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Nove a zero. Il peso delle donne nel consiglio comunale di Settimo Torinese

Settimo Torinese conferma le presenze femminili della precedente tornata amministrativa, ma…

Nove a zero. Il peso delle donne nel consiglio comunale di Settimo Torinese

Settimo Torinese conferma le presenze femminili della precedente tornata amministrativa, ma… A urne chiuse e risultati proclamati, sono nove le donne elette in consiglio (il 36 per cento del totale), tutte però con le liste collegate alla sindaca reincaricata. E all’opposizione? Nessuna. 

Con i subentri (per effetto delle nomine ad assessore che prevedono la decadenza dal consiglio), il numero delle consigliere rimane inalterato. Diverse sono state le riconferme, con qualche novità: la giovanissima Alice Freni, animatrice negli oratori settimesi, in carico al servizio civile cittadino, eletta al primo colpo e, per subentro, la mediatrice culturale Iliana Joseph, componente della segreteria cittadina del piddì. 

Nella giunta comunale, invece, le donne sono due, entrambe non alla prima esperienza: la piddina Chiara Gaiola e la moderata Carmen Vizzari, l’una già assessora (seppure con altre deleghe) e l’altra già presidente del consiglio, mentre ora si misurerà con la gestione amministrativa. 

Nel 2019 le donne elette erano nove, però sei per la maggioranza e tre per l’opposizione, e in giunta vi erano due assessore. Con i subentri, nella maggioranza il numero era salito a otto, portando la presenza femminile tra gli eletti a oltre il 45 per cento. Stavolta, a mancare sono stati i fratelli di sangue e di partito, ché le donne non hanno avuto partita e - su questo - c’è da rifletterci un po’. 

Vediamo com’è andata in Regione. Su sedici seggi assegnati all’opposizione, colpisce la lista Avs (Alleanza verdi sinistra) rappresentata da tre consigliere; cinque per il piddì; una pentastellata, una Stati Uniti d’Europa. Tra i trenta seggi attribuiti alla maggioranza, otto saranno occupati dalle donne elette con il confermato presidente Alberto Cirio, nessuna però dalla Lega. In tutto, le donne di Palazzo Lascaris sono un po’ meno del 40 per cento, in giunta, invece, due assessore e una sottosegretaria (che agirà nell’ambito delle deleghe rimaste al presidente).

Queste elezioni amministrative hanno portato buone notizie: nei quattordici capoluoghi andati al ballottaggio ben sei eleggono una sindaca, non male se si pensa che a contendersi la fascia tricolore in queste amministrative erano soprattutto uomini, infatti le aspiranti sindache erano sono solo il 21 per cento del totale.

Uno sguardo più il là. A Montecitorio su quattrocento deputati le donne sono centoventotto (32 per cento) e a Palazzo Madama su duecento senatori le donne sono settantadue (36 per cento). Evidentemente non è solo questione di numeri: quanto «pesano» le donne nelle istituzioni?

Ecco allora che pare venirci in soccorso «l’indice di forza», l’indicatore di quanto contino gli incarichi ricoperti dalle donne. Per Openopolis che ha adottato questo indicatore per le donne in Parlamento, «il peso delle donne è pari al 27,94 per cento»: rispetto agli uomini, «una sproporzione molto consistente, superiore anche a quella della rappresentanza numerica. Un dato che potrebbe essere ancora più basso se non fosse per la prima storica presenza di una presidente del consiglio donna, oltre che di cinque ministre».

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