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Dibattito
28 Maggio 2024 - 17:45
Papa Francesco ha preso atto delle recenti polemiche sollevate da alcune sue dichiarazioni durante un incontro a porte chiuse con i vescovi della Conferenza Episcopale Italiana (CEI). La Sala Stampa Vaticana ha rilasciato una dichiarazione ufficiale in cui il Papa ribadisce che "nella Chiesa c'è spazio per tutti, per tutti! Nessuno è inutile, nessuno è superfluo, c'è spazio per tutti. Così come siamo, tutti".
Papa Francesco ha sottolineato che non ha mai avuto intenzione di offendere o esprimersi in termini omofobi, e ha presentato le sue scuse a chi si è sentito offeso per l'uso di un termine riferito da altri.
Il Contesto della Dichiarazione
Lunedì scorso, durante l'apertura dell'assemblea generale della CEI nell'Aula del Sinodo, il Papa ha affrontato con fermezza il tema dell'ammissione ai seminari, sollecitando una maggiore selezione.
Secondo quanto riportato dal sito Dagospia e successivamente da altri media, Papa Francesco avrebbe utilizzato termini coloriti, criticando l'eccesso di "frociaggine" nei seminari italiani. Questa presa di posizione, confermata da diverse fonti, ha sorpreso molti presenti, segnando un apparente cambiamento rispetto al più noto "chi sono io per giudicare" pronunciato in passato dal Pontefice.
La questione delle ammissioni nei seminari e l'orientamento sessuale dei candidati è stata oggetto di dibattito per molti anni. Un'istruzione del dicastero vaticano per il Clero del 2005, ribadita nel 2016 sotto Papa Francesco, stabilisce che la Chiesa non può ammettere al seminario e agli Ordini sacri coloro che praticano l'omosessualità, presentano tendenze omosessuali profondamente radicate o sostengono la cosiddetta cultura gay.
Le Reazioni e le Polemiche
Le parole del Papa hanno suscitato reazioni diverse. Da una parte, ambienti della CEI e la Santa Sede hanno evitato commenti ufficiali, manifestando comunque un certo nervosismo. Dall'altra, le reazioni del mondo LGBTQ e di alcuni esponenti cattolici sono state immediate e contrastanti.
Fabrizio Marrazzo, portavoce del Partito Gay Lgbt+, ha dichiarato: "Il Papa arretra sui diritti Lgbt+ e discrimina i seminaristi gay", chiedendo al Governo di bloccare i fondi dell'8x1000 se la dichiarazione discriminatoria venisse confermata.
Marrazzo ha inoltre ironizzato sui metodi che potrebbero essere utilizzati per identificare i seminaristi gay.
In contrasto, Simone Pillon, ex senatore della Lega, ha espresso il suo sostegno al Papa su X, affermando: "Standing ovation per il Papa. Era ora. Absit iniuria verbis. Giusto pochi giorni prima del Pride. E adesso tutti a farsi benedire".
Il dibattito sulla questione rimane aperto, e le parole di Papa Francesco continuano a suscitare discussioni all'interno e all'esterno della Chiesa.
Gli Altri Papi e il Tema dell'Omosessualità
Le posizioni dei papi precedenti su questo tema sono state varie e riflettono l'evoluzione della dottrina e della pastorale della Chiesa cattolica.
Papa Benedetto XVI: Durante il suo pontificato, Benedetto XVI ha mantenuto una linea rigorosa e conservatrice. L'istruzione del 2005 emessa sotto il suo pontificato stabiliva chiaramente che uomini con tendenze omosessuali profondamente radicate non devono essere ammessi ai seminari. Benedetto XVI ha più volte ribadito che, pur rispettando le persone omosessuali, la Chiesa non può ignorare l'insegnamento tradizionale sulla sessualità.
Papa Giovanni Paolo II: Il suo lungo pontificato è stato caratterizzato da una visione tradizionale riguardo alla sessualità. Giovanni Paolo II ha enfatizzato l'importanza della purezza e della castità nel sacerdozio, riflettendo una posizione fortemente conservatrice sull'omosessualità. Ha sostenuto che le persone omosessuali devono essere trattate con rispetto e compassione, ma ha anche riaffermato l'insegnamento della Chiesa secondo cui gli atti omosessuali sono intrinsecamente disordinati.
Un Approccio Storico e Dottrinale
L’approccio della Chiesa cattolica all'omosessualità e alla formazione sacerdotale ha radici profonde nella sua dottrina e tradizione. La posizione ufficiale è stata storicamente di condanna degli atti omosessuali, considerati moralmente disordinati, pur distinguendo tra l'atto e l'inclinazione omosessuale. Questa distinzione permette di trattare le persone omosessuali con rispetto e compassione, senza approvare comportamenti che la Chiesa considera contrari alla legge divina.
Concilio Vaticano II: Sebbene il Concilio Vaticano II (1962-1965) non abbia affrontato direttamente l'omosessualità, ha posto le basi per un approccio più pastorale e inclusivo nei confronti di tutte le persone, promuovendo il rispetto della dignità umana.
Catechismo della Chiesa Cattolica: Pubblicato nel 1992, il Catechismo della Chiesa Cattolica afferma che le persone omosessuali "devono essere accolte con rispetto, compassione e delicatezza" (CCC, 2358), ribadendo però che gli atti omosessuali sono "intrinsecamente disordinati" (CCC, 2357).
Lettera ai Vescovi sulla Cura Pastorale delle Persone Omosessuali: Pubblicata dalla Congregazione per la Dottrina della Fede nel 1986 sotto la guida del Cardinale Joseph Ratzinger (futuro Papa Benedetto XVI), questa lettera insisteva sull'importanza di trattare le persone omosessuali con rispetto, ma senza approvare comportamenti contrari alla morale cattolica.
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