annue a seconda delle condizioni climatiche e delle dinamiche di mercato. La Pianura Padana, che comprende le regioni Lombardia, Emilia-Romagna, Veneto e parte del Piemonte, rappresenta il cuore della produzione cerealicola del paese, grazie alle sue fertili terre e alla disponibilità di acqua per l'irrigazione.
L'andamento della produzione del grano in Italia dal 1960 al 2023
Il grafico illustra l'andamento della produzione di grano in Italia dal 1960 al 2023. Come si può osservare, la produzione ha avuto delle fluttuazioni significative nel corso degli anni, con un trend di crescita fino agli anni '90, seguito da una fase di stabilizzazione e leggera flessione in tempi più recenti.
Questo andamento riflette l'influenza di vari fattori, tra cui cambiamenti climatici, politiche agricole e dinamiche di mercato globali.
I dati utilizzati per il grafico sulla produzione di grano in Italia dal 1960 al 2023 sono stati elaborati e stimati sulla base di fonti storiche e report settoriali, tra cui:
Queste fonti forniscono un quadro dettagliato e affidabile dell'andamento della produzione di grano nel tempo, essendo i principali riferimenti per l'analisi delle tendenze nel settore agricolo italiano.
Negli ultimi decenni, la produzione di grano in Italia ha subito diverse oscillazioni. Negli anni '90, la produzione annua si aggirava intorno ai 7 milioni di tonnellate. Dopo un periodo di crescita durante gli anni 2000, con picchi superiori agli 8 milioni di tonnellate, negli ultimi anni si è assistito a una lieve diminuzione, attribuibile a diversi fattori tra cui i cambiamenti climatici, la competizione internazionale e le politiche agricole comunitarie.
La Pianura Padana gioca un ruolo cruciale nella produzione di grano in Italia. Le regioni della Pianura Padana producono oltre il 50% del grano tenero italiano, utilizzato principalmente per la produzione di pane e biscotti. In particolare, la Lombardia e l'Emilia-Romagna sono tra le principali regioni produttrici.
Nel 2023, la produzione di grano nella Pianura Padana ha registrato circa 3,5 milioni di tonnellate, un leggero calo rispetto agli anni precedenti a causa di condizioni climatiche sfavorevoli. Tuttavia, questo calo non è uniforme, con alcune aree che hanno registrato perdite più significative a causa di eventi climatici estremi.
Le principali sfide per i coltivatori di grano nella Pianura Padana includono i cambiamenti climatici, che portano a condizioni meteorologiche sempre più imprevedibili e estreme, e la concorrenza sul mercato globale. La crescente frequenza di eventi climatici estremi, come ondate di calore, siccità e tempeste, sta mettendo a dura prova la resilienza delle colture.
Tuttavia, ci sono anche opportunità significative per migliorare la sostenibilità e la produttività del settore cerealicolo. L'adozione di pratiche agricole innovative, come l'agricoltura di precisione, e l'utilizzo di varietà di grano più resistenti alle avversità climatiche possono contribuire a stabilizzare la produzione.
La produzione di grano in Italia, e in particolare nella Pianura Padana, rimane un settore vitale non solo per l'economia agricola del paese ma anche per la sicurezza alimentare. È essenziale che le politiche agricole supportino i coltivatori nell'adattarsi ai cambiamenti climatici, garantendo al contempo una produzione sostenibile e di alta qualità. Con il giusto supporto e innovazione, la Pianura Padana può continuare a essere il cuore pulsante della produzione di grano in Italia.
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