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Crescentino verso le elezioni
11 Aprile 2024 - 21:54
I candidati Vittorio Ferrero ed Ernesto Monchietto
CRESCENTINO. La rielezione di Vittorio Ferrero a sindaco - lo scriviamo da mesi - è scontata, non è questo il tema delle imminenti elezioni amministrative. Ma il rinnovo del Consiglio comunale è comunque interessante per una serie di altri motivi, collaterali alla conferma del primo cittadino eppure significativi.
Sgombrato il campo dalle fantasiose ipotesi di una terza lista (quella di un altro Ferrero, Devis, seguita da quella di uno che ha affisso manifesti col punto interrogativo, rivelatosi poi un artista in cerca di pubblicità), idiozie propalate dal tenutario di un blog e dagli allocchi che ci credono e commentano con altrettante idiozie coperte dall'anonimato, l'8 e il 9 giugno i crescentinesi potranno scegliere tra “Crescentino viva” di Vittorio Ferrero e “Crescentino e frazioni” di Ernesto Monchietto, che fino all'anno scorso era il comandante della Polizia Municipale e ora si gode la pensione. Se mai ci sarà una terza lista, verrà presentata all'ultimo momento e non avrà nulla a che vedere con quelle di cui si è blaterato finora sul blog dei pissi-pissi.
Ricchi premi & cotillons. Lo scaltro Ferrero vincerà le elezioni con un margine nettamente superiore a quello di cinque anni fa, quando prevalse per una manciata di voti sul sindaco uscente Fabrizio Greppi. Vincerà perché nel corso del primo mandato ha spinto molto sull'immagine, sul marketing (di se stesso, più che del Comune) e sull'uso dei social, perché si è creato localmente numerosi clientes a cui conviene la sua rielezione, e soprattutto perché ha speso una montagna di denaro (pubblico) in feste di piazza, eventi musicali e serate danzanti: e a Crescentino - dove gran parte degli elettori pensa che un'Amministrazione comunale sia soprattutto una Pro Loco con tanti soldi - chi organizza i circenses vince le elezioni.
L'unico concorrente che avrebbe potuto infastidirlo, l'ex sindaco Greppi, dopo una capatina nelle segreterie politiche di Vercelli ha capito che i partiti del centrodestra non l'avrebbero sostenuto compattamente, e che anzi alcuni dei loro capataz strizzano l'occhio a Ferrero: quindi, anziché gettarsi in un'altra campagna elettorale probabilmente perdente, ha preferito continuare a dedicarsi alla gestione dei propri affari.
Il partito del portafoglio. Certo è che a questa tornata elettorale non si può dire che una lista sia “di destra” e l'altra “di sinistra”. Si presentano entrambe come “civiche”, ma c'è di più: Ferrero - che cinque anni fa passava per essere il candidato “progressista” - è oltre, non guarda a queste cose; il suo principale obiettivo è quello di continuare a prendere i quattromila euro di indennità mensile (più i contributi previdenziali pagati dai crescentinesi), prolungando per un altro quinquennio l'aspettativa da impiegato del Comune di Trecate. Non si fa quindi problemi ad avere in lista sia candidati appoggiati dal Partito Democratico che da Fratelli d'Italia (il vicesindaco Luca Lifredi è un meloniano) che provenienti dal gruppo che faceva riferimento al più volte candidato sindaco Gian Maria Mosca: l'importante è che portino voti. C'è poi da considerare che contemporaneamente alle comunali si voterà anche per la Regione, dove alcuni candidati che appoggiano il presidente Alberto Cirio sono intimi di Ferrero e inviteranno (sottovoce) a votare per lui.
