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Cigliano
23 Giugno 2024 - 23:05
Marchetti con gli ex assessori Iaccheo e Crittino: stavolta, però, non hanno motivi per brindare
CIGLIANO. Non che cinque anni fa avesse fatto chissà quale risultato: con 1132 voti su circa 4500 elettori - di cui solo il 60% era andato alle urne - aveva preso poco più del 44%; ma allora la messe di consensi gli era stata sufficiente - grazie alle divisioni tra i competitors - per diventare sindaco. Dopo cinque anni di amministrazione ora Diego Marchetti si è ripresentato al giudizio dei ciglianesi, che l'hanno sonoramente bocciato: la sua lista ha preso solo 620 voti. Ha deluso metà dei (già non numerosi) suoi elettori del 2019, e si siede mestamente nei banchi dell'opposizione, doppiato dalla lista “Cigliano futura” del nuovo sindaco Giorgio Testore (1242 voti).
La sconfitta di Marchetti, fiero militante di Fratelli d'Italia (di cui si dichiara «dirigente nazionale»), risulta ancor più eclatante se si considera che in questa tornata elettorale il partito di Giorgia Meloni e, più in generale, l'intero centrodestra hanno avuto una valanga di consensi: a livello nazionale, in Piemonte e anche a Cigliano. Ma sebbene inserito in questo trend favorevole, e pur diffondendo selfie in cui si autoscatta insieme alla Meloni, Marchetti è riuscito, per demeriti evidentemente tutti suoi, a perdere le elezioni comunali.
Nello stesso fine settimana - 8 e 9 giugno - a Cigliano si è votato per il Parlamento Europeo, per il Consiglio Regionale e per quello comunale. Ebbene: nell'urna europea Fratelli d'Italia ha raccolto 769 voti (il 35%), circa 150 in più di Marchetti alle comunali, e anche Forza Italia e Lega si sono attestate entrambe intorno al 12%; il centrodestra, quindi, in paese veleggia intorno al 60%.
Anche alle regionali il centrodestra - a Cigliano come un po' in tutto il Vercellese - ha vinto facile: il candidato presidente Alberto Cirio ha preso più del 60%. Marchetti, quindi, la base elettorale per essere confermato sindaco sulla carta ce l'aveva, ma i ciglianesi - anche buona parte di quelli di centrodestra - non l'hanno più voluto.
Essendo comunque rimasto - seppur all'opposizione - in Consiglio comunale, Marchetti conserva la poltrona in Consiglio provinciale, dove si è fatto eleggere pochi mesi fa con i voti degli amministratori meloniani di Vercelli e di alcuni paesi del circondario.
La bocciatura della Giunta uscente si manifesta con evidenza anche guardando alle preferenze personali ottenute dagli assessori uscenti: a Stefania Crittino e a Laura Bollea 26 voti, al vicesindaco Giuseppe Iaccheo 19, a Ilario Venturino 11. Nessuno di essi entra in Consiglio. I ciglianesi con il loro voto hanno detto chiaramente che non vogliono più veder amministrare non solo Marchetti, ma neanche quei pochi che, in cambio dell'indennità di funzione, gli hanno tenuto bordone (e garantito poltrona e stipendio) fino all'ultimo, anche quando la lista si era ormai disfatta e più di metà dei marchettiani se n'erano andati, alcuni anche sbattendo la porta.
Magro risultato, infine, anche per coloro che cinque anni fa si erano entusiasticamente candidati con Marchetti e che stavolta hanno cambiato lista: solo 25 preferenze a Gianpaolo Arborio (candidatosi a supporto di Testore), meno ancora - 15 - ad Alessandra Como (entrata nella lista di Bruna Filippi). Entrambi trombati, come cinque anni fa. Non basta voltare la gabbana, gli elettori si ricordano.
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