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Borgofranco d'Ivrea
08 Luglio 2024 - 15:16
Il sindaco Fausto Francisca
La Regione ha chiesto lo stato d'emergenza per i danni provocati dal maltempo del 30 giugno scorso. Un piano d'azione che inizia con una stima iniziale di 25milioni di euro, cifra destinata ad aumentare.
A sostegno della richiesta presentata dal governatore Alberto Cirio c'è stato anche l'intervento in parlamento dell'onorevole leghista Alessandro Giglio Vigna.
Peccato, però, che queste richieste escludano l'Eprediese, colpito in modo disastroso nel fine settimana precedente quando a farne le spese sono state le aziende agricole del territorio. Devastate le colture di mais e grano un po' ovunque.
A Borgofranco d'Ivrea l'Orto di Carmen, azienda agricola biologica che produce ortaggi e frutta con certificazione Bio, è stato devastato. Sono bastati dieci minuti di quella pioggia che ormai fa paura quando arriva, per distruggere tutto: zucchine, meloni, angurie, melanzane, peperoni. Tutte quelle primizie che l'Orto di Carmen prepara per i suoi affezionatissimi clienti, sono andate distrutte.
"Difficile quantificare - spiega Carmen con amarezza -. Non si tratta del costo delle piantine. Quello sarà stato di tremila euro. E' il mancato guadagno da qui ai prossimi mesi che ci sta mettendo in seria difficoltà. Ora ci troveremo a pagare tasse, bollette, utenze, tutto come se nulla fosse. Ma la verità è che il nostro lavoro è stato distrutto e le istituzioni si girano dall'altra parte. Per questo ci sentiamo abbandonati".
L'amarezza di Carmen e del suo compagno Bledi riguardano in particolare la totale assenza da parte delle istituzioni.
L'Oro di Carmen è una delle eccellenze del territorio, nata otto anni e mezzo fa da sogno di due ragazzi arrivati in Canavese quasi per caso.
Carmen ha 37 anni e fino a nove anni fa lavorava in una multinazionale in provincia di Novara. Blerim era stanco delle grandi città:"In Albania, dove sono nato, facevo già questo. Ho studiato agraria. Poi per 27 anni ho vissuto e lavorato in grandi città: Novara, Firenze".
I prodotti dell'Orto di Carmen vengono venduti allo Zac, si possono trovare il venerdì al mercato di Ivrea, arrivano sulle tavole di mezzo Canavese grazie ai gruppi di acquisto solidali.
Carmen e Bledi
"I clienti non ci mancano - sottolinea Bledi -. In questo momento il problema è la produzione. Le piantine distrutte avrebbero continuato a produrre fino ad ottobre, forse anche novembre. Ora è tutto da rifare".
E sono stati proprio i loro affezionati clienti a rimboccarsi le maniche per aiutarli, aderendo alla raccolta fondi lanciata sulla piattaforma gofundme.
"La grandinata del 21 giugno ci ha messi in serie difficoltà economica - scrivono nell'appello collegato alla raccolta fondi - essendo questa attività l'unica fonte di guadagno per la nostra famiglia. Non staremo di certo fermi, ma, chiediamo a chi può e come può, un piccolo contributo per riuscire a sostenere l'acquisto per i nuovi piantini e per far fronte a spese di gestione imminenti. Ringraziamo comunque tutte le persone che ci hanno espresso solidarietà in questi giorni".
La gara di solidarietà è partita e ha subito dato bei risultati. Ad oggi sono stati raccolti seimila euro. Un buon inizio per sostenere questi imprenditori in difficoltà.
"Però le raccolte fondi non bastano - tuona il sindaco Fausto Francisca -. Non è giusto che lo stato di emergenza sia stato chiesto solo per i fatti del 30 giugno. Una manciata di giorni prima, il 21 giugno, pioggia e grandine hanno devastato l'eporediese. E' giusto che la richiesta mandata avanti dalla Regione comprenda anche questi fatti. Che le nostre aziende agricole possano trovare ristoro nei risarcimenti pubblici, così come le aziende, le famiglie e le comunità colpite dal maltempo del 30 giugno".
Il sindaco Fausto Francisca
Poi Francisca aggiunge: "Non ho molta fiducia delle raccolte fondi. Ricordo quando ne abbiamo fatta una per sostenere il vecchio sindaco di Borgofranco, chiamato a rispondere di tasca propria per i danni dell'alluvione. Nonostante le buone intenzioni e gli impegni a parole, erano stati raccolti pochi spiccioli. Per questo chiedo che siano le istituzioni ad interventire. Per primo l'onorevole eporediese Alessandro Giglio Vigna. In Parlamento parloi anche dei danni subiti dalla sua terra!".
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