Dall'altra parte, pur non essendo Monchietto un candidato sindaco con appartenenze politiche, vi sono in lista alcuni storici esponenti della sinistra crescentinese, come Salvatore Sellaro e Gaetano Angelone; ma c'è anche Luigi Ferrazzola, militante della Lega. Sì, poi c'è anche l'ex vice di Greppi Carmine Speranza, ma è uno che ha cambiato più partiti che mutande ed è quindi difficilmente classificabile: gli rode solo che Lifredi gli abbia tolto da sotto il sedere la poltrona di vicesindaco, con annesso bonifico mensile.
La corsa ai posti retribuiti. Ferrero predica continuità (sui suoi manifesti si legge "continuiamo a cambiare Crescentino") ma si ripresenta avendo perso per strada metà (6 su 12) dei componenti della lista del 2019. Sono rimasti con lui quelli che incassano l'indennità da assessore (il già citato Lifredi, Liberato “Nino” Dispoto, Antonella Dassano, Annalisa Bordignon che nemmeno abita più a Crescentino) e quelli che aspirano ad entrare in Giunta: Samantha Tarallo (in questi anni solo consigliera, ora punta all'upgrade) e Pino Pezza (che cinque anni fa era stato inaspettatamente trombato). Non si ricandidano il presidente del Consiglio comunale Fedrik Bordino e i consiglieri Manuele “Meme” Venaruzzo e Cristina Ponzin.
La competizione interna alla lista è sulle preferenze, da far valere al momento della nomina della Giunta: Lifredi, se vuol continuare a prendere duemila euro al mese, deve difendere la poltrona di vicesindaco dal possibile buon risultato dello sportivo Dispoto; sarà interessante vedere come si distribuiranno tra Dispoto stesso, Pino Rotondo e Pino Pezza i voti del clan Mosca. Tra le donne che anelano all'assessorato, l'attivissima Tarallo potrebbe superare la Dassano o - più probabilmente - la Bordignon. Attenzione però anche ad Angela Rossi, la new entry su cui farà convergere le preferenze il Circolo Pd (detto anche “Villa Arzilla”, vista l'età media dei suoi animatori) per avere un referente nell'esecutivo; che poi nella stessa Giunta ci sia anche un meloniano, ai piddini crescentinesi pare importare poco: in Comune girano un sacco di soldi, mica possiamo baloccarci con le questioni di principio...
La futura minoranza. La lista di Monchietto, se unica alternativa a quella di Ferrero, avrà quattro eletti: oltre al candidato sindaco (che entra in Consiglio di diritto), i più noti fra i candidati consiglieri sono i già citati ex amministratori Speranza (avrà il sostegno degli ex colleghi Greppi e Arlotta?), Sellaro e Angelone. Si sta muovendo molto anche il leghista Ferrazzola, consigliere comunale a Lamporo (che, come Sellaro, in caso di elezione lascerà il posto là e verrà qui). Un pacchetto di voti è anche in mano alla vecchia volpe Fiorenzo Tasso, che da tempo non si candida in prima persona ma ha sempre un cavallo su cui puntare. Come ad ogni elezione, poi, in una lista e/o nell'altra spunterà l'underdog che tutti avevano sottovalutato.
Se la composizione della prossima Giunta Ferrero riveste interesse soprattutto dal punto di vista delle entrate economiche per i suoi membri, la composizione del gruppo di minoranza ha invece un interesse politico. Nel quinquennio che va a terminare Ferrero ha potuto fare il bello e il cattivo tempo perché la minoranza, di fatto, non esisteva: Greppi in tutt'altre faccende affaccendato, Alice Ulla che ha una bella voce ma in aula non s'è mai sentita, Letizia Ferrero desaparecida fin dall'inizio del mandato. All'opposizione - se così la si può definire - c'era il solo Speranza, che ogni tanto ne sparava qualcuna e veniva puntualmente perculato da Ferrero sulle colonne di un settimanale chivassese. C'è da augurarsi - per il bene di Crescentino e della democrazia - che Monchietto e i suoi tre colleghi sappiano interpretare il ruolo di consiglieri di minoranza meglio di chi li ha preceduti.
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