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Luciana Littizzetto cita la Valchiusella nel suo monologo sulla scuola

L'attrice comica non ha lesinato bordate al ministro Valditara storpiandogli più volte il cognome

Luciana Littizzetto

Luciana Littizzetto

"Valditara, non è una località turistica del Trentino. Come la Val di Non e la Valsugana".

Con il suo fare irriverente, Luciana Littizzetto si è rivolta così al ministro dell'istruzione Giuseppe Valditara nel suo monologo sula scuola durante il quale lo ha pure chiamato "ministro Valchiusella".

"Esimo ministro dell'Istruzione e del Merito, nel senso che è il ministro che ci meritiamo...".

L’attrice comica ha iniziato sottolineando l’importanza dell’istruzione e del bisogno di maggiori investimenti, affermando: “Lo dico da ex alunna ed ex insegnante, il suo Ministero dovrebbe avere il più alto budget di tutti. Invece la scuola, per il nostro Stato, non è una priorità. Non o è mai stata. Su missili, bombe e droni i soldi si trovano sempre, per la scuola misteriosamente spariscono”.

Poi ha criticato la recente proposta di Valditara di vietare alle scuole di chiudere per festività religiose non riconosciute dallo Stato, definendola un ostacolo all’inclusione e all’autonomia scolastica.

Littizzetto ha affrontato anche il tema dell’integrazione degli studenti stranieri, contestando l’idea del Ministro di un “tetto” al numero di alunni stranieri nelle classi.

“Il problema non esiste”, ha affermato, sottolineando che le seconde generazioni sono perfettamente integrate e spesso parlano italiano meglio degli italiani stessi.

"Lei, illuminatissimo ministro Valchiusella, ha detto che bisogna inserire un tetto del 20 percento agli studenti stranieri in ogni classe. Mi scusi se mi permetto, ministro Val d'Aosta, ma questa storia della maggioranza vi sta dando alla testa. L'unico tetto a cui dovete pensare, è quello vero, quello delle scuole che sono in totale degrado".

Inoltre ha ribadito l’importanza di concedere la cittadinanza ai bambini nati e cresciuti in Italia, definendola una priorità maggiore rispetto ad opere come il Ponte sullo Stretto. Concludendo la sua lettera, Littizzetto ha ricordato come anche gli italiani siano stati un popolo di emigranti, citando uno studio sui cognomi italiani sbarcati a Ellis Island a inizio Novecento.

La storia dell’umanità ci insegna questo, che le persone si muovono, tocca a noi annaffiare le radici”, ha concluso, lanciando un messaggio di inclusione e accoglienza.

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