AGGIORNAMENTI
Cerca
Elezioni comunali
13 Giugno 2024 - 07:00
Luca Lifredi, Vittorio Ferrero e Liberato Dispoto
CRESCENTINO. Com'era prevedibile, e qui ampiamente previsto, la lista “Crescentino viva” di Vittorio Ferrero ha rivinto le elezioni comunali, con largo margine (72% e 28%) su “Crescentino e frazioni” di Ernesto Monchietto. Solo qualche blogger che non capisce nulla di politica locale e qualche commentatore grullo nascosto nell'anonimato avevano ventilato una possibile sorpresa, e invece la lista di Ferrero - pur in un contesto di elevato astensionismo: è andato a votare solo il 62% dei crescentinesi, rispetto al 69% del 2019 - ha aumentato considerevolmente i consensi (oltre 800 voti in più) rispetto a cinque anni fa.
Il risultato elettorale si presta comunque a una serie di considerazioni.
Innanzitutto, la lista di Monchietto si è rivelata molto debole: solo in tre (i tre che, insieme al candidato sindaco sconfitto, entrano in Consiglio comunale) sono stati in grado di ottenere più di 65 preferenze individuali, mentre tutti i candidati della lista di Ferrero - anche i non eletti - hanno superato questa soglia. E chi non ha candidati “forti” in lista, per quanto conosciuto e benvoluto è difficile che diventi sindaco.
In secondo luogo, i numeri smentiscono l'affermazione «è stato premiato il lavoro dell'Amministrazione Ferrero». Della Giunta uscente, infatti, soltanto l'assessore Liberato Dispoto vede crescere - più che raddoppiandole: da 220 a 569 - le preferenze personali. Per gli altri tre il risultato personale, dopo cinque anni da assessori, è peggiore che nel 2019, quando li si era votati solo sulla fiducia: Luca Lifredi cala da 369 a 307 (e perde la poltrona di vicesindaco, che va a Dispoto), Antonella Dassano scende da 329 a 303, Annalisa Bordignon crolla da 212 a 147 (ed esce dalla Giunta); anche la consigliera di maggioranza uscente Samantha Tarallo dimezza i voti (da 161 a 80) e non entra nemmeno in Consiglio. Tutti costoro, quindi, dopo cinque anni di amministrazione hanno - chi più, chi meno - perso consenso tra i concittadini.
Luca Lifredi perde i gradi (e la cospicua indennità) di vicesindaco a Crescentino ma conquista una poltrona in Consiglio Provinciale: l'esponente di Fratelli d'Italia tre mesi fa era stato il primo dei non eletti nella lista del presidente Davide Gilardino, ma ha dovuto attendere poco: alle comunali di Vercelli la consigliera uscente Margherita Candeli è stata - anche qui come ampiamente previsto - sonoramente “trombata” (solo 38 preferenze, ventiduesima in una lista di 32: non entra in Consiglio nemmeno da “ripescata” come invece era accaduto nel 2019), e perdendo il seggio in Comune perde anche quello in Provincia, che passa quindi a Lifredi.
Chi esce però con le ossa rotte da questa tornata elettorale è il locale Circolo del Partito Democratico, che presentava un'unica candidata - Chiara Rosato - annunciandolo ai quattro venti (e facendosi fotografare nel solito salottino che non porta un voto). Ebbene: la Rosato non ha raggiunto nemmeno quota 90 preferenze (mentre contemporaneamente, alle Europee, il Pd in città raccoglieva oltre 700 voti) ed è rimasta fuori. Insomma, questi del Pd - che evidentemente, oltre a non contare più nulla, mangiano pane e volpe - non sono riusciti a far eleggere la loro unica candidata ma con i loro (pochi) voti hanno supportato una lista che porta in Giunta un esponente di Fratelli d'Italia, e il cui sindaco immediatamente dopo la proclamazione si è fatto fotografare con l'altro "Fratello" Gilardino. Lo scaltro Ferrero, insomma, ha preso quelli del Pd, li ha portati in gita e ha mangiato loro la merenda. Altro che Gramsci o Berlinguer: quello del Pd crescentinese ormai è il Circolo Tafazzi.
Che la candidata forte della lista Ferrero fosse non la Rosato bensì Angela Rossi era noto a tutti (tranne che al solito blogger con le fette di salame sugli occhi), e così è stato.
Della lista Monchietto c'è poco da dire. Carmine Speranza paga cinque anni di opposizione parolaia e inconcludente e perde un terzo del proprio elettorato (scende dalle 376 preferenze di cinque anni fa, quand'era vicesindaco uscente, alle 240 odierne), Salvatore Sellaro torna in Consiglio con l'obiettivo dichiarato di far vedere i sorci verdi a Ferrero e compagnia, Martina Parasacco si aggiudica la restante seggiola a cui puntavano soprattutto il leghista Luigi Ferrazzola (già consigliere a Lamporo) e Gaetano Angelone (già consigliere a Crescentino), che hanno raccolto meno di quanto speravano.
Infine, una curiosità: affinché i fedeli non avessero dubbi su quale fosse la compagine che godeva i favori della Parrocchia, un sacerdote si è trattenuto per tutta la domenica fuori dai seggi con i candidati della lista “Crescentino viva”, salutando gli elettori che si recavano alle urne e rendendo esplicita l'alleanza fra il trono e l'altare. Anziché invitare i parrocchiani a far voto alla Madonna o ai santi, il reverendo ha preferito convogliare i voti su Ferrero e i suoi discepoli. Pater, dimitte illis.
Edicola digitale
I più letti
Ultimi Video
LA VOCE DEL CANAVESE
Reg. Tribunale di Torino n. 57 del 22/05/2007. Direttore responsabile: Liborio La Mattina. Proprietà LA VOCE SOCIETA’ COOPERATIVA. P.IVA 09594480015. Redazione: via Torino, 47 – 10034 – Chivasso (To). Tel. 0115367550 Cell. 3474431187
La società percepisce i contributi di cui al decreto legislativo 15 maggio 2017, n. 70 e della Legge Regione Piemonte n. 18 del 25/06/2008. Indicazione resa ai sensi della lettera f) del comma 2 dell’articolo 5 del medesimo decreto legislativo
Testi e foto qui pubblicati sono proprietà de LA VOCE DEL CANAVESE tutti i diritti sono riservati. L’utilizzo dei testi e delle foto on line è, senza autorizzazione scritta, vietato (legge 633/1941).
LA VOCE DEL CANAVESE ha aderito tramite la File (Federazione Italiana Liberi Editori) allo IAP – Istituto dell’Autodisciplina Pubblicitaria, accettando il Codice di Autodisciplina della Comunicazione Commerciale.