Cerca

Torino

Sei gay? L'incredibile caso del poliziotto sottoposto a test psichiatrici per capire l'orientamento sessuale

Ha vinto una causa dal Tar del Piemonte ottenendo un risarcimento di 10 mila euro per "danno morale"

Polizia penitenziaria (foto archivio)

Polizia penitenziaria (foto archivio)

Prima un procedimento disciplinare con una serie di "domande ambigue" sul suo orientamento sessuale.

Poi addirittura un test psichiatrico per verificare se fosse o non fosse gay.

È il calvario denunciato da un agente di polizia penitenziaria che alcuni giorni fa, dopo più di un anno di battaglie a colpi di carte bollate, ha vinto una causa dal Tar del Piemonte ottenendo un risarcimento di 10 mila euro per "danno morale". La somma è stata messa in carico al ministero della Giustizia.

A originare il caso fu la segnalazione di due detenuti: "quel poliziotto fa le avances". Era tutto falso.

Ma nel frattempo l'agente venne spedito alla Commissione medica ospedaliera di Milano per sottoporsi a controlli psichiatrici: l'obiettivo era accertare la sua idoneità al servizio.

Ed è qui il punto: l'amministrazione, che nel corso del procedimento giudiziario si è giustificata sostenendo che il dipendente manifestava "stati di ansia", secondo i giudici "operò una sovrapposizione indebita" fra omosessualità (effettiva o meno non ha importanza) e "disturbo della personalità".

Una decisione "arbitraria e priva di fondamento tecnico-scientifico".

Alla fine l'agente fu prosciolto in sede disciplinare e, dopo i test, dichiarato perfettamente in grado di svolgere il proprio lavoro. Ma per l'Osapp, il sindacato di polizia penitenziaria che gli ha fornito l'assistenza legale, resta la gravità di accuse "ingiuste, anacronistiche e degne di un clima da Santa inquisizione".

"Alle tante incongruenze e incapacità constatate negli organi dell'amministrazione - dice il segretario generale, Leo Beneduci - non credevamo di dover aggiungere l'omofobia".

Secondo il senatore Ivan Scalfarotto (Italia viva) la vicenda "illustra meglio di mille trattati l'idea strisciante, e assai più diffusa di quel che si creda, che le persone gay e lesbiche non siano proprio come le altre, non propriamente degne come tutte le altre".

I giudici ricordano che nel ricorso (depositato il 27 dicembre 2022) l'agente lamentò di "essere stato deriso ed emarginato dai colleghi, per lo più uomini, in ragione delle proprie vicissitudini", tanto che chiese e ottenne il trasferimento in un altro carcere, dal Piemonte alla Puglia.

Ma per questo capitolo non hanno riconosciuto il diritto a un risarcimento.  

Commenti scrivi/Scopri i commenti

Condividi le tue opinioni su Giornale La Voce

Caratteri rimanenti: 400

Resta aggiornato, iscriviti alla nostra newsletter

Edicola digitale

Logo Federazione Italiana Liberi Editori