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Punto Rosso

Cara burocrazia, quanto ci costi!

Uno studio della Cgia del 2022 ha calcolato che l’incidenza della burocrazia sui Comuni è pari ad un costo annuo, in termini complessivi, di 14,5 miliardi di euro

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Come può un paese che è nel G7, ovvero è fra le 7 nazioni più industrializzate del mondo, essere ancora immerso dalle carte, da iter burocratici farraginosi che soffocano cittadini ed enti pubblici?

Come può un paese “industrializzato” impiegare tanta parte delle sue risorse pubbliche umane ed economiche nell’inseguire la burocrazia? 

Risposta non c’è … a meno che gli arzigogolati passaggi di certe procedure abbiamo lo scopo di scoraggiare o quanto meno ostacolare chi vuole intraprendere un’azione “pubblica”. 

Ad un mese scarso dalle elezioni europee e regionali, prendiamo l’esempio della raccolta delle firme necessarie per partecipare alla competizione elettorale. 

Ad ogni tornata di voto una forza politica che non sia già dentro l’istituzione da rieleggere deve raccogliere un certo numero di firme per presentare la lista. Sono esentate dalla raccolta le liste che sono già in Parlamento/Consiglio e quelle liste che dalle prime vengono esonerate.

Così attorno alle elezioni si assiste a movimenti vari di forze che offrono l’esonero in cambio della presenza del proprio simbolo o nome su quello del ricevente. 

 

A chi è fuori e non è “appetibile” non rimane che raccogliere migliaia firme. E il problema non è nel trovare i sottoscrittori della lista, un duro lavoro ma che, se ben organizzati si può fare, ma nelle procedure da era pre-tecnologica.

Si parte con il dover stampare i moduli dove trascrivere a mano i dati dei firmatari. Successivamente vanno richiesti ai comuni di residenza dei sottoscrittori i certificati elettorali di ognuno. Si produce così altra carta destinata a riempire gli immensi archivi degli Uffici elettorali delle Corti di Appello.

La novità “moderna” è che ora il certificato può essere richiesto con la Pec anziché girare i comuni a raccogliere certificati. Molto bene, si risparmia benzina, inquinamento e carta, si può pensare. In realtà si risparmia solo la prima. Infatti, il certificato ricevuto via Pec termina presto il suo percorso digitale. Infatti, va comunque stampato e sul retro di questo va stampata la frase di conformità all’originale, con firma del dichiarante da far autenticare.  Non è possibile inviare i certificati ricevuti via Pec alla Corte di Appello sempre attraverso la posta elettronica certificata, come sarebbe ovvio fare. 

In Italia dal marzo del 2016 esiste un sistema di “identità digitale” (lo Spid), un modo univoco per identificare una persona riconosciuto dalle pubbliche amministrazioni. Dal 2021 c’è la possibilità di utilizzare lo Spid per la sottoscrizione digitale delle proposte referendarie, perché allora non permettere di usarlo anche per sottoscrivere le liste elettorali invece di usare sistemi antelucani?

È questo uno dei tanti misteri italiani.  

In tutto questo contorto sistema, chi paga lo scotto sono le imprese, i cittadini, ma anche i dipendenti della pubblica amministrazione che soffocano sotto il peso di una burocrazia che conserva sé stessa.

Uno studio della Cgia del 2022 ha calcolato che l’incidenza della burocrazia sui Comuni è pari ad un costo annuo, in termini complessivi, di 14,5 miliardi di euro e per i cittadini un costo aggiuntivo pro capite pari a 251 euro all’anno.

E parlando di enti pubblici, al termine di due raccolte firme per la lista Pace Terra Dignità per le europee e Piemonte Popolare per le regionali, voglio usare questo spazio per ringraziare tutte le dipendenti e i dipendenti dei Comuni. Dal più piccolo, con un’unica impiegata (sono in maggioranza donne), al grande Comune da centinaia di dipendenti, le risposte sono state sempre puntuali e solerti, anche quando le richieste erano pressanti. Ho trovato sempre, non solo efficienza, ma anche squisita cortesia. Questo è stato il lato piacevole del lavoro. 

Ci vorrebbe qualcuno che affrontasse con serietà il tema della burocrazia della pubblica amministrazione, non le burlette alla Brunetta delle faccette del gradimento degli utenti.

I dipendenti pubblici devono essere una risorsa preziosa per la crescita dell’ente dove lavorano, non dei generatori di “carte”.

Un paese liberato dalla burocrazia (l’esempio delle firme è solo un piccolissimo esempio) è anche un paese dove è più difficile trovare pieghe e angoli nascosti dove far fiorire muffe tossiche.   

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