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La storia

I detenuti evadono dal carcere! Ma non è un fatto di cronaca

È la trama di un gioco sviluppato da un ciriacese e che si chiama "La fuga". Ecco come funziona

Quattro dei detenuti che hanno partecipato alla realizzazione del gioco

Quattro dei detenuti che hanno partecipato alla realizzazione del gioco

Ci sono l'esaurito, la nomade, il vecchio, il detenuto politico. E poi l'ergastolano, la boss, il grassone e l'atleta. Sono tutti detenuti.

Hanno cercato di capire come evadere dal carcere in cui vivono, e ce l'hanno fatta. No, però non allarmatevi: dipende tutto dal significato che date alla parola "evasione". Per capirci qualcosa in più chiedete ai detenuti del carcere Lorusso Cutugno di Torino che hanno partecipato alla realizzazione del gioco da tavolo "Articolo 385 - La Fuga", dando vita a queste otto figure di fantasia, disegnate con tratti ironici e caricaturali.

Frequentano tutti il Primo Liceo Artistico. Studiano durante la detenzione, e intanto sviluppano giochi da tavolo. A dare loro una mano ci ha pensato Torino Factory, la società diventata nota nel 2017 dopo aver prodotto il Monopoly in salsa torinese (chiamato Torinopoli). L'amministratore delegato è il ciriacese Massimo Munafò.

La trama del gioco, facile a capirsi, è incentrata su un progetto di fuga: gli otto personaggi dovranno raccogliere gli oggetti necessari a evadere, superando insidie e prove da superare con l'aiuto di bonus e aiuti ma facendo attenzione anche agli imprevisti.

Il gioco è stato presentato giovedì scorso al Teatro della Lorusso Cutugno, dove i detenuti hanno potuto restituire al pubblico la loro esperienza.

"Un modo per evadere scherzosamente dalla detenzione" ha spiegato Giovanni Mazza, uno dei detenuti che ha partecipato alla realizzazione del gioco. Gli ha fatto eco Dominguez Mjango Alvaro Alyandro, che si è occupato di disegnare le figure del gioco: "Ho scoperto - ha raccontato - che il disegno può diventare più che una semplice passione".

Massimo Munafò distribuisce gli attestati di partecipazione ai detenuti

Ora si capisce cos'è l'evasione per questi detenuti: non un dispositivo con cui infrangere illegalmente la pena che li condanna a stare in carcere, ma un viaggio di fantasia per far volare testa e cuore via dalle mura del carcere. Almeno per il tempo trascorso a progettare il gioco.

Tutto con una finalità formativa: i detenuti hanno potuto cooperare alla realizzazione del gioco grazie a un processo di ideazione condivisa che ha sviluppato la loro creatività. 

"Sono stati mesi di lavoro intenso - ha commentato Munafò - in cui attraverso laboratori settimanali tenuti dentro la struttura carcerria i detenuti hanno ideato e realizzato come attività formativa un gioco da tavolo che ora vede finalmente la luce. Siamo orgogliosi di aver protato a termine questa iniziativa".

Da sinistra: Munafò, i detenuti che hanno partecipato alla realizzazione del gioco e Mellano

Dopo essere stato realizzato artigianalmente dai detenuti e dalla Torino Factory, con la partecipazione di Sapori reclusi e dei rappresentanti della Lorusso Cutugno, il gioco è stato testato da un team di gamer esperti. "È stato un orgoglio - spiegano da Torino Factory - sentirsi dire: ok, funziona!".

"L'evasione trattata con disegni e giochi dimostra quanta umanità sia presente negli istituti carcerari" ha spiegato Bruno Mellano, garante regionale dei detenuti, giovedì alla presentazione del gioco. 

